APOLOGETICA
I peccati sociali e gli “inferni” della storia
dal numero 6 del 4 febbraio 2024
di Corrado Gnerre

Guerre e pandemie sono la conseguenza di quei peccati sociali che debbono essere necessariamente espiati nella storia. Sono quegli “inferni” che l’uomo crea da se stesso.

Siamo in tempi di guerra, una guerra capace di allargarsi fino a poter divenire ciò che diventa doloroso solo immaginare.
Colpa degli uomini? Certamente. Ma una tale risposta non può bastare alla luce della fede.
C’è un principio di teologia spirituale che afferma che se tutto ciò che avviene non sempre è voluto da Dio, certamente tutto ciò che avviene è sempre permesso da Dio. La permissione di Dio è sempre in vista del raggiungimento di un possibile bene superiore, sempre che la libertà umana sappia corrispondere. In questo bene superiore vi è anche il dovere di capire, e anche di scontare. I castighi di Dio sono finalizzati a questo.


Ciò che sta avvenendo negli ultimi anni si configura, nella permissione di Dio, come una vera e propria “lezione” che la Provvidenza sta dando a tutti quanti noi e soprattutto al nostro sistema sociale e culturale. Una “lezione” che sta smontando un mondo che sembrava fortissimo, ma che adesso si palesa nella sua enorme fragilità: prima un virus invisibile, poi massacri e un possibile scoppio di una guerra mondiale.
Perché, secondo la verità cattolica, è perfettamente logico che Dio possa castigare le società? La teologia della storia ha sempre affermato che se gli uomini, possedendo un’anima immortale, ricevono dalla giustizia divina il loro premio o il loro castigo principalmente nell’eternità, le società, invece, devono ricevere i loro premi e i loro castighi nel tempo, non essendo, queste, destinate a una dimensione ultraterrena. 


Ma c’è anche un altro motivo che rende ragione a questo assunto, soprattutto per i nostri tempi. I peccati individuali sono sempre esistiti e sempre esisteranno – e ovviamente ogni peccato mortale costituisce sempre il problema più grave: ne basta uno solo per meritarsi l’inferno –, 
ma per questi c’è appunto l’inferno. Per i peccati sociali no. 
Questi devono essere scontati nella storia, negli “inferni” della storia.
Quali sono i peccati sociali? Sono i peccati di cui si macchia una società, una collettività, uno Stato; e questo – ahinoi! – anche se singoli uomini non fossero d’accordo. Se chi governa una famiglia prendesse decisioni sbagliate, le conseguenze si rifletterebbero sull’intera comunità familiare, anche se singoli componenti non fossero stati d’accordo con quelle decisioni.
I peccati sociali sono quei peccati che si commettono a causa di leggi contrarie alla legge naturale e cristiana. Si pensi all’aborto, alla negazione dell’esclusività del matrimonio tra uomo e donna, alla possibilità di “fabbricarsi” figli con l’utero in affitto per concederli ai capricci di desideri individuali... la lista – ahinoi! – sarebbe molto lunga.


Pio XII così scrisse nell’Enciclica Datis Nuperrime del 5 novembre del 1956: «Il Signore come giusto giudice, se punisce spesso i peccati dei privati soltanto dopo la morte, tuttavia colpisce talora i governanti e le nazioni stesse anche in questa vita, per le loro ingiustizie, come la storia ci insegna».
Appunto: come la storia, anzi il presente, ci insegna.  

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