APOLOGETICA
Il miracolo della Santa Casa di Loreto
dal Numero 47 del 9 dicembre 2018
di Stefano Tamantini

L’Associazione Luci sull’Est ha pubblicato un agile volumetto di Federico Catani, che merita di essere segnalato per la completezza della trattazione e le interessanti conclusioni.

L’Associazione Luci sull’Est ha pubblicato un agile volumetto di Federico Catani, Il Miracolo della Santa Casa di Loreto, che merita di essere segnalato per la completezza della trattazione e le interessanti conclusioni.
Il libro, che si segnala anche per la ricchezza del materiale iconografico, esordisce illustrando le ragioni che consentono di identificare la Santa Casa di Loreto con la casa della Santa Famiglia di Nazareth, dove la Madonna ricevette l’annuncio dell’arcangelo Gabriele e il Verbo si fece carne. Catani ne analizza la struttura e l’arredamento, non mancando di spiegare come mai la Virgo Lauretana è nera e ricoperta dalla dalmatica e facendo cenno al cosiddetto “altare degli Apostoli”, dove san Pietro celebrò la prima Messa, e ai numerosi miracoli eclatanti e documentati che – accanto a quelli di natura spirituale – sono stati registrati nel corso dei secoli.
Lo studio ricostruisce poi con attenta precisione storica e con puntuale rinvio alle fonti, la vicenda del trasporto angelico della Santa Casa dalla Palestina fino alla sua definitiva ed attuale sede, facendo anche giustizia dell’ipotesi secondo cui le pietre della Santa Casa sarebbero state trasportate a Loreto su nave, per iniziativa della nobile famiglia Angeli: tesi che Catani giudica, argomentatamente, inattendibile, ma che è sposata addirittura dal sito ufficiale del Santuario. In realtà, ci dice l’Autore, la teoria del trasporto naturale delle pietre della Santa Casa è frutto del pregiudiziale ed ideologico rifiuto del soprannaturale che caratterizza la cultura moderna e che ha sedotto, ahinoi, anche una parte di quella cattolica: essa, però, è smentita dalle caratteristiche della Casa di Loreto, dalla sua collocazione, dalla circostanza che, a quanto risulta dal loro studio, le pareti dell’edificio sono sempre rimaste intatte: elementi che rendono improbabile uno smembramento del manufatto pezzo per pezzo a Nazareth, e il successivo riassemblaggio nelle Marche.
Inoltre, le traslazioni storicamente accertate – afferma Catani – «sono almeno cinque, avvenute nell’arco di tempo che va dal 1291 al 1296: a Tersatto (oggi un quartiere della città di Fiume), ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta (attuale località detta della Banderuola), sul campo di due fratelli situato sul Monte Prodo (antistante all’attuale Santuario lauretano) e sulla pubblica strada, dove ora sorge l’attuale basilica e dove soprattutto è stata costruita una città, proprio attorno all’insigne reliquia».
L’Autore pone all’evidenza dei lettori pure il fatto che sono stati diversi i pontefici, i santi e le importanti personalità della storia e della letteratura che, già a partire dal 1300, si sono espressi in maniera favorevole e/o si sono recati a Loreto. Nel 1993 Giovanni Paolo II definì quello lauretano «il primo santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e, per diversi secoli, vero cuore mariano della Cristianità».
L’attenzione dei papi per Loreto si è tradotta nella diffusione delle Litanie Lauretane e – seppur con alterne vicende – ha avuto riscontro anche a livello liturgico, con l’istituzione sotto Urbano VIII, nel 1632, della festa della “Miracolosa Traslazione” fissata per il 10 dicembre e che dapprima interessava le sole Marche, per poi estendersi nei secoli a livello internazionale, fino a quando – il 14 febbraio del 1961 – la Sacra Congregazione dei Riti ha emesso un’istruzione con la quale ha stabilito che la festa tornasse a essere celebrata nelle sole Marche.
I santi legati alla Santa Casa non si contano, così come gli uomini importanti della storia; solo per citare alcuni nomi, tra i più noti: san Francesco d’Assisi, san Carlo Borromeo, san Francesco di Sales, san Luigi Maria Grignion de Montfort (che a Loreto ricevette l’ispirazione di scrivere il Trattato della vera devozione a Maria), ma anche gli imperatori Carlo IV, Carlo V, Ferdinando II e Dante Alighieri, Torquato Tasso e Cristoforo Colombo...
Ma se la parte storica del libro si apprezza per il suo solido e convincente rigore, uguale e forse maggior rilevanza va attribuita alle considerazioni conclusive, che evidenziano il valore e gli effetti spirituali della Santa Casa. È stato così nei secoli, quando la Madonna di Loreto ha protetto la Cristianità dalla minaccia islamica – alcune pagine del libro sono dedicate allo stretto legame che intercorre tra la Santa Casa e Lepanto; ed è così ancor oggi, quando la Santa Casa può e deve essere riguardata dai fedeli del terzo millennio come il Santuario dei principi non negoziabili, anche in vista delle sfide che li attendono nel prossimo futuro. A Loreto, dunque, possiamo trovare l’energia spirituale per combattere, con lo speciale vigore richiesto da questi tempi calamitosi, la buona battaglia a difesa della sacralità della vita innocente, della verità antropologica dell’uomo, dell’intangibilità del Matrimonio come sacramentale ed indissolubile unione feconda di uomo e donna. E ricordando che nella Santa Casa è probabilmente spirato, tra le braccia della Beata Vergine e di Nostro Signore, san Giuseppe, Catani si augura che essa possa diventare «il punto di riferimento spirituale per la lotta contro ogni legislazione che miri a introdurre l’eutanasia».  
 

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