I FIORETTI
“Il presepe lo faremo insieme”
dal Numero 49 del 22 dicembre 2019

Il servo di Dio fra’ Daniele Natale è il frate cappuccino, figlio spirituale di san Pio da Pietrelcina, per il quale è stato intrapreso il processo di beatificazione, che ha visto la chiusura della fase diocesana nel novembre del 2016. La Congregazione delle cause dei santi sta lavorando ora alla verifica delle sue virtù eroiche che dovrebbe condurre poi a proclamarlo “venerabile”.
Fra’ Daniele nasce a San Giovanni Rotondo l’11 marzo 1919. Dopo una vita religiosa vissuta nei vari conventi della Provincia e segnata da tanta preghiera e sofferenza, carità e semplicità, muore in Casa Sollievo della Sofferenza il 6 luglio 1994.
Quest’anno 2019 segna il centenario della sua nascita e il venticinquesimo anniversario della sua morte, entrambi celebrati dai Frati Cappuccini a San Giovanni Rotondo, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, nella quale si conservano i suoi resti mortali.
In questi giubilei della sua nascita e della sua morte è bello ricordare fra’ Daniele in questo periodo natalizio, per un motivo ben specifico: i suoi meravigliosi presepi. È fra’ Daniele stesso a raccontarci nei suoi racconti autobiografici come cominciò l’“arte” di costruire presepi molto belli e tali da attirare tante persone. Egli scrive: «[Dopo l’ennesima operazione al Regina Elena di Roma] mi sentivo talmente debilitato che non avevo voglia di fare niente, talvolta non riuscivo neppure a pregare. Intanto si avvicinava il Natale e a casa aspettavano il presepio, ma io non ne avevo nessuna voglia. Parlandone con padre Pio dissi: “Padre, a casa vogliono che io faccia il presepio, ma non mi sento, mi mancano le forze e poi, francamente non ne ho voglia”. Padre Pio rispose: “Va’ e non ti preoccupare, io ti aiuterò, lo faremo insieme”. Perplesso e nello stesso tempo incoraggiato da queste parole, andai a casa ed iniziai il presepio. Mi riusciva tutto facile e non avvertivo neppure la stanchezza. Alla fine venne fuori un presepio veramente bello.
Ritornai da padre Pio e dissi: “Padre, sa, il presepio che ho fatto è veramente bello...”. “Il presepio che hai fatto? Ricordati che questo presepe lo abbiamo fatto insieme... e quando ci mettiamo le mani noi...”. Avevo proprio dimenticato la sua promessa: “Va’, il presepio lo faremo insieme”. A testa bassa e pieno di confusione, mi allontanai riflettendo sulle sue parole».
Quel Natale del 1952, dunque, il presepe fra’ Daniele lo fece insieme a padre Pio... e se fra’ Daniele se ne dimenticò, non se ne dimenticò affatto padre Pio il quale gustò ancora, forse, in qualche modo, la grande gioia che da piccolo provava nel costruire presepi, alla maniera semplice e devota di quei tempi andati nei quali persino i pastorelli si plasmavano a mano. In casa Forgione, infatti, nonostante la povertà, il presepe veniva sempre fatto e i pastori li modellava con la creta personalmente il piccolo Francesco. Una cura particolare era riservata al Bambinello che egli faceva e rifaceva diverse volte fino a quando lo trovava abbastanza bello. In questo presepe non mancavano neppure le luci, che non erano elettriche, ma si effondevano, come a Betlem da piccole “lampade a olio” ottenute riempiendo di olio le conchiglie delle chiocciole e facendolo ardere con uno stoppino.
Si sa che sin da piccolo padre Pio amava e gioiva in maniera particolare per il Natale di Gesù Bambino e restava assorto a lungo davanti al presepe. Quando fra’ Daniele gli espresse la sua difficoltà a fare il presepe, c’è da pensare che gli partecipò, in qualche modo, il suo fervore e il suo amore... e un po’ della sua “arte”. Difatti, a partire da quell’anno, fra’ Daniele ogni anno a Natale realizzò dei presepi bellissimi, che avevano una magia tale da attirare tanti a pregarvi dinanzi.
Egli continua il suo racconto scrivendo: «Tutto il periodo di Natale, col permesso del superiore, scendevo dal convento per andare a casa a recitare il Rosario. In queste circostanze distribuivo delle immagini del Bambino Gesù benedette da padre Pio. Alle volte era tanta la gente che accorreva per ammirare il presepio e pregare che restava sulle scale ed anche in piazza aspettando il suo turno». In una interessante registrazione dal vivo fra’ Daniele racconta, con evidente gioia, che tra coloro che frequentavano la preghiera davanti al presepe c’erano molti giovani, alcuni dei quali hanno seguito la chiamata del Signore e sono divenuti religiosi e sacerdoti Cappuccini.
In questa come in altre occasioni era evidente nell’attività e nell’apostolato del servo di Dio fra’ Daniele Natale una presenza e una unione speciale col suo Padre spirituale, san Pio da Pietrelcina. Infatti questi gli aveva assicurato che gli sarebbe stato sempre accanto nel suo apostolato: «Dove andrai tu, là sarò anch’io. Dove stai tu, starò anch’io».
Con padre Pio e con fra’ Daniele Natale sostiamo spesso dinanzi al presepe per non dimenticare il “festeggiato” del Natale, l’Amore che si fa Bambino nel silenzio e nella povertà di una grotta. 


* Articolo di Suor M. Gabriella Iannelli, FI, con testimonianze tratte da: Remigio Fiore, Fra’ Daniele Natale racconta... le sue esperienze con Padre Pio, Edizioni Frati Cappuccini, 2001; Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina, Centro culturale francescano, Foggia 1974; Gennaro Preziuso, Fra Daniele Natale, una delle più belle figure di frate cappuccino, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo 2009.

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