RELIGIONE
L’amore alla Madonna in san Francesco d’Assisi
dal Numero 18 del 5 maggio 2024
di Grazia de Michelis

La Madonna nella vita di san Francesco ha avuto un ruolo di prima linea. Egli la accolse come Madre e modello della sua vita spirituale, e Lei lo rese l’alter Christus per antonomasia.

Le Fonti Francescane, di massimo valore storico e spirituale, testimoniano che san Francesco d’Assisi aveva una devozione mariana superiore alle consuetudini del suo tempo.

La presenza di Maria Santissima segnò la sua vita fin dall’inizio. Si tramanda che la mamma, Giovanna di Bourlemont, detta “Pica”, recatasi in pellegrinaggio in Terra Santa, restò particolarmente impressionata al vedere il luogo estremamente povero in cui la Madonna aveva dato alla luce il suo divin Figlio. Quando dovette partorire, verso la fine del 1181 o l’inizio del 1182, il ricordo di quel luogo santificato dalla presenza del Dio umanato e della sua Immacolata Madre la spinse a chiedere di essere condotta nella stalla posta al piano terra della casa perché potesse dare alla luce lì il suo bambino, a somiglianza della Beata Vergine. Subito dopo la nascita, il piccolo Francesco fu portato nella chiesa di Santa Maria del Vescovado per esservi battezzato. Ricevere il Battesimo in una chiesa dedicata alla Madre di Dio fu come rinascere figlio della grazia nel grembo della Madonna. La conversione del Santo, avvenuta nel 1206, quando aveva circa 24 anni, fu segnata anch’essa dalla presenza della Vergine Maria. Mediatrice di tutte le grazie, Ella è all’origine di ogni conversione e lo fu anche della trasformazione interiore del figlio del ricco mercante Pietro di Bernardone. Quest’evento, che si colloca al principio dell’esperienza spirituale e carismatica del fondatore dei Francescani, avvenne davanti ad un’icona della chiesa di San Damiano, in Assisi, raffigurante la scena evangelica di Gesù Crocifisso con l’Apostolo prediletto e la Vergine Madre ai piedi della Croce. 

Giacché il giovane Francesco trascorreva molte ore in preghiera davanti a quest’icona, si può credere, cum fundamento in re, ossia con certezza, che abbia meditato spesso sulla Maternità spirituale e corredentiva di Maria Santissima, immedesimandosi in san Giovanni evangelista e, ritenendo rivolte a sé le parole di Gesù morente: «Ecco tua madre!» (Gv 19,27), come l’Apostolo, abbia accolto spiritualmente la Vergine Maria come sua Madre. Ella, con la sua azione materna, aveva disposto Francesco, “nuovo evangelista”, ad accogliere la grazia della conversione del cuore. Se poi si riflette sul fatto che l’esegesi biblica riconosce nella Donna presente in Gv 19,26 la medesima Donna preconizzata in Gn 3,15, ripresentata nella «piena di grazia» da Lc 1,28 e nella «Donna vestita di sole» da Ap 12,1, testi che l’esegesi biblica pone in relazione al privilegio dell’Immacolata Concezione, allora possiamo anche supporre che san Francesco possedesse una conoscenza mistica della Madre di Dio come Immacolata. È stato scritto che la definizione dogmatica della verità dell’Immacolata Concezione, avvenuta l’8 dicembre 1854, è il fine prossimo dell’Ordine Francescano, la realizzazione del quale rende possibile perseguire lo scopo ultimo, ossia la consacrazione totale della Chiesa al Sacro Cuore di Gesù.

Anche la fondazione dell’Ordine dei Frati Minori avvenne sotto lo sguardo e l’egida di Maria Santissima, nella chiesetta dedicata a Santa Maria degli Angeli. Sul monte della Verna, poi, dove il Santo aveva edificato una chiesetta spinto da una rivelazione della Vergine Santa, ricevette il dono inestimabile delle sacre stigmate. Infine, sempre fra le braccia della Vergine, ossia a Santa Maria degli Angeli, concluse la sua vita.

Il Celano ci informa che il Serafico Padre nutriva un amore indicibile verso la Madre di Dio perché aveva reso nostro fratello il Signore Gesù Cristo; le cantava lodi speciali, le innalzava preghiere e affetti tanti e tali da non potersi dire con lingua umana (cf FF 786: 2Cel 198). Tra queste lodi speciali vanno incluse due preghiere composte da lui stesso: il Saluto alla Beata Vergine Maria e l’antifona Santa Maria Vergine. Una delle sue devozioni mariane giornaliere, inoltre, era il Piccolo Ufficio della Beata Vergine.

San Bonaventura fa eco al celanese scrivendo che nella Santa Vergine, dopo che in Cristo, il Poverello riponeva tutta la sua fiducia, in quanto riteneva che per suo mezzo gli uomini avevano ottenuto misericordia da Dio. A Lei, oltre che al Signore, riteneva di dover confessare le sue mancanze, come un figlio alla madre, e per mezzo della sua intercessione sperava di ottenere il perdono dei suoi peccati. Riservava un culto speciale alle ricorrenze mariane – specialmente all’Assunzione, alla quale si preparava con il digiuno a partire dalla festa dei santi apostoli Pietro e Paolo –, in occasione delle quali concedeva alle Clarisse di San Damiano di temperare la loro abituale astinenza. Costituì la Madre di Dio avvocata dell’Ordine e – quasi lasciando un testamento spirituale mariano – comandò a tutti i frati, compresi quelli che sarebbero venuti nell’avvenire, di onorarla in ogni modo possibile e di averla in somma venerazione e devozione, comportandosi con Lei come fedeli servitori.

La pietà mariana di san Francesco affondava le sue radici nella Rivelazione, nella liturgia e nella tradizione dottrinale, concretizzandosi, sul piano dell’azione, nell’imitazione e nell’unione con la Vergine Santa. Ella divenne, per l’Assisiate, modello della vita religiosa, particolarmente nella virtù della povertà, che caratterizzerà in modo peculiare la spiritualità francescana. Nell’evidenziare quello che, a suo avviso, è il tratto fondamentale della vita di Gesù emergente dal Vangelo, dice di Lui che «ricco sopra ogni altra cosa, volle scegliere in questo mondo, insieme alla beatissima Vergine, sua madre, la povertà» (FF 182: 2Lf I, 5). 

Quando pensava alle dure privazioni che dovettero patire il divino Infante e la sua Santissima Madre, si scioglieva in profluvi di lacrime. Inoltre, nel dichiarare la sua volontà di seguire la povertà di Cristo, immancabilmente aggiungeva: «E della sua santissima Madre» che, come Lui, visse di elemosine. La vita del Santo tendeva alla conformità a Maria Santissima in tutto, particolarmente nel suo rapporto con il Figlio. Ciascuno degli elementi della sua vocazione furono da lui compresi in relazione alla Madre di Dio. Anche Lei, infatti, praticò la sequela Christi fino a raggiungere la cristiformità, e san Francesco intendeva imitarla mediante la scelta di vita evangelica, per cristificarsi sulle sue orme.   

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