Per tanto tempo si è gridato al collasso demografico, almeno dagli anni ’70 del secolo scorso fino al 2000. La convinzione era che gli uomini e che le donne sulla Terra fossero troppi.
Grande sciocchezza! L’umanità è sempre stata e sarà la più grande risorsa del pianeta.
Gli uomini sono poca cosa rispetto allo spazio da riempire. Le zone urbane costruite dall’uomo coprono meno del 3% della superficie terrestre emersa. Rispetto alle altre specie viventi, il regno vegetale rappresenta il 97,3% della materia vivente ospitata dalla Terra, mentre l’umanità è “confinata” nel rimanente 2,7%.
All’inizio del XXI secolo, un biologo americano, Francis P. Felice (1922-2015), comunicò una notizia che, appena letta, può destare meraviglia, ma che invece è facilmente dimostrabile. Eccola: «Una popolazione di 6 miliardi di persone potrebbe vivere in una gigantesca megalopoli grande come lo Stato del Texas. Ogni nucleo familiare, composto in media da tre persone, avrebbe a disposizione un villino di 102 mq e 222 mq di giardino. Un terzo dello spazio di questa gigantesca città sarebbe destinato a parco ed un altro terzo alle attività produttive e ai servizi. La densità di popolazione di questa ipotetica gigantesca metropoli sarebbe di circa 8.104 persone per kmq. Per avere un termine di paragone basta pensare che […] Brooklyn [ha] più di 11.583 persone per kmq» (1). Quindi si vivrebbe non uno sopra l’altro, bensì in una dimensione di comoda vivibilità. E il resto del mondo? Completamente disabitato!
Insomma, ce n’è da riflettere.
Nota
1) Tratto da: Jader Jacobelli (a cura di), Emergenza demografia: troppi? Pochi? O mal distribuiti?