I FIORETTI
Pellegrinaggio sul Gargano. 1931
dal Numero 26 del 3 luglio 2016

Ma se fra tutti i paesi del mondo, San Giovanni Rotondo è il solo che non sia mai stato teatro di qualche memorabile miracolo, in compenso gli è stato concesso in questi anni di albergare un sant’uomo che non fa scendere meno consolazione e conforto sul paese e su tutti i suoi abitanti, e non mette in moto meno pellegrini abbandonati da tutto fuorché dalla speranza in Dio. Nel convento dei Cappuccini abita infatti quel Padre Pio di Pietrelcina, che da dieci anni ha commosso il cuore dei credenti, con tanti meravigliosi avvenimenti, e che in tutto il Gargano viene chiamato semplicemente il Padre santo.

Sotto le ali del Santo

Il Convento dei Cappuccini è fuori del paese, là dove la strada, cingendo il monte, corre tutta fra uliveti e campi di grano e la petraia quando affiora, si riveste di arbusti aromatici e s’incorona di qualche pino, di qualche cipresso. Il convento stesso, colla sua chiesa, forma una bianca macchia, molto allegra in mezzo ai grandi alberi di un piccolo giardino che lo circonda; ed una larga strada vi sale lentamente, ed in meno di mezz’ora vi si arriva.
Or questa gente che sosta immobile, o passeggia con lento sussiego sulla piazza superba ed impenetrabile, ha invece tutt’altra espressione in volto, quando sale o scende per la strada del convento, e non c’è bisogno di dire che va od è stata a «visitare il Padre santo».
Chi si muoverebbe se non per lui? E così il forestiero che si mostra a San Giovanni, è certo sentirsi chiedere subito se va a trovare il Padre ed avuta, nove volte su dieci, risposta affermativa, la seconda domanda che gli si rivolge è questa: «Siete bolognese?».
Giacché per devozione verso il Padre Pio, Bologna è la prima fra le città d’Italia.

Il miracolo più grande

Ma dopo questa breve conversazione, la gente non si lascia più distrarre: la visita al Padre Pio non è infatti così semplice cosa, e chi va e chi viene, sente di dover fare la strada in un particolare stato di animo. Passano così frotte di donnette, sui loro zoccoletti, e recitando a mezza voce il Rosario. Passano gruppi di questi ominoni ammantellati...
Tutti hanno l’aria preoccupata: seria ed ansiosa. In questo momento, si vede, tutte le loro speranze sono messe nelle mani e nel cuore di Padre Pio. Siete sicuri ch’essi aspettano che le montagne si muovano, per loro. Ma quest’ansia non è triste. Si respira un’aria di buona novella.
[...]. L’indomani abbiamo avvicinato il Padre. Tutti sanno i segni straordinari ch’egli ha dato di sé; scienziati hanno discusso sulle sue Stimmate che gli insanguinano le mani, i piedi e il costato; benefici straordinari ricevuti da molti credenti, sono attribuiti al suo miracoloso intervento, guarigioni ed apparizioni in momento di pericolo o di dolore. Innumerevoli sono anche le conversioni ch’egli ha compiuto: molti pellegrini, giunti quassù, avvolti dal sacro profumo che emanavano le sue piaghe, accecati dalla luce che irradia dal suo volto, hanno gridato al miracolo; molti increduli, venuti qui a combatterlo, si sono convertiti.
Ma quello che ha colpito la nostra curiosità forse un poco irriverente, per il Padre, è stato l’animo particolare con cui egli si accosta agli uomini. Finita la funzione, nella sacrestia i frati depongono i paramenti, ed una vera folla li circonda: donne e uomini fanno ressa per poter baciare la mano occultamente sanguinante del Padre Pio. Ed il Padre attende ai suoi paramenti, senza mostrare di avvedersi si tutto quello che lo circonda: solo sul volto ha sempre quel sorriso doloroso. Ma non è difficile comprendere qual è veramente la potenza ch’egli possiede: in pochi minuti gli passano davanti quaranta persone, forse più: ognuno ha una parola da dirgli, e ad ognuno egli risponde in altro modo, sorridente, amabile, confortando, incoraggiando, facendo cenno di rassegnazione, respingendo, accogliendo; come uno specchio si tramuta il suo volto e la sua anima che gli parla dagli occhi, come uno specchio che diversamente risponde ad ogni anima che vi si affacci a interrogare. Questa istantanea ed esatta maniera di accogliere ognuno in modo diverso, e come ha bisogno di essere accolto, è il dono speciale che è stato concesso a Padre Pio e che gli permette di fare tanto bene. [...].
Le Stimmate e le guarigioni miracolose di Padre Pio sono poca cosa in confronto del grande respiro di libertà, di consolazione che egli spande attorno al suo convento. Sotto il muro dell’orto dei frati, un gruppo di modeste casette sorge: vi abitano uomini e donne venuti di lontano che si sono costruiti la loro casa qui per poter essere tutta la vita vicini al frate consolatore ed egli vive così in esemplare semplicità, senza rifiutarsi a nessuno, insegnando una sola cosa: a portare con gioia la croce della vita, ognuno la propria croce.

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