RELIGIONE
Il Regno di Maria: nuova Domenica delle Palme
dal Numero 14 del 5 aprile 2020
di Fra’ Pietro Pio M. Pedalino

La missione pubblica di Gesù ha conosciuto, prima della Passione, un’ora di gloria. Poiché la Chiesa è il prolungamento nella storia del mistero di Cristo, illustri santi, profeti, teologi e dottori della Chiesa hanno preannunciato anche per la Sua mistica Sposa un’era di trionfo storico e sociale.

Nel parlare della futura restaurazione della Chiesa e del mondo (alias: Trionfo del Cuore Immacolato di Maria) non si può prescindere da una rapida rassegna dei fondamenti biblici che stanno alla base del discorso circa il regno di Cristo per mezzo di Maria.

Si tratta, innanzitutto, di tutti quei passi e brani dell’Antico quanto del Nuovo Testamento che fondano la verità della Regalità sociale di Cristo, perché non può comprendersi il discorso sul futuro regno del Salvatore, prefigurativo di quello escatologico al di fuori del tempo, se non sulla base del diritto che Egli ha di regnare non solo nella sua Chiesa ma anche al di fuori di essa, nella società civile mondiale.

La Sacra Scrittura proclama tutto questo senza possibilità di fraintendimento: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra» (Mt 28,18); Gesù Cristo è «il principe dei re della terra» (Ap 1,5) e il «Re dei re e Signore dei signori» (Ap 19,16); «bisogna che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi» (1Cor 15,25); «si prostreranno davanti a lui tutte le famiglie dei popoli. Poiché il regno è del Signore, egli domina su tutte le nazioni» (Sal 22,28-29); «egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli» (Is 2,4); al Figlio dell’uomo il vegliardo «diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto» (Dn 7,14); «ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra» (Sal 2,8); «a lui tutti i re si prostreranno, lo serviranno tutte le nazioni» (Sal 72,11); «per mezzo mio regnano i re e i magistrati emettono giusti decreti; per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia» (Prv 8,15-16).

Vi è, però, un fondamento scritturistico ancora più diretto ed efficace. Più in particolare, sono gli eventi evangelici legati alla vita, morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo a offrire un’interessante indicazione circa l’opportunità di un futuro trionfo della Chiesa prima della Parusia finale. Questo trionfo ha, per la fattispecie, la sua radice evangelica e la sua prefigurazione nel grandioso evento della Domenica delle Palme, quando a Gerusalemme, sia pure per pochi giorni, la folla ebraica e perfino alcuni pagani celebrarono Cristo riconoscendolo Messia, cioè Salvatore, Pontefice e Re (cf. Mc 11,8-10), tanto che per un certo tempo parve che il mondo intero lo seguiva (cf. Mt 21,19).

La dottrina cristiana insegna che la vita terrena di Gesù è dotata di una tale esemplarità da riassumere e prefigurare in sé l’intera storia della salvezza. A proposito spiegava il Card. J. Ratzinger: «La Passione di Gesù viene trasferita dal Capo al Corpo; come nella sofferenza di Gesù vi fu dapprima la luce, poi le tenebre e infine di nuovo la luce, allo stesso modo anche nel cammino del dolore del Corpo mistico si deve prevedere [...] un’analoga alternanza»(1).

Il trionfo storico della Chiesa

Fatte queste dovute premesse, possiamo riflettere così: «Siccome il trionfo della Domenica delle Palme avvenne prima dell’apostasia del Venerdì Santo e della Risurrezione, possiamo prevedere che la Chiesa militante vivrà almeno un’epoca di trionfo prima dell’apostasia finale e della definitiva apoteosi escatologica. Prima della fine dei tempi, dunque, si realizzerà una nuova Domenica delle Palme che, a differenza di quella vecchia, esalterà non tanto il Cristo quanto quel suo Corpo mistico che è la Chiesa, anche allo scopo di consolare i fedeli, umiliare gli infedeli e spingere gli indecisi a schierarsi prima dello scontro e del giudizio finali. La Domenica delle Palme costituisce quindi una prefigurazione non solo della finale Parusia del Redentore, ma anche di almeno un precedente trionfo storico della Chiesa»(2).

Questa futura era trionfale non è una costruzione intellettuale né un sogno utopistico. È stata preannunciata da molti illustri santi, profeti, teologi e Dottori della Chiesa, che l’hanno indicata col termine di “penultima età della Chiesa” e l’hanno solitamente numerata come sesta della serie temporale: «Difatti, come nel sesto giorno della creazione Dio compì la sua opera stabilendo il regno del primo uomo sul creato, così, nella sesta era della storia, Egli compirà la propria opera redentrice stabilendo sull’umanità il Regno dell’Uomo-Dio, ossia della Chiesa come Corpo mistico di Cristo. Questa sesta età precederà la settima e ultima, che corrisponderà al settimo giorno della creazione, ossia all’eterno riposo sabbatico della Chiesa trionfante in Cielo»(3).

Interessante sapere che, di tutto questo, nelle rivelazioni private vi è diretto riscontro. Per esempio in un brano del 29 ottobre 1943 così il Signore Gesù avrebbe(4) rivelato alla mistica casertana Maria Valtorta: «Nel mio breve regno sul mondo sarò io che regnerò, io e i resti del mio popolo ossia i fedeli veri, quelli che non hanno rinnegato Cristo e ricoperto il segno di Cristo con la tiara di Satana. Cadranno allora le bugiarde deità dello strapotere, le dottrine oscene rinneganti Iddio, Signore onnipotente. La mia Chiesa, prima che l’ora del mondo cessi, avrà il suo fulgido trionfo. Nulla è diverso nella vita del Corpo Mistico di quanto fu nella vita del Cristo. Vi sarà l’osanna alla vigilia della Passione, l’osanna quando i popoli, presi dal fascino della Divinità, piegheranno il ginocchio davanti al Signore. Poi verrà la Passione della mia Chiesa militante, e infine la gloria della Risurrezione eterna in Cielo».

Un’era mariana

Questa nuova Domenica delle Palme, questa nuova era cristiana, avrà una connotazione anche fortemente mariana: accanto alla regalità di Cristo sarà compresa ed esaltata anche quella della sua Santissima Madre.

Detto regno, così, glorificherà Maria e la glorificherà facendo risplendere il suo mistero e illuminando con luce divina il ruolo profetico che Lei avrà avuto per la realizzazione del Trionfo e, più in generale, il ruolo e l’opera da Lei compiuta in tutta la storia della Salvezza, a partire dalla volontà di Dio di inserirla nell’economia salvifica universale che cominciò con il “Fiat” all’Incarnazione e durerà sino alla fine dei tempi: «La parola “Regno di Maria” esprime quell’ideale di sacralizzazione dell’ordine temporale, attraverso la mediazione di Maria, che non è altro che la civiltà cristiana sempre additata dai Pontefici come meta. [...]. Il Regno di Maria sarà una civiltà sacrale perché ordinata fondamentalmente a Dio; la legge che regolerà i rapporti con Dio e fra gli uomini sarà quella della dipendenza, che troverà la sua espressione più alta nella “schiavitù d’amore” alla Santissima Vergine»(5).

Di certo «il Regno di Maria [sarà] un’epoca storica di fede e di virtù, che verrà inaugurata da una vittoria spettacolare della Madonna sulla Rivoluzione. In quest’epoca, il demonio verrà scacciato e la Madonna regnerà sull’umanità attraverso le istituzioni che avrà scelto allo scopo [...]. Il Regno di Maria sarà dunque un’epoca nella quale l’unione delle anime con la Madonna raggiungerà una intensità senza precedenti nella storia, fatta eccezione – è chiaro – di casi individuali [...]. Qual è la forma di questa unione, in un certo senso somma? Non conosco un mezzo più perfetto, per enunciare e per realizzare questa unione, della santa schiavitù alla Madonna, come viene insegnata da san Luigi Maria Grignion di Montfort nel Trattato della vera devozione a Maria»(6).

È Dio in primis che desidera rendere gloria a sua Madre sulla terra e questo avverrà col Trionfo del di Lei Immacolato Cuore, poiché gli uomini sentiranno la necessità di lodare l’autrice di quelle meraviglie di grazia di cui godranno i benefici, a seguito della loro liberazione da tutti i lacci della “grande prostituta”, la Babilonia mondiale capitalista e massonica, «ebbra [...] del sangue dei martiri» (Ap 17,6): «L’era futura sarà non solo genericamente cristiana ma anche specificamente mariana, realizzando socialmente il celebre motto ad Jesum per Mariam. Molti santi, profeti, apostoli e dottori della Chiesa sostengono che la storia non si concluderà prima di culminare in un’epoca in cui il Redentore regnerà in modo eminente mediante la Madonna, allo scopo di manifestare la grandezza e la potenza di quella Immacolata destinata dalla Provvidenza a regnare come Regina e a “vincere tutte le eresie del mondo intero”, come celebra la nota antifona mariana dell’VIII secolo. Questo Regno di Cristo in Maria viene spesso chiamato, per sineddoche, Regno di Maria. Esso sarà un Regno non solo spirituale e individuale ma anche materiale e sociale; la Madonna cioè governerà, da vera Regina, non solo le anime ma anche le società e i popoli»(7).

L’esercizio della sua materna regalità

La Vergine Santa, quindi, partecipando realmente e in senso proprio della Regalità di Cristo, sebbene in maniera sussidiaria e a Lui relativa e subordinata, eserciterà il suo ufficio di Regina insieme al Figlio durante il periodo del Trionfo. Certo, risplenderà in modo eminente il suo potere e il suo ufficio di Mediatrice universale della grazia ma la sua Regalità avrà anche conseguenze sociali, culturali, politiche. Lei è la Regina dell’universo e, di conseguenza, è anche Regina dell’umana società, sia ecclesiale che civile.

Si tratta di una conseguenza della sua Regalità, partecipando Ella alla Regalità di Cristo che è su «ogni tribù, lingua popolo e nazione» (Ap 5,9), su cui domina «con scettro di ferro» (Sal 2,9) avendo ricevuto dal Padre «in possesso le genti» (Sal 2,8). A motivo dell’unione con Cristo e della condivisione del suo ufficio regale, anche Ella domina su ogni lingua popolo e nazione con lo stesso “scettro di ferro” con cui il Figlio detiene il potere regale sulle nazioni. Quello “scettro di ferro” è la sua Misericordia materna, lo scettro regale che la rende Regina dei cuori, Regina della grazia, a cui gli uomini obbediranno, spinti da amore filiale e profonda gratitudine.

Il Documento magisteriale forse più completo che riassume tutta la Tradizione della Chiesa circa la regalità di Maria Santissima è la splendida Lettera Enciclica Ad Coeli Reginam del venerabile Pio XII. In essa, tra gli altri sublimi insegnamenti, il “Pastor Angelicus” afferma: «Il popolo cristiano [...] considerando gli intimi legami che uniscono la madre al figlio, attribuì facilmente alla Madre di Dio una regale preminenza su tutte le cose [...]. I fedeli contemplano in pia meditazione già da molti secoli, il regno di Maria, che abbraccia il cielo e la terra. [...]. È certo che in senso pieno, proprio e assoluto, soltanto Gesù Cristo, Dio e uomo, è re; tuttavia, anche Maria, sia come Madre di Cristo Dio, sia come socia nell’opera del divin Redentore, e nella lotta con i nemici e nel trionfo ottenuto su tutti, ne partecipa la dignità regale, sia pure in maniera limitata e analogica. Infatti da questa unione con Cristo re deriva a Lei tale splendida sublimità, da superare l’eccellenza di tutte le cose create: da questa stessa unione con Cristo nasce quella regale potenza, per cui Ella può dispensare i tesori del regno del divin Redentore; infine dalla stessa unione con Cristo ha origine l’inesauribile efficacia della sua materna intercessione presso il Figlio e presso il Padre»(8).

È un mistero imperscrutabile che la missione di restaurazione universale sia stata affidata al Cuore Immacolato di Maria. Ma sarà così, non vi è dubbio. Il tempo di pace sarà una nuova era dell’Immacolata: era di grazia, di pace, di straordinarie benedizioni celesti per tutta la terra: «Viviamo in un’epoca che potrebbe essere chiamata l’inizio dell’era dell’Immacolata [...]. Quando l’Immacolata diventerà la Regina del mondo intero, allora la Terra diventerà un paradiso: non quello utopistico comunista, ma quello vero, per quanto è possibile sulla Terra. La pace e la felicità entreranno nelle famiglie, nelle città, nei villaggi e nelle nazioni dell’intera società umana»(9).

È necessario adorare e accogliere gli imperscrutabili decreti di Dio e fare in modo che la Vergine Santissima, attraverso una vita di piena consacrazione, sia maggiormente conosciuta, amata, servita poiché, come dice san Luigi M. Grignion di Montfort, «la divina Maria è stata finora sconosciuta; questo è uno dei motivi per cui Gesù Cristo non è conosciuto come si dovrebbe. È dunque sicuro che la conoscenza di Gesù Cristo e la venuta del suo regno nel mondo non saranno che la conseguenza necessaria della conoscenza della Santa Vergine e della venuta del regno di Maria, che lo ha messo al mondo la prima volta e che lo farà risplendere la seconda»(10).  


NOTE
1) J. Ratzinger, San Bonaventura. La teologia della storia, Nardini, Firenze 1991, p. 71.
2) G. Vignelli, Fine del mondo? O avvento del Regno di Maria?, Fede & Cultura, Verona 2013, p. 85.
3) Ivi, p. 88. Tra i santi che hanno preannunciato quest’era di pace e trionfo della Chiesa: san Bonaventura da Bagnoregio, santa Caterina da Siena, beata Anna Katherina Emmerich,  beata Elisabetta Canori Mora, san John Henry Newman, san Giovanni Bosco, beato Pio IX: cf. Ivi, pp. 83-101.
4) L’uso del condizionale è d’obbligo in quanto queste supposte rivelazioni private non hanno ancora ricevuto un riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa Cattolica. Riferisco di esse, tuttavia, in ossequio alla medesima autorità ecclesiastica in quanto, dopo l’abrogazione dei canoni 1399 e 2318 del Codice di Diritto Canonico ad opera di Paolo VI [in AAS 58 (1966)], gli scritti riguardanti nuove apparizioni, manifestazioni, miracoli, ecc., possono essere divulgati e letti dai fedeli anche senza autorizzazione esplicita da parte dell’autorità ecclesiastica, purché i contenuti osservino in tutto la Fede e la Morale cattoliche.
5) R. de Mattei, Il crociato del secolo XX: Plinio Corrêa de Oliveira, Piemme, Casale Monferrato 1996, p. 333.
6) P. Corrêa de Oliveira, La devozione mariana e l’apostolato contro-rivoluzionario, prefazione a Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, in Cristianità II (8/1974) 3-6.
7) G. Vignelli, Fine del mondo? O avvento del Regno di Maria?, p. 111. Sulle basi storico-teologiche della Regalità di Maria: cf. B. Gherardini, Sta la Regina alla tua destra, Vivere In, Roma 2002.
8) Venerabile Pio XII, Lettera Enciclica Ad Coeli Reginam, 11 ottobre 1954, in AAS 46 (1954) 625-640.
9) Padre A. Ricciardi, Beato Massimiliano Maria Kolbe, Postulazione Generale dei Frati Minori Conventuali, Roma 1971, p. 288. Faccio notare che padre Kolbe operò esplicitamente per l’avvento del Regno sociale dell’Immacolata.
10) San Luigi M. Grignion de Montfort, Trattato della vera devozione a Maria, n. 13, in Idem, Opere, Centro Mariano Monfortano, Roma 1977.

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