MARIA SS.
Le Apparizioni di Akita
dal Numero 14 del 6 aprile 2014
di Roberto Ciccolella

Ci troviamo ora nel lontano Giappone; lontano geograficamente e ancor più nella fede. L’Immacolata ha scelto questo luogo per dare un importante avvertimento. Ma non solo al Giappone: a tutta la Chiesa è rivolto il messaggio delle Apparizioni che stiamo per raccontare...

Introduzione

Cari lettori, avete mai pensato che c’è un Paese nel nostro mondo che eccelle in tecnologia, produttività, design, organizzazione, capacità di innovarsi, stabilità politica? Un Paese che è riuscito in pochi decenni a passare dalla distruzione della Seconda Guerra Mondiale al consumismo più sfrenato di oggi. Un Paese che più di ogni altro è senza Dio, ma non in base a un’ideologia o un progetto – come per le Nazioni comuniste – bensì semplicemente perché pensa di farne a meno. Di stare bene senza. Tanto il paradiso loro ce l’hanno già qui, ce l’hanno in terra.
Questa terra unica e inimitabile è il Giappone. Ma proprio qui il Signore, attraverso Maria, ha voluto parlare agli uomini increduli, al mondo sazio e disperato che si affanna dietro le vanità del mondo. È avvenuto ad Akita, 1973. Ma prima di fare questo salto di 40 anni indietro nel tempo vogliamo ricordare un episodio terribile della vita di questo Paese che ancora oggi ha conseguenze nefaste su tutti noi.
È l’11 marzo 2011. Il Giappone è avanzatissimo nelle tecnologie di costruzione antisismica dei palazzi, come anche nella gestione dei soccorsi. Eppure questa volta non è solo la terra a sussultare ma il mare. Un maremoto di proporzioni eccezionali, qui lo chiamano tsunami. Magnitudo 9, mai registrato nulla del genere in questi luoghi. Più di 15.000 morti. Le immagini della Tv, le foto sui giornali non possono restituire il terrore e lo sconvolgimento vissuti da chi c’era. Una Guernica di Picasso su vasta scala.
E come se non bastasse, una importante centrale nucleare sfugge al controllo, si surriscalda, ha dei crolli e fuoriuscite di radioattività... quest’ultimo problema, ancora oggi, dopo più di due anni, non trova soluzione. E sebbene la ricostruzione di quelle zone è andata avanti a balzi da gigante, la centrale nucleare della Prefettura di Fukushima è ancora un mostro indomito senza che l’uomo – nella sua presunta onnipotenza – abbia trovato soluzioni efficaci.
Ma cosa lega questo tragico evento alle Apparizioni avvenute a suor Agnes Sasagawa nel 1973? Bene, Akita è vicinissima a Fukushima e altrettanto vicina a quel terribile mare che ha visto l’epicentro sismico. E se già un evento locale ha messo in crisi le certezze di questo Paese, cosa potrebbe succedere se avvenisse quanto questa Suora apprese dalle profezie di Nostra Signora? Veniamo allora a raccontare dell’Apparizione di Akita che questa introduzione vuol aiutare a porre nel suo contesto più genuino in modo da aiutarci a scoprirne la ricchezza di significato e l’importanza.

Le Apparizioni

Le Apparizioni di Akita, in Giappone, hanno per protagonista suor Agnese Katsuko Sasagawa, una religiosa dell’Ordine delle Serve dell’Eucaristia. Gli avvenimenti straordinari accaduti a Juzawadai, nome della frazione di Akita, cominciarono nel giugno del 1973. Per tre giorni, 12-13-14 giugno, suor Agnese vide dei raggi luminosi che provenivano dal Tabernacolo. Domenica 24 giugno, giorno del Corpus Domini, i raggi luminosi erano ancora più splendenti di luce.
Il 28 giugno, vigilia della festa del Sacro Cuore, una ferita a forma di croce si produce nel palmo della mano sinistra di suor Agnese, causandole un dolore fortissimo e una copiosa perdita di sangue. Il 29 giugno, durante la festa del Sacro Cuore, degli Angeli apparvero intorno all’altare cantando il “Sanctus”. Il 6 luglio 1973, verso le tre del mattino, una donna le apparve e le disse: «Non temere, sono colei che sta presso di te e ti custodisce. Seguimi».
La Suora credette di avere a che fare con la sua sorella maggiore, morta qualche tempo prima, dopo aver ricevuto la grazia del Battesimo. Comprenderà più tardi che il suo Angelo Custode aveva semplicemente preso la forma di sua sorella. La donna, cioè l’Angelo, continuò a parlare: «Non avere paura, ma prega per i tuoi peccati ma non solo, anche in riparazione per tutti gli uomini. Il mondo attuale ferisce il Santissimo Cuore di Gesù con la sua ingratitudine ed i suoi oltraggi. La ferita della mano della Santissima Vergine Maria è molto più profonda della tua. Ora andiamo insieme in cappella...».
Tutta timorosa, seguì l’Angelo lungo lo stretto corridoio che conduce alla cappella. Arrivata alla cappella, l’Angelo scomparve. Suor Agnese si raccolse dapprima davanti all’altare, di fronte al Tabernacolo, in una profonda adorazione. Poi si diresse verso la statua della Vergine Maria all’angolo dell’altare, sulla destra, per verificare lo stato della ferita alla mano. Appena si avvicinò ad essa una voce dolce e misteriosa provenne dalla statua di legno. Stupefatta, suor Agnese cadde in ginocchio. Poi si prostrò a terra non potendo più sollevare la testa.
Una voce meravigliosa, celeste, risuonava melodiosamente nelle sue orecchie sorde. Fu allora che suor Agnese ricevette dalla Madonna il primo messaggio nel quale le viene chiesto di pregare per il Papa, i vescovi e i sacerdoti e in riparazione ai mali degli uomini. Lo stesso giorno alcune delle sue consorelle notano del sangue uscire dalla mano destra della statua. Il sangue fuoriesce da una ferita a forma di croce identica a quella di suor Sasagawa. Nella seconda Apparizione, il 3 agosto, la Vergine dice tra l’altro a suor Agnese: «Affinché il mondo possa conoscere la Sua ira, il Padre Celeste si sta preparando a infliggere un grande castigo su tutta l’umanità».
Il 13 ottobre 1973, riceve l’ultimo e più importante messaggio nel quale la Madonna dà alcune importanti indicazioni sulla natura e sulle conseguenze del castigo. Si tratterà di una punizione più grande del Diluvio (dei tempi di Noè) e avrà luogo per mezzo del fuoco dal Cielo che annienterà gran parte dell’umanità, buoni e cattivi, senza risparmiare né religiosi né fedeli. Inoltre la Santa Vergine parla delle divisioni, della corruzione e delle persecuzioni che interesseranno la Chiesa, ad opera del Maligno, in un futuro prossimo. L’Angelo che visitò la prima volta suor Agnese ha continuato a parlarle per i 6 anni seguenti. Il 4 gennaio 1975 la statua di legno dalla quale suor Agnese aveva udito provenire la voce della Vergine inizia a lacrimare. La statuetta ha pianto per 101 volte nel corso dei 6 anni e 8 mesi successivi.
In diverse occasioni, la statua della Madonna ha anche sudato profusamente e, secondo vari testimoni, il sudore emanava un dolce profumo. Sul palmo della mano destra è apparsa una ferita a forma di croce dalla quale stillava del sangue. Centinaia di persone sono state testimoni dirette di questi eventi prodigiosi. Diverse indagini scientifiche sono state eseguite sul sangue e sulle lacrime prodotte dalla statua. Le analisi condotte dal professor Sagisaka della Facoltà di Medicina Legale dell’Università di Akita hanno confermato che il sangue, le lacrime e il sudore erano veri e di origine umana. Erano di tre gruppi sanguigni: 0, B e AB.
Nell’aprile del 1984 monsignor John Shojiro Ito, vescovo di Niigata in Giappone, dopo un’ampia e approfondita investigazione durata diversi anni, dichiarò che gli avvenimenti di Akita sono da considerarsi di origine soprannaturale e autorizzò nell’intera diocesi la venerazione della Santa Madre di Akita. Nella sua lettera pastorale che approva gli eventi di Akita come soprannaturali, il Vescovo di Niigata disse: «Dopo le indagini condotte fino al giorno presente, non si può negare il carattere soprannaturale di una serie di eventi inspiegabili della statua della Vergine onorata ad Akita [Diocesi di Niigata]. Di conseguenza autorizzo che in tutta la diocesi affidata a me si veneri la Santa Madre di Akita».
Nel giugno del 1988 il cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede presso la Santa Sede, espresse un giudizio definitivo sulla vicenda, definendo gli eventi di Akita attendibili e degni di fede.

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