RELIGIONE
Luigina Sinapi profetizzò l’apparizione alle “Tre Fontane”
dal Numero 5 del 24 gennaio 2023
di Fra Pietro Pio M. Pedalino

Pochi sanno che la Vergine della Rivelazione delle “Tre Fontane”, dieci anni prima che all’anticlericale Bruno Cornacchiola, apparve alla serva di Dio Luigina Sinapi, anima veramente speciale, sulla quale Dio ha avuto disegni particolari, anche per la Chiesa intera. 

Quella di Luigina Sinapi, serva di Dio del XX secolo, è una storia decisamente affascinante ma, non di rado, dimenticata o sconosciuta. 
Già da bambina Luigina affermava di giocare spesso con Gesù Bambino a nascondino e a rincorrersi. Era nata l’8 settembre 1916 a Itri (Latina), prima di cinque figli. La sua mamma era così preoccupata dei fatti straordinari che le succedevano che, a metà degli anni ’20, la portò da padre Pio da Pietrelcina per un consiglio e una benedizione. Il Frate le pose la mano stigmatizzata sul capo e disse: «Dio si manifesta in lei con la sua volontà». Trascorse fanciullezza e adolescenza nella sua famiglia agiata ricevendo, soprattutto dalla mamma, un’ottima educazione cristiana, frequentando elementari e ginnasio con serietà e intuendo che una singolare missione l’aspettava.
Lei stessa dirà di aver offerto a Gesù il voto di verginità a soli 5 anni. Inoltre, nutriva un’affezione intensissima per la Madonna, pregata a lungo con il Rosario, contemplata nei suoi dolori, nella partecipazione alla Passione del Figlio Crocifisso. Aveva una fiducia illimitata in Maria Santissima, tanto da strapparle dei miracoli. E quando altri si accorgevano della sua familiarità con Lei le chiedevano di pregarla per le loro necessità: e succedevano miracoli.
Nel novembre 1931, il primo grandissimo dolore: la morte della sua mamma a soli 44 anni. Era l’inizio della sua “via crucis” cui però non mancheranno gioie profondissime ed eventi straordinari. Sedicenne, Luigina entra tra le Figlie di San Paolo per consacrarsi a Dio. Ha come direttore spirituale don Timoteo Giaccardo (oggi beato). Ma, a causa della sua salute delicata, quello si rivela non essere il suo posto. La notte di Natale, don Giaccardo le domanda: «Per amore di Gesù, vuoi offrirti vittima per la salvezza delle anime?». Luigina risponde di sì. Don Giaccardo conclude: «Va’, figliola, la tua vocazione è altrove». 
Luigina sente dolori atroci al bacino: è un tumore. Rimane a letto, nella sua casa di Itri, per due anni, pregando, offrendo e continuando a occuparsi con eroismo dei suoi fratelli cui fa da mamma. Il 15 agosto 1935, solennità dell’Assunzione di Maria, il parroco le amministra l’Estrema Unzione, perché ormai è prossima alla morte. Ma ecco il miracolo: Luigina vede Gesù e la Madonna che la interrogano: «Siamo venuti per farti una proposta. Tu però sei libera di scegliere: vuoi venire subito con noi in Paradiso o rimanere sulla terra e offrirti ancora vittima espiatrice per la Chiesa e per i sacerdoti?». In un istante, Luigina vede i pericoli dell’apostasia, le defezioni che sarebbero venute negli anni futuri e accetta la seconda proposta, offrendosi ancora una volta vittima a Dio. Gesù allora le dice: «Non entrerai più in convento, ma come una persona comune vivrai nascosta agli occhi del mondo. Sarai poco compresa, soffrirai molto e morirai sola come me. Sarai – come dice il tuo nome – il granello di senape in un solco di Roma. Vivrai lo straordinario nell’ordinario. Da questo momento ti lascerò la mia Santa Madre: ti guiderà e ti conforterà. Sii una violetta nascosta ma sempre profumata. Non temere».
Non appena Gesù ebbe finito di parlare, l’Angelo custode di Luigina la prese per mano e la sollevò. Luigina si trovò improvvisamente guarita, mentre le bende che le coprivano il tumore le caddero. Dopo quella visione, il primo sabato di ogni mese e nelle festività mariane, la Madonna, preannunciata da musiche e cori angelici, apparve sempre a Luigina, lasciando sul luogo un profumo senza eguali che perdurava tutto il giorno.
Luigina nel 1930, come abbiamo detto, era entrata nel convento delle Figlie di San Paolo di don Alberione ma, ammalatasi, poco dopo dovette lasciare l’Istituto. Intanto, però, il colloquio con il Cielo, con Gesù e la Madonna, con santi quali san Francesco d’Assisi, san Filippo Neri, santa Teresa di Gesù Bambino e santa Gemma Galgani, si fa più intenso: vede l’Invisibile e porta a compimento “cose impossibili” agli uomini. Al contempo si dedica all’Adorazione eucaristica, all’apostolato spicciolo e a quello “in grande”, straordinario, come quando Gesù la invia in bilocazione a portare soccorso ai vescovi e ai sacerdoti impediti e perseguitati nell’est europeo e in Russia. Nel medesimo tempo il diavolo la tormenta in ogni modo. Non per nulla si era offerta vittima per la Chiesa e per i sacerdoti e il bene che va compiendo è sempre più grande, a larghissimo raggio.
All’entrata dell’Italia in guerra, nel giugno 1940, Luigina lascia Roma per fondare presso il Santuario della Madonna della Civita, a Itri, un’opera di carità e di assistenza per bambini bisognosi e donne anziane. Richiamata a Roma presso l’istituto di statistica, non accetta, vivendo per qualche tempo di umili servizi e di carità, e continuando il suo apostolato singolare.
Una mattina d’aprile 1937, Luigina si trova presso l’abbazia delle Tre Fontane e si inoltra tra le piante secolari fino a una grotta che ella non sa essere un luogo malfamato e ricettacolo di ciò che si vuol far sparire: croci spezzate, corpicini abortiti, materiale compromettente. Luigina si trova davanti alla Madonna che, con uno sguardo mesto, le fa notare in un angolo lo scheletro di un bimbo abortito e insepolto. Luigina seppellisce i piccoli resti e poi la Madonna le confida: «Esattamente fra dieci anni, tornerò in questo luogo. Mi servirò di un uomo che oggi perseguita me e la Chiesa Cattolica e vuole uccidere il papa... Ora tu va’ in piazza San Pietro, troverai una signora vestita così... e le chiederai di condurti da suo fratello cardinale: porterai a lui il mio messaggio. Da questo luogo, stabilirò a Roma il trono della mia gloria... Inoltre dirai al cardinale che prestò sarà lui il nuovo papa».
Luigina va a San Pietro dove incontra la marchesa Pacelli, ottenendo subito di parlare con il fratello card. Eugenio Pacelli, segretario di Stato. L’illustre e santo uomo di Chiesa crede subito a quella ragazza di 21 anni, come a un’inviata da Dio. Quando il 12 aprile 1947 la Madonna apparirà a Bruno Cornacchiola, convertendolo dai suoi tristi intenti, egli andrà a raccontare tutto a papa Pio XII, che era comunque già al corrente di tutto. Vista realizzata la profezia che riguardava la sua elezione al papato, Pio XII continua a stimare sempre più Luigina. I suoi incontri con lei si infittiscono nelle frequenti udienze e nelle telefonate reciproche. Un giorno in cui giunge all’udienza con il Pontefice coperta di lividi per le percosse ricevute dal diavolo, Pio XII le dona una reliquia della Croce di Gesù, dicendo: «Portala sempre con te, ti proteggerà da satana».
Avvicinandosi l’Anno Santo 1950, Pio XII pensa alla definizione dogmatica dell’Assunzione di Maria Santissima in corpo e anima, ma vuole un segno dal Cielo. Luigina riferisce al Papa quanto ha appreso dalla Madonna, e gli dice: «Padre santo, proceda tranquillo. Mamma Maria è in Paradiso anche con il suo corpo!». 
Luigina nel contempo sapeva che stavano per venire tempi molto duri per la Chiesa. Ad un amico confidò: «Dopo il Concilio, la Chiesa dovrà superare molte difficoltà... Ma alla fine, essa ne uscirà rinvigorita». Su suggerimento della Madonna, scrive: «Tempo verrà in cui menti corrose dall’orgoglio di scoprire contesteranno il Vangelo, perché Gesù non ha scritto... ma gli Apostoli, infiammati dal Fuoco divino, lo hanno scritto con il sangue. Quel Fuoco si sta spegnendo. La Chiesa ha bisogno di nuovo di questo Fuoco». Questa è la rivelazione che lascia intravedere la tragedia della “nuova teologia” e della “nuova esegesi” già condannate da Pio XII nella Humani generis (12 agosto 1950) e che, dilagando dappertutto, di fatto distruggono il credo cattolico e seminano confusione e rovina nelle anime.
Luigina passò gli ultimi anni della sua vita offrendo i suoi sacrifici per gli uomini di Chiesa e per la salvezza delle anime, passando a miglior vita il 17 aprile 1978.
Concludiamo con una riflessione sulla scorta degli intrecci profetici sbalorditivi appena passati in rassegna, che si presentano come l’ennesima conferma di quanto meravigliosi siano Gesù e la Madonna e di quanto efficacemente operino per il bene della Chiesa e del mondo intero servendosi a questo scopo di anime splendide plasmate dalle inesauribili operazioni della divina grazia.
“Da questo luogo stabilirò in Roma il trono della mia gloria”: questa fu, come si è visto, l’espressione di congedo della Vergine Maria da Luigina Sinapi che, 10 anni prima delle apparizioni della Bella Signora al miscredente Bruno Cornacchiola, ricevette quella che potrebbe essere chiamata, praticamente, la prima apparizione della Vergine alle Tre Fontane... Sembra proprio che quell’espressione di Maria debba riferirsi esattamente a quel dogma proclamato tre anni dopo le apparizioni dal venerabile e amatissimo pontefice Pio XII e che rappresenta quel “trono di gloria” della Vergine Assunta nel mistero della sua esaltazione in Cielo in corpo ed anima.
Come potrebbe mai escludersi che il messaggio che la Vergine della Rivelazione volle inviare a Sua Santità tramite Bruno contenesse un deciso incoraggiamento perché proclamasse il quarto dogma mariano? Non solo tale ipotesi non può essere esclusa ma, al contrario, c’è da pensare che davvero Nostro Signore volesse esaltare la sua diletta Figlia proprio a Roma, il Cuore della Chiesa Cattolica e che tale glorificazione fosse in qualche modo legata alla vicenda di un povero miserabile, convertito dall’onnipotenza di Dio, in un’epoca di profonde mutazioni sociali e culturali che preparavano alla rivoluzione del ’68 e alla tragica esperienza della Chiesa nel post-Concilio Vaticano II. L’Assunzione di Maria in Cielo non è forse un bellissimo segno di speranza per l’umanità, un sentiero aperto a tutti noi per salvarci l’anima e andare in Cielo per cantare le lodi della Trinità e della mistica Maria?
Che il Signore dia a tutti noi la grazia di una sincera conversione e di una strenua perseveranza nella vera fede in un contesto in cui, questa, diventa sempre di più come quell’unica luce in grado di rischiarare la vita dell’uomo, delle società, del mondo intero.
Signore, conservarci nella santa fede!  

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