I FIORETTI
Come ho conosciuto padre Pio da Pietrelcina
dal Numero 27 del 8 luglio 2018

Ero ricoverato all’Ospedale di Mantova a causa di frequenti attacchi cardiaci. Fu proprio in quel periodo che, per la prima volta, appresi dell’esistenza di padre Pio.
Giunse da mia madre una lettera nella quale ella mi spiegava come, per mezzo di una signorina di Modena, era venuta a conoscenza dell’indirizzo del Sacerdote stimmatizzato e mi esortava a rivolgermi a lui per la mia guarigione.
In un primo momento rimasi molto scettico e finii per non pensar più a quello che mi aveva scritto mia madre. Dopo quattro giorni, però, un mio compagno d’ospedale mi chiamò accanto al suo letto dicendo: «Guarda, tu che sei così religioso, che fatto miracoloso è successo!», e mi mostra la rivista Oggi. Nella pagina che mi mostrava c’era la foto di padre Pio con la descrizione di un miracolo.
Immediatamente mi sentii attratto dalla figura che appariva dal giornale e sorse in me un grande entusiasmo e un grande desiderio di scrivergli. Tirai fuori l’indirizzo che mia madre mi aveva mandato e scrissi a padre Pio per chiedergli gli aiuti spirituali che il mio cuore desiderava. Gli raccomandai, tra l’altro, un compagno particolarmente sofferente e non mi stupii nel vederlo presto ristabilito. Da allora padre Pio fu sempre nel mio pensiero e nel mio cuore e mi capitò spesso, rivolgendomi a lui con la preghiera, di sentire un profumo di rose, viole e gigli.
Desideravo moltissimo avere fotografie e, possibilmente, una biografia per conoscere più profondamente la figura del Padre, che già mi affascinava. Dopo due anni finalmente ebbi l’indirizzo di Alberto del Fante di Bologna, autore del volume Per la storia, che ricevetti a breve giro di posta.
Leggendo il libro aumentò ancor più in me il desiderio di incontrare di persona padre Pio, ma le mie condizioni finanziarie e la grande distanza mi toglievano la speranza di veder realizzato questo sogno. In me però sentivo una voce che mi confermava che sarei andato a San Giovanni Rotondo molto spesso. Ed infatti quella voce diceva il vero: dal 1952 in poi sono andato da padre Pio numerose volte ed ora continuo a ritornare a San Giovanni Rotondo ogni qual volta la Provvidenza mi aiuta.
Appena ricevuto il libro di cui ho parlato prima, lo presi con me per leggerlo di sera in una famiglia di mia conoscenza e per fare un po’ di meditazione.
Una sera, e precisamente il 2 febbraio 1952, parlando del dono del profumo, la signora presso la quale ero andato in visita ed io esprimemmo il desiderio di sentirlo anche se consapevoli di non esserne degni.
Parlando così, giunsero le 23:00 e io mi accomiatai per tornare a casa.
Nell’aprire la porta, un’ondata di viole m’investì con così grande potenza che rimasi senza parole. Rimessomi dallo stupore, chiamai fuori la signora e le spiegai il fatto. Subito mi disse: «Ringrazia Dio, io non sento nulla!». Non aveva ancora finito di pronunciare queste parole che una nuova ondata di profumo ci colpì, ma questa volta lo avvertì soltanto lei. Felicissimi e commossi ci salutammo e io mi avviai verso casa. Mentre camminavo nella notte sentii così potente l’effluvio di rose, viole e gigli che fui costretto a fermarmi.
La mattina dopo, prima ancora che mi accingessi a raccontare alla signora ciò che la notte precedente mi era capitato, mi sentii narrare da lei che, nello stesso momento in cui io ero stato costretto a fermarmi per l’acuto profumo, lei ne aveva sentita invasa tutta la casa.
Da allora il profumo giunse spesso a confortarmi nei momenti di preghiera e nelle circostanze tristi della mia vita ed ancora mi accompagna.
Nel corso di quello stesso mese, avendo da poco ricevuto un fazzolettino benedetto da padre Pio, mi incamminai verso la casa della signora che aveva goduto con me del dono del profumo, per farglielo vedere, ma una forza misteriosa mi spinse ad andare dalla nonna, che abitava poco lontano.
La trovai addormentata. La chiamai ed ella si mostrò felice di vedermi e di salutarmi. Le mostrai il fazzoletto benedetto e la nonna mi chiese di parlarle di padre Pio.
Cominciai a narrarle i fatti miracolosi di cui avevo letto e sentito parlare, ma dopo un po’ mi accorsi che si era di nuovo assopita. Volli perciò sincerarmene e mi avvicinai. Vidi che aveva gli occhi stralunati e l’intera parte sinistra del corpo colpita da paralisi.
Chiesi soccorso ad alcune vicine e mandai a chiamare lo zio e il babbo. Questi subito accorsero; videro che era difficile sollevare la nonna che era molto alta e di costituzione robusta.
Ebbi allora un’illuminazione: le misi tra le mani il fazzolettino benedetto e invocai con fede padre Pio. La nonna strinse con forza la mano, aprì gli occhi e si alzò in piedi come se niente fosse accaduto. Le donne che erano vicine mi accusarono di stregoneria, mentre il medico, sopraggiunto nel frattempo, rilevò che si era trattato effettivamente di una paralisi e non riuscì a spiegarsi come la nonna avesse potuto muoversi in quelle condizioni.

Bruno Bulgarelli,
Oltre il Gargano. Diario con Padre Pio, pp. 16-19

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