APOLOGETICA
La Legge naturale e il primato della volontà libera in San Tommaso
dal Numero 4 del 26 gennaio 2014
di Corrado Gnerre

Il pensiero di San Tommaso, lungi dall’essere un mero intellettualismo, non contraddice il primato della libera volontà. In esso troviamo la definizione della legge naturale che altro non è se non il riflesso dell’Ordine razionale che è Dio-Logos, nell’uomo, sua creatura razionale.

Il mese di gennaio include la festa di san Tommaso d’Aquino (28 gennaio). Un Santo grande, anzi grandissimo. Filosofo insigne capace di aver prodotto una filosofia che papa Leone XIII nella sua Aeterni Patris del 1879 ha definito come la più congeniale alla Verità cristiana.
Diciamo alcune cose sul suo pensiero.
Per san Tommaso e per la Teologia cattolica Dio è Logos, ovvero è Ordine razionale. Egli, creando, ha inserito il suo ordine nel mondo e in tutte le creature. Quest’ordine (che possiamo anche definire “progetto”), da sempre presente in Dio, viene indicato con la definizione di legge eterna. Questa legge non la si può conoscere direttamente in Dio, ma viene – appunto – conosciuta attraverso il suo riflesso nel creato e nelle creature. Se però la creatura è razionale, questo riflesso della legge eterna è definito legge naturale: una legge che è inscritta nel cuore di ogni uomo. Tutta la legge naturale si basa su un precetto fondamentale che afferma che è necessario compiere il bene ed evitare il male.
Resta però la questione di come stabilire cosa sia il bene e cosa il male. Ebbene, questo lo si può fare attraverso l’individuazione delle inclinazioni naturali dell’uomo. San Tommaso afferma che queste inclinazioni sono le tre tendenze primarie corrispondenti al triplice aspetto dell’uomo stesso. Egli afferma che l’uomo, in quanto sostanza, è inclinato all’autoconservazione: sente il bisogno di nutrirsi, di ripararsi dal freddo, di proteggersi da ogni minaccia. In quanto animale, l’uomo è inclinato a perpetuare la vita attraverso la generazione dei figli e la loro educazione. In quanto razionale, l’uomo è inclinato a conoscere la verità e a vivere in società.
Si capisce bene come una convinzione di questo tipo collochi la morale in una posizione intermedia tra il doverismo e il lassismo.
Si evita il lassismo, perché il riconoscimento della legge naturale impone all’uomo di agire secondo un criterio oggettivo e vincolante. San Tommaso dice che il primo aspetto della legge naturale è il suo essere precettiva.
Nello stesso tempo si evita anche il doverismo, perché tale legge è perfettamente conforme all’uomo e alle sue autentiche esigenze. Non è qualcosa di astrattamente imposto, ma una norma intrinseca all’agire umano.
La legge naturale è ovviamente oggettiva ed immutabile, perché immutabile è la natura umana. Dunque, le norme etiche non dipendono dall’arbitrio del singolo, bensì sono vincolanti per tutti. 
Quando si pensa a san Tommaso, si pensa ad un pensiero filosofico che pone il primato nell’intelletto umano. Spesso s’insegna che l’Aquinate, esaltando il valore dell’intelletto, avrebbe sacrificato la volontà e quindi che il suo sistema non sarebbe altro che intellettualismo. E invece non è così.
In san Tommaso vi è chiaramente il primato della volontà libera. L’intelletto precede la volontà; nel senso che non si può scegliere e desiderare una cosa se prima non la si conosca (nihil volitum quin præcognitum); ma è sulla volontà, non sull’intelletto, che ogni uomo verrà giudicato da Dio. Egli scrive nella Summa Theologiæ: «La scienza per tutto ciò che può dare prestigio è un’occasione perché l’uomo confidi in se stesso e non si dia totalmente a Dio. Ecco perché tutto questo talora impedisce occasionalmente la devozione, che, invece, abbonda nei semplici e nelle donne, con la mortificazione dell’orgoglio. Se, però, un uomo sottomette perfettamente a Dio la scienza e ogni altra perfezione, allora per questo stesso fatto la devozione aumenta».
E san Tommaso visse profondamente nella sua vita una tale convinzione. Amava studiare e scrivere vicino al Santissimo Sacramento. Nei momenti di difficoltà, alzava lo sguardo, contemplava, adorava, implorava la sapienza... e proseguiva stupendamente. Come abbiamo appena letto nella citazione, egli era convinto che la semplicità avvicini a Dio; e lui, professore universitario e grande intellettuale, non disdegnava per nulla di comunicare con chi non avesse studiato. Si racconta che nel suo periodo napoletano predicasse in maniera così semplice, che le donne del popolo – analfabete – uscivano dalla chiesa con gli occhi bagnati di lacrime, visibilmente commosse per quelle prediche che toccavano il loro cuore. San Tommaso parlava con chiarezza, facendosi capire anche da chi non ne sapeva nulla di Filosofia e di Teologia.

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