I FIORETTI
“Devi vedere dopo!”
dal Numero 16 del 24 aprile 2016

Due o tre anni prima della morte di Padre Pio, Padre Ambrogio, un giorno, scherzando, gli dice: «Padre Pio, com’è questo fatto? Noi potremmo stare in grazia di Dio. Lavorare, sì, ma con calma e con un po’ di respiro. Invece, a dover confessare continuamente, chi ti chiama di qua, chi ti chiama di là, chi ti domanda una cosa, chi te ne domanda un’altra. Non ci fanno trovare un momento di pace!».
E Padre Pio, pronto: «Mo?!... ’A vedé doppe! (Adesso?!... Devi vedere dopo!».
Alludendo, con quel «doppe» (dopo), alla sua morte.
Ed è così – commenta Padre Ambrogio –. Adesso c’è da lavorare più di prima, perché la gente viene, scende nella cripta, sale alla stanza di Padre Pio ed al Coro, per vedere il Crocifisso, e poi vuole confessarsi, fare la Comunione e partire. E conclude: «Dunque, una vera profezia!».

“I guai li dobbiamo passare sempre”

È risaputo che, ogni giorno, verso le tredici e verso l’Ave Maria, i fedeli, a gruppi più o meno folti, si riunivano sotto la clausura, su uno spazio da dove si vedeva una finestra della stanza di Padre Pio, e lì, recitando preghiere o cantando inni a Gesù o alla Madonna, attendevano la benedizione del “Padre”.
A volte vi si raccoglievano anche quando “il Padre” era già a letto, e recitavano preghiere o cantavano inni (anche qualche “canzoncina” a Padre Pio) e, prima di andarsene, gridavano: «Buona notte, Padre! Padre, ci benedica!».
Padre Pio, nel benedirli, usava sempre quella espressione ridondante di paterno affetto: «Sì, figli miei! Una fiumana di benedizioni!».
Invece, la sera del 10 luglio 1963, usò un’altra espressione: «Il Signore vi benedica e vi faccia santi!». Padre Eusebio da Castelpetroso, presente con me ed un altro Frate, soggiunse, molto significativamente: “Ma senza guai...”. E Padre Pio, immediatamente: «Eh!... I guai li dobbiamo passare sempre».

Padre Costantino Capobianco,
Detti e aneddoti di Padre Pio, pp. 54-56

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