I FIORETTI
Dolce attenzione per i piccoli
dal Numero 29 del 21 luglio 2019

Maria Concetta, figlia di Ignazio e Lucia Merendina di Salemi, desiderava ricevere la Prima Comunione dalle mani di padre Pio, come era avvenuto per i suoi fratellini più grandi, Mimmo ed Antonella. Era stato fissato tutto per il mese di maggio, ma una gravidanza inaspettata e difficile della mamma mandò tutto a monte. Alla bambina rimase una pena nel cuore, tanto che continuava a ripetere: «Voglio vedere padre Pio, voglio vedere Padre Pio!».
Un giorno la mamma, stanca di quel continuo lamento, le disse: «Vedilo per ora in fotografia il Padre!». La piccola, come ferita nel suo amore per il Santo, gridò: «No, lo voglio vedere in carne ed ossa».
La gravidanza andò purtroppo male e Lucia poté programmare un viaggio per settembre, portando con sé la figlioletta. Giunte le due a San Giovanni Rotondo, la gioia della piccola era indescrivibile: si comportava come una donnina, per non dare pensieri alla mamma. Naturalmente la prima cosa che fece la signora fu di correre all’ufficio delle prenotazioni, per fissare un colloquio per lei e Maria Concetta. Ma padre Paolo le fece notare che per la figlia era inutile annotare il nome, perché padre Pio non confessava i bambini. La piccola ci rimase male, ma non si perse d’animo. Era sempre accanto alla mamma, non la lasciava un attimo.
La prima mattina di permanenza sul Gargano Lucia si alzò presto per assistere alla Messa del Padre, lasciando che la bambina riposasse dopo il lungo viaggio. Ma quale non fu la sua meraviglia quando, stando dietro la porta della chiesa ancora chiusa, si sentì chiamare: «Mamma, mamma!». Era lei che la cercava tra la gente. Tutte le mattine volle assistere alla Santa Messa di padre Pio e lo fece con grande attenzione. Venne il giorno del turno per la Confessione della signora Merendina: padre Paolo la chiamò, facendola entrare nello spazio delimitato dal cancelletto, e trattenne al suo fianco la bimba.
Lucia si inginocchiò alla grata, ma, quando il Padre aprì lo sportello, non si girò verso di lei; sporgendosi un po’ dal confessionale, guardò la piccola Maria Concetta e disse: «E tu che cosa ci fai qui?». La bimba si alzò di scatto e, come un soldatino, con voce sicura rispose: «Ero venuta per confessarmi, ma questo monaco non mi ha prenotato, dicendomi che padre Pio non confessa i bambini». E il Padre di rimando: «E chi l’ha detto? Vieni qua che ti confesso». Padre Pio inizia il rito e domanda: «Che cosa hai fatto?». La bambina risponde ordinatamente e confessa i suoi peccati. Prima di darle l’assoluzione, il Padre le raccomanda di essere buona ed obbediente. La benedice, le fa baciare la mano e la congeda. Ma l’incontro della piccola con il Padre non è finito: egli ha da darle un’incombenza. Infatti, mentre lei si allontana, il Santo la richiama: «Torna indietro, vieni qui». Maria Concetta ritorna da lui e rimane in piedi. Il Padre caccia da una tasca interna del suo abito una medaglietta piuttosto piccola e gliela dà, dicendo: «Prendi questa medaglietta e portala a casa». A questo punto la bimba si ricorda dei suoi cari e dice: «Padre, mi benedite mamma, papà, nonna?». Padre Pio: «Ah? Che cosa dici?». E la bimba ripete la richiesta, aggiungendo anche il nome del fratellino e della sorellina. E il Padre ancora: «Ah? Che dici?». Per la terza volta la bambina con voce più forte chiede ancora: «Padre, benedite la mia famiglia?». Allora il Padre, tracciando un ampio Segno di croce, dice: «E te la benedico».
La signora Lucia si domandò a lungo sul perché del dono della medaglietta alla famiglia, senza che la piccola ne avesse fatto richiesta. E la spiegazione venne, perché ci fu una circostanza in cui l’immagine sacra si rivelò veramente miracolosa. Due anni dopo, infatti, Ignazio Merendina, il papà, a causa di un ascesso tonsillare stava rischiando di morire soffocato, essendo allergico alla penicillina. La moglie si ricordò della medaglietta del Padre, che custodiva tra le cose più care, e la fissò con una catenina al collo del marito. L’ascesso pian piano maturò e venne aspirato dal medico lentamente finché il paziente uscì fuori pericolo.

Nel 1964 il parroco della parrocchia Santissima Annunziata di Andria accompagnò a San Giovanni Rotondo una ventina di bambini che dovevano fare la Prima Comunione. Tra di essi vi era una bambina che, più ardita, anziché confessarsi dai padri del convento, si diresse verso il confessionale di padre Pio.
Portava con sé un problema. La mamma, che in casa si ritrovava ben dieci figli, raggruppava quanto più poteva le sue creature, quando si dovevano avvicinare per la Prima Comunione. Altrimenti quante piccole feste avrebbe dovuto fare?
Vittoria, così si chiamava la fanciullona, aveva dodici anni e le era toccato aspettare altri due fanciulli, i quali nell’imparare le preghiere, e in modo particolare l’atto di dolore, erano stati molto più bravi. Lei si sentiva angustiata e come menomata per questo.
Voleva dunque parlarne al Padre e le fu permesso di accostarsi al confessionale. Quando il Santo, dopo averle dato l’assoluzione, apprese il suo problema, le disse: «Vieni davanti». Ella ubbidì subito. Guardandola, le fece una carezza, dicendo: «Tu sei una bella bambina; stai tranquilla: nella vita farai tutto ciò che fanno le altre persone».

Padre Marcellino IasenzaNiro,
“Il Padre”. San Pio da Pietrelcina. Testimonianze,
pp. 107-110

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