I FIORETTI
Padre Pio e il mistero della Risurrezione
dal Numero 15 del 12 aprile 2020

Rimanevo perplesso sul significato preciso da dare alla Pasqua nel pensiero del venerato padre Pio. Mi chiedevo cioè: se la Pasqua è il mistero della Passione, Morte e Risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo, quale di questi aspetti è stato preponderante nella spiritualità del primo Sacerdote stigmatizzato?

Ho cercato a lungo tra gli scritti del venerato Padre e finalmente mi sono imbattuto in un testo, che, almeno in parte, ha risposto alla mia domanda. Il 27 dicembre 1917, in una lettera a Erminia Gargani, padre Pio affermava decisamente: «Gesù glorificato è bello; ma quantunque egli sia tale, sembrami che lo sia maggiormente crocifisso» (Epistolario III, p. 304).

Queste parole mi hanno meravigliato e mi sono interrogato sulle motivazioni di fondo che hanno potuto spingere il venerato Padre a fare un’affermazione del genere. Le considerazioni che seguono possono aiutare – almeno lo spero – a leggere con altri occhi le sue splendide e severe parole.

In primo luogo, una di carattere psicologico. Lo stimmatizzato ha sempre sotto gli occhi, impressi nelle proprie carni, i segni della Passione e Morte di Gesù. È naturale, quindi, che l’immagine del Crocifisso gli sia più familiare e, col tempo, gli diventi anche più attraente e più bella di quella del Cristo risorto e glorificato.

Se a questo si aggiunge il fatto di frequenti apparizioni del Crocifisso, in mancanza di manifestazioni del Risorto, la cosa diventa più intelligibile. È precisamente il caso dello Stimmatizzato del Gargano. Il suo Epistolario non registra manifestazioni del Risorto, mentre testimonia di varie apparizioni del Crocifisso. Eccone una. Il 1° febbraio 1913, quando non era ancora stimmatizzato, padre Pio così scriveva a padre Agostino: «Gesù solo può comprendere che pena sia per me, allorché mi si presenta davanti la scena dolorosa del Calvario» (Ep. I, p. 335).

La seconda considerazione tiene conto della particolare esperienza mistica vissuta dal venerato Padre. Io sono convinto, come ho scritto nel mio libretto Il mistero della croce in Padre Pio da Pietrelcina, che Dio abbia rinnovato nel venerato Padre non solo il mistero della Morte, ma anche quello della Risurrezione del Figlio suo. E questo non soltanto col Battesimo, come avviene in ogni cristiano, secondo la dottrina dell’Apostolo (cf. Rm 6,3-5), ma anche per mezzo di particolari carismi, in vita e in morte.

Ora al mistero della Risurrezione il venerato Padre è stato conformato al momento della sua morte, ottenendo un germe di glorificazione con la ri-creazione di nuova carne al posto delle stimmate, scomparse senza lasciare segni di cicatrizzazione. Mentre al mistero della Morte di Cristo egli è stato conformato per tutta la vita per mezzo della sua crocifissione, fisica e morale, che lo ha tenuto in uno stato di agonia per tutta la vita.

Infine, c’è una considerazione che vorrei definire biblica e rivela tutta la profondità del pensiero di padre Pio. Nella preghiera sacerdotale, fatta alla vigilia della sua Passione e Morte, Gesù così invoca: «Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te» (Gv 17,1). Gli autori si chiedono giustamente quale sia la glorificazione che Gesù domanda al Padre. E la risposta più comune è quella che indica la Passione e Morte (a cui segue la Risurrezione) come oggetto della domanda di glorificazione del Figlio. Per l’apostolo san Giovanni, la croce è glorificazione.

A causa della sua profonda cultura biblica, padre Pio non poteva non sentire il fascino e l’influsso di questa sublime e sconcertante mentalità giovannea, che presenta la Passione e Morte come glorificazione e addita in esse il passaggio obbligato di ogni futura manifestazione gloriosa.

È per questo che egli scrive: «Gesù glorificato è bello; ma quantunque egli sia tale, sembrami che lo sia maggiormente crocifisso».

Per la Pasqua del 1915, padre Pio formulava quest’augurio per Raffaelina Cerase, chiamata «diletta figlia del celeste Padre»: «Gesù Risorto faccia anche a voi provare una scintilla del suo santo amore e vi scopra sempre più i misteri della croce» (Ep. II, p. 393).  

Padre Gerardo di Flumeri,
Studi su Padre Pio

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