RELIGIONE
Nella “Mistica città di Dio”, la vera causa della Rivoluzione contro Dio
dal Numero 15 del 18 aprile 2021
di Fra’ Pietro Pio M. Pedalino

Principio di ogni rovina spirituale, individuale e collettiva, è la “tiepidezza”, che inizia con l’indifferenza e la dimenticanza dei misteri di Fede. Chi coltiva la memoria di questi santi misteri, li vive ricevendone protezione e frutti spirituali sempre maggiori. Ma chi la trascura si raffredda nella carità, esponendosi all’azione maligna di Satana.

María Coronel y Arana nacque il 2 aprile 1602 ad Ágreda, nella Vecchia Castiglia. Il 13 gennaio 1619 entrò nell’Ordine delle Concezioniste Francescane insieme alla madre e alla sorella Jeronima, prendendo il nome di suor Maria di Gesù. Dopo la professione dei voti cominciò ad avere prove fisiche e morali, insieme a doni eccezionali, sia esteriori (poi venuti meno), sia interiori. Nel 1627 divenne badessa. I missionari francescani inviati nel Messico del Nord sentirono raccontare dai nativi che una misteriosa “dama in blu” li aveva evangelizzati: in quella donna riconobbero suor Maria di Gesù. Per quei fatti ed altre eccezionalità della sua vita spirituale fu esaminata dall’Inquisizione spagnola. Morì il 24 maggio 1665 nel convento di Ágreda. La sua causa di beatificazione iniziò, nella fase romana, il 28 gennaio 1673. Secondo la legislazione dell’epoca, suor Maria ricevette il titolo di Venerabile. La causa è ripresa nel 1990, con la nomina di un nuovo relatore. I suoi resti mortali riposano nella chiesa del convento della Concezione ad Ágreda.

Suor Maria scrisse varie opere spirituali, la più nota delle quali è senza dubbio la Mistica Città di Dio, edita per la prima volta nel 1670 a Madrid e poi nel 1681 e 1684 a Lisbona. Gli otto libri che la compongono narrano la vita della Vergine Maria. Pur ricevendo il plauso di re Filippo IV di Spagna e dei teologi da lui interpellati, l’opera, in parte già scritta, fu data alle fiamme dall’autrice nel 1645 per ordine di un confessore temporaneo. Nel 1650, passata sotto la direzione spirituale di un altro confessore – padre Andrea da Fuenmayor –, ebbe da questi l’ordine di riscrivere la vita della Madonna e anche la propria autobiografia, con la descrizione delle singolari grazie di cui Dio la favoriva. L’opera fu completata nel 1660 e approvata poi nel 1686 dall’Inquisizione spagnola, grazie al suo rigore teologico e ai suoi contenuti edificanti. Ha avuto, nel corso dei secoli, una notevolissima diffusione, in milioni di copie e in varie lingue, comprese tamil , cinese e coreano.

Questa Opera fu utilizzata da molti santi: Annibale di Francia, Antonio Maria Claret, Luigi M. Grignion da Montfort; Junipero Serra e Antonio Margil se ne servirono come testo fondamentale per la loro evangelizzazione.

Tra le innumerevoli perle presenti nell’opera ci pare particolarmente significativa una sezione in cui la Vergine Santissima, commentando gli eventi della Passione, Morte e Risurrezione del Figlio, con un taglio raffinatamente teologico-spirituale, indica la vera causa di quello che definisce «l’attuale infelicissimo stato» del mondo, in cui i demoni hanno assunto un potere tale da osare di «cercare di distruggere l’intera Chiesa». Se questo valeva in quel secolo lontano, quanto non deve valere di più oggi in cui la situazione è di gran lunga peggiore? Più che allora, perciò, è utile leggere e meditare su queste indicazioni, badando ai moventi spirituali che stanno dietro ad ogni rivoluzione contro l’ordine naturale e soprannaturale che in modo palese giunge, oggi, alle sue estreme conseguenze.

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«Mia diletta [...], ti stupisce a ragione l’aver avuto notizia del potere dei meriti di sua Maestà e dell’opera di salvezza, con quanto causò nei ministri di Satana, mentre osservi questi stessi signoreggiare tanto spavaldi con raccapricciante audacia. Benché tale sbigottimento ceda di fronte all’illuminazione che ti è stata concessa su quello che hai raccontato, voglio ugualmente aggiungere qualcos’altro, affinché cresca la tua sollecitudine contro esseri così pieni di malignità. Senza dubbio il principe delle tenebre [Satana] e i suoi, rendendosi conto dell’incarnazione e della redenzione, scoprendo che mio Figlio era nato tanto povero, umile e vilipeso e venendo ad avere cognizione della sua vita, dei suoi prodigi, della sua misteriosa morte e di quanto ancora aveva compiuto sulla terra per attrarre a sé gli uomini, restarono indeboliti e senza forze per circuire i discepoli, come solevano fare con gli altri e come sempre bramavano.

Nella comunità primitiva durò per molti anni il terrore dei diavoli e la paura che questi avevano dei battezzati; in essi, infatti, la potenza dell’Altissimo risplendeva per mezzo dell’imitazione del Signore e dell’ardore con cui professavano la fede, seguivano la dottrina evangelica ed esercitavano le virtù con eroici ed infiammati atti di amore, di sottomissione, di pazienza e di disprezzo delle apparenze vacue e fallaci. Molti, anzi, spargevano il proprio sangue, dando la vita per Lui e facevano azioni stupende e mirabili ad esaltazione del suo nome. Questa inalterabile fortezza era data loro dalla memoria ancora fresca della sua Passione, dal tenere più presente il modello sublime della sua magnifica sopportazione e del suo abbassamento e dall’essere meno tentati dai dragoni che non poterono rialzarsi dal grave atterramento in cui li aveva abbandonati la vittoria del Dio crocifisso.

La viva immagine del Maestro che questi ultimi distinguevano nei primi credenti li spaventava a tal punto che non osavano avvicinarsi ad essi e subito fuggivano. Così succedeva con gli apostoli e con gli altri giusti che godettero degli insegnamenti divini e offrirono con la loro perfezione le primizie del riscatto e della grazia; lo stesso accadrebbe anche oggi, come si constata e si sperimenta nei santi, se tutti i cattolici la accettassero, si lasciassero guidare da essa e percorressero il cammino della croce, come lo stesso Lucifero paventò che avrebbero fatto.

Ben presto, però, la carità, il fervore e la devozione iniziarono a raffreddarsi. Molti si sono scordati del beneficio del loro rimedio, hanno assecondato le inclinazioni e i desideri della carne, hanno avuto a cuore la vanità e l’avidità di beni e si sono fatti ingannare ed affascinare dalle false favole del seduttore, oscurando così la gloria del Creatore e consegnandosi nelle mani dei loro acerrimi nemici. Per questa triste ingratitudine il mondo è pervenuto al suo attuale infelicissimo stato. I demoni hanno innalzato la loro protervia, presumendo di impadronirsi di tutti, per la dimenticanza e l’indifferenza dei cristiani. La loro audacia arriva a cercare di distruggere l’intera Chiesa, pervertendo tanti affinché la neghino e quelli che stanno in lei affinché la disdegnino o non approfittino dell’immolazione del loro Salvatore.

La calamità maggiore è che parecchi non se ne accorgono e la ignorano, sebbene possano ritenere di essere giunti ai tempi minacciati dal mio Unigenito, quando disse alle figlie di Gerusalemme che sarebbero state fortunate le sterili e che molti avrebbero pregato i monti e i colli di coprirli abbattendosi sopra di essi, per non vedere l’incendio di colpe tanto brutte consumare i figli della perdizione, quali alberi secchi, senza frutto e senza alcuna qualità. Carissima, tu vivi in questo secolo così malvagio e, perché non ti sorprenda lo sterminio di tante anime, piangilo sinceramente con amarezza, e non far mai cadere nell’oblio l’Incarnazione, Passione e Morte di sua Maestà; rendi grazie per questo, al posto di tanti altri che non se ne curano. Ti assicuro che tale ricordo e meditazione incute grande timore all’inferno e tormenta gli spiriti del male, che scappano e si allontanano da coloro che tengono a mente con riconoscenza le opere e i misteri del Redentore» (2). 


Note

1) L’edizione indiana in lingua tamil della Mistica Città di Dio voluta da una famiglia induista ha nell’introduzione una lettera inviata per l’occasione da santa Teresa di Calcutta.

2) La Mistica Città di Dio, vita della Vergine Santissima rivelata alla venerabile Maria d’Agreda, libro V. cap. 20, nn. 939-941.

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