ATTUALITÀ
Un grido di dolore troppo spesso ignorato
dal Numero 39 del 11 ottobre 2020
di Francesca Romana Poleggi

Sono numeri impressionanti e fatti agghiaccianti quelli registrati e diffusi dai bollettini informativi di “Meter”, l’associazione che da anni si oppone con tenacia alla pedofilia. Il fenomeno dilaga sul web, ma l’azione di contrasto è lenta da parte della polizia, mentre quella di denuncia quasi inesistente da parte dei grandi media.

Non so se i Lettori di questo Settimanale sono pratici di Facebook. A quelli che lo fossero vorrei chiedere di visitare con assiduità la pagina di don Fortunato Di Noto, fondatore e direttore di Meter, un’associazione che combatte da decenni a livello internazionale la pedopornografia e aiuta e sostiene le piccole vittime a superare il trauma subìto. In realtà non dovremmo dire “superare” perché questo trauma raramente si supera: bisogna imparare a conviverci.

Don Di Noto aggiorna i visitatori della sua pagina frequentemente – troppo frequentemente, purtroppo – con i risultati dell’attività di Meter. Lui stesso dice che da trent’anni fa un lavoro che «strappa la carne e il cuore» e chiede preghiere perché il Signore gli mantenga la forza di andare avanti.

Infatti, sappiamo tutti che c’è chi abusa dei bambini – e ci fa orrore. Forse però non sappiamo – e non vogliamo sapere – quali mostruose circostanze accompagnano e aggravano questi delitti (1).
Forse non sappiamo che c’è chi divulga certe immagini su internet perché c’è gente che paga per vederle e che tutti costoro sono tutelati dalla privacy dei grandi colossi del web.

Il grido di don Di Noto si leva alto e addolorato: «Il contrasto alla pedofilia e pedopornografia, quando i risultati sono resi noti, è in atto con lentezza e tenue efficacia». E «non sappiamo se e come questi bambini sono sopravvissuti. Se hanno avuto giustizia, se vivono [...] una vita vera».

I numeri sono impressionanti. Il report di Meter del 2019 ha denunciato 7.074.194 foto e 992.300 video. Il che vuol dire circa otto milioni di bambini violentati e milioni di adulti che li violentano.

Eppure, dice don Di Noto, «qualcuno ha avuto la sfrontatezza di sottolineare: sono solo foto, magari di qualche anno fa. Magari già conosciute e segnalate chissà quante volte da Meter ».

«In una foto e in un video la violenza si ripete, si ripete sempre», risponde amareggiato il sacerdote.

Le parole di don Di Noto, purtroppo, che fanno molto male alle persone sensibili, rimangono il più delle volte senza seguito, perché le azioni della polizia e della magistratura che seguono le denunce di Meter sono irrisorie, rispetto alla vastità dell’orrore e perché la lobby dei pedofili è una lobby planetaria davvero potente, cui appartengono personaggi ricchi e potenti.

In Georgia, negli Stati Uniti, le forze dell’ordine hanno recentemente ritrovato 39 minori scomparsi di età compresa tra i 3 e i 17 anni. È una notizia che può dare un po’ di speranza e siamo grati a chi davvero fa qualcosa di concreto per contrastare un crimine così esecrabile come la pedofilia. In questo caso, l’“Operazione Not Forgotten” è stata condotta dall’US Marshals Service e ha portato all’arresto di diverse persone molte delle quali avevano precedenti come molestatori sessuali.

Ma è una goccia nel mare. È vero che nel 2019 ai Marshall sono stati affidati poco meno di 400 casi e che sono riusciti a salvarne 295, circa il 75%. Ma, solo negli Stati Uniti, quell’anno, il National Center for Missing and Exploited Children ha segnalato all’FBI più di 421.000 bambini scomparsi.

È comprensibile sentirsi impotenti davanti a tanto male. Tutti, però, possiamo fare alcune cose. Innanzi tutto, pregare. Poi, sostenere anche economicamente un’associazione come Meter, che opera concretamente non solo per scovare e denunciare, ma anche per assistere e guarire i bambini abusati. E infine, in ogni contesto sociale e culturale, dobbiamo dar voce a queste povere vittime e sollevare il problema della giustizia che procede poco o a rilento in queste circostanze. Dobbiamo opporci civilmente ma fermamente a chi fa discorsi che tendono a sdoganare la pedofilia.

Gli argomenti più comuni, che diventano sempre più “politicamente corretti”, sono che «il pedofilo “nasce così” e non può farci niente», e che «il pedofilo di natura non è violento e i bambini “li ama” ma non li tocca neanche con un fiore... se non vogliono».

Capisco d’altra parte che raccontare quello che racconta don Di Noto sia spiacevole, se non doloroso. Chi scrive è mamma e nonna e quando legge o parla o scrive di certe cose si sente davvero male. Però, bisogna farsi coraggio (senza indugiare nei particolari, che se no si fa il gioco degli orchi).

È da vili “cercare di non pensarci” e voltare la faccia da un’altra parte.   

Nota

1) Per maggiori informazioni: https://it-it.facebook.com/meteronlusavola/

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