MARIA SS.
La devozione al Cuore Immacolato e il Padre nostro
dal numero 3 del 14 gennaio 2024
di Padre Alessandro M. Apollonio

Gesù nel Vangelo ci ha lasciato la preghiera del Padre nostro. Ma questa non è l’unica. Ci sono altre preghiere o devozioni, infatti, che dipendono dal Padre nostro e ad esso sono finalizzate. La “devozione al Cuore Immacolato di Maria” ne è un esempio.

Comunemente, si dice che il messaggio di Fatima si riassume tutto in un appello alla “preghiera e alla penitenza”. A dire il vero, questa estrema sintesi ci sembra un po’ riduttiva per non dire, con rispetto parlando, semplicistica. Certamente, Fatima riconduce all’essenza della predicazione evangelica, che troviamo sulle labbra di san Giovanni Battista e di Gesù: «Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino!» (Mt 3,2; 4,17). Ma, oltre a questo, a Fatima la Madonna ha determinato anche il “modo” di questa “conversione” la quale, per essere più gradita a Dio, in questi tempi di endemica apostasia e perversione morale, deve come scaturire dalla devozione al Cuore Immacolato di Maria. “Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria” (cf apparizione del 13 giugno 1917), e questa devozione deve marianizzare tutto l’essere e l’operare della Chiesa in generale e di ogni cristiano in particolare, compresa la “preghiera” e la “penitenza”. La “preghiera” e la “penitenza” insegnate dalla Madonna a Fatima sono una preghiera e una penitenza “marianizzate”.


La “preghiera marianizzata” insegnata a Fatima consiste nella:
1) consacrazione al Cuore Immacolato; 
2) pratica dei Primi cinque sabati del mese; 
3) recita quotidiana del santo Rosario.


La “penitenza marianizzata” è stata insegnata dalla Madonna il 13 luglio 1917: «Tutte le volte che dovrete soffrire qualcosa, dite: “O Gesù, è per vostro amore, per la conversione dei peccatori, e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria”».
Chi pratica tutto questo, comincia ad adempiere la volontà di Dio di “stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria”.


Quanto alla preghiera, la Rivelazione pubblica dice: “Pregate sempre, senza stancarvi” (cf Lc 18,1; Col 4,2) e, poi, “quando pregate, dite così: Padre nostro...” (cf Mt 6,9; Lc 11,2), ma non dice “pregate solo così...”. Dunque, il precetto universale della preghiera è determinato da Gesù in modo non esclusivo, ma ammette altre “determinazioni”, le quali, però, dipendono tutte dal Padre nostro e al Padre nostro sono finalizzate. In altre parole, la “devozione al Cuore Immacolato di Maria” richiesta a Fatima, nelle sue varie forme, altro non è che il modo migliore per recitare il Padre nostro e di metterlo in pratica, per Maria e con Maria. Vediamolo brevemente.


Padre nostro. Santi come san Luigi M. Grignion da Montfort e san Massimiliano M. Kolbe dicono che non possiamo avere Dio per Padre, se non accettiamo Maria come Madre. Perciò, quando noi preghiamo, Lei prega assieme a noi, recitando il Padre nostro, e il Padre che sta nei cieli gradisce maggiormente la nostra preghiera, perché ornata dai meriti della Mamma nostra.


Che sei nei cieli. Anche Maria è stata assunta in Cielo e ora partecipa della gloria della Santissima Trinità, ma essendo persona perfettamente umana e non divina, Lei è la Porta del Cielo, ossia, la Mediatrice tra il Cielo e la terra. Perciò, elevando la nostra anima al Cielo, verso Dio, incontriamo prima la Porta del Cielo, il Cuore Immacolato di Maria, per mezzo del quale e con il quale abbiamo accesso al Cuore di Cristo e, in Cristo, a Dio Padre.


Sia santificato il tuo nome. Chi è che santifica di più il nome di Dio se non la Madre di Dio che, piena di grazia, esclamò con esultanza: «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome» (Lc 1,49)?


Venga il tuo Regno. Chi desidera di più il Regno di Dio, se non la Regina di questo Regno, la Madre del Re dei re, che doveva “regnare per sempre sulla casa di Giacobbe, il cui regno non avrà fine” (cf Lc 1,33)?


Sia fatta la tua volontà. Chi fece la volontà di Dio più di Maria, la cui esistenza fu un continuo “sì” a Dio, che l’aveva prescelta come Madre e Corredentrice del genere umano?


Come in cielo, così in terra. Come in Cielo la Vergine Maria è venerata da tutti i cori degli angeli e da tutti i santi, così Dio vuole che sulla terra Ella sia venerata sempre più, al di sopra di tutti gli altri santi e degli stessi arcangeli e serafini. Questo è ciò che significa la parola “iperdulia”, che la teologia cattolica riserva all’Immacolata Madre di Dio. Non è culto di adorazione, ma prepara e dispone ad esso nel miglior modo, voluto da Dio.


Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Dice san Francesco nella sua Regola: «Se una madre ama e nutre il suo figlio carnale, con quanto più amore uno dovrà amare e nutrire il suo fratello spirituale?» (Rb VI). Noi dovremmo dire: “Con quanto più amore la nostra Mamma spirituale amerà e nutrirà i suoi figli spirituali?”. Se il Padre che sta nei cieli provvede ai suoi figli più di come “nutre gli uccelli del cielo e veste i gigli dei campi” (cf Mt 6,26), la Madre che sta nei cieli non aggiungerà premura e attenzione, perché non manchi ai suoi figli il sostegno sovrabbondante, oltre che necessario, per la loro vita materiale e spirituale? La sovrabbondanza dell’aiuto divino, come a Cana di Galilea, è il segno della presenza di Maria, alla quale Dio ha affidato “l’intera economia della misericordia”.


Rimetti a noi i nostri debiti. È quello che chiediamo anche nell’Ave Maria quando preghiamo dicendo alla Vergine Santa “prega per noi peccatori”. Questa invocazione, infatti, sottintende la seguente intenzione: affinché il Padre buono “rimetta a noi i nostri debiti”.


Come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Chi più di Maria, Madre di misericordia, ci spinge ad essere misericordiosi con gli altri? Chi più di una madre desidera che i propri figli vadano d’accordo, si perdonino vicendevolmente, con il proposito di riparare le offese e di non prevaricare più?


Non ci indurre in tentazione. Dio non permette che la tentazione superi le nostre forze 
(cf 1Cor 10,13), a condizione che usiamo tutti i mezzi a disposizione per evitarla e combatterla. Ora, il primo e più efficace mezzo soprannaturale per vincere la tentazione, dopo i santi sacramenti, è la devozione mariana.


Ma liberaci dal male. In che modo Dio ci libera dal male, ossia, dal maligno (cf CCC 2864)? Attraverso i sacramenti e la devozione mariana. I sacramenti infondono la grazia, la devozione mariana ci aiuta ad accoglierla e a cooperare fedelmente con essa. Chi coopera fedelmente con la grazia santificante è libero dalla schiavitù del peccato e dagli inganni del maligno. Quando l’anima si consacra all’Immacolata, l’Immacolata schiaccia la testa del diavolo tutte le volte che si presenta con le sue illusioni e millanterie. 

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