MARIA SS.
La “Corredentrice” nella vita e nella spiritualità del novello Beato
dal Numero 37 del 10 ottobre 2021
di Suor M. Elisabetta Daniello, FI

Nei suoi scritti si trovano espressamente il termine polacco “Wspó?odkupicielka”, ossia Corredentrice, e quelli latini di “Corredemptrix” o “Socia Passionis”. Nella sua vita egli non temette di prendere con sé Maria, la Madre Addolorata.

Il secolo XX ha avuto nel novello beato Stefano Wyszynski, Primate polacco, un cantore esimio della Beata Vergine Maria, dei suoi privilegi, delle sue glorie, dei suoi titoli e in particolare di quelli di “Madre della Chiesa” e “Corredentrice”.

Nei suoi numerosissimi scritti sembra esserci un filo conduttore, un’idea fissa che guida il suo pensiero, tutta la sua vita spirituale e il suo ministero episcopale lungo un periodo storico difficile che vide la pratica religiosa in Polonia molto ostacolata e la Chiesa polacca soffrire fino all’effusione del sangue da parte di diversi martiri.

L’idea fissa del Primate del millennio – così veniva chiamato –, che affiorava in ogni discorso, ad ogni occasione che si presentasse, era appunto Lei, Maria Santissima: l’aveva inoltre messa nel suo stemma, sul suo anello episcopale e presa come suo motto: “Per Mariam soli Deo”.

Una serie di sofferenze personali, tra cui la perdita della mamma in tenera età, l’esperienza della seconda Guerra mondiale e dell’insurrezione di Varsavia che lo vide assistere come cappellano militare all’immenso dolore di moltissimi figli della Polonia, la prigionia subita sotto il regime comunista, fecero sbocciare in lui la devozione alla Madonna soprattutto come Madre Corredentrice, di cui parlò pubblicamente in diverse occasioni.

Nel diario che scrisse durante i tre anni di prigionia, al giorno 23 giugno 1956 leggiamo: «Stabat Mater... Cancello la parola dolorosa, anche se essa ha un valore storico. Davvero Maria è stata Socia Passionis. Ma nessun artista ha mai presentato Maria che si appoggia alla croce per sostenersi. Stava in piedi con le sue forze. Intorno crollava tutto! Ma chiunque guardava Maria vedeva che Lei non crollava! Era sempre la Virgo Auxiliatrix – aiutava con il Suo atteggiamento tutti quelli che erano lì. E perseverava!».

Il Primate di Maria – così amava definirsi lui stesso – possedeva una solida dottrina mariologica, radicata nella Tradizione perenne della Chiesa Cattolica e nella Sacra Scrittura; egli vedeva la Madonna come la Donna forte che sta in piedi sotto la Croce e non strepita, non grida, non sviene. 

«Sotto la croce – così descrive la presenza della Madonna il Primate – non poteva soffrire come una “spirale” barocca, ma solo come una “cariatide” (1), sostenendo la grande costruzione di tutto l’edificio: “Stava”! Possiamo guardare ancora oggi le maestose colonne dell’Acropoli, nella costruzione del Panteon, e ammirare in esse un’incomprensibile calma. Tale “colonna calma e pacifica” era la Madre del Salvatore sofferente sotto la croce. Stava, quasi sorreggendolo e sostenendolo nella Sua grande e difficile opera, Lei vera Virgo Auxiliatrix!».

Nei suoi scritti si trovano espressamente il termine polacco Wspó?odkupicielka, ossia Corredentrice, e quelli latini di CorredemptrixSocia Passionis. Così si esprimeva in un discorso ai rettori dei santuari mariani, nel 1959: «Le cose più belle scritte su Maria si trovano nella patristica greca. Fin dai primi secoli, presso i Padri orientali è rilevato distintamente il legame di Maria all’opera della Redenzione. Il concetto di Corredentrice non è nuovo, è invece molto antico. Ha le sue radici nella patristica. Tutto ciò dimostra che già presso la “culla” della Chiesa si trova la più alta sensibilità verso la Madre di Dio [...]. Giovanni Evangelista comprese la volontà di Cristo: “Figlio, ecco tua Madre”. Cristo diresse lo sguardo dal discepolo amato a sua Madre, verso la Madre dei figli di Dio redenti. Cristo gli “comandò” di partecipare alla prima Santa Messa sul Calvario accanto a Maria. Da quel momento Maria è presente ad ogni Santa Messa e accanto ad ogni sacerdote. Forse per questo motivo, prima di ogni Santa Messa, la Chiesa ci comanda di confessare i nostri peccati non solo a “Deo omnipotenti” ma anche alla “Beatae Mariae semper Virgini”. Socia Passionis et Redemptionis di Cristo è, anche per il nostro lavoro sacerdotale, la Compagna più vicina.

Madre del nostro sacerdozio e Regina del Clero, è legata al nostro lavoro ministeriale per sempre. La Compagna dell’offerente e dell’Offerta stessa, la Socia divini Sacrificii sarà protettrice attenta e vigile di ogni Oblazione incruenta, offerta attraverso il nostro ministero sacerdotale.

Sì, abbiamo bisogno di Lei, di questa Mater et Sponsa, di Maria! Hanno bisogno di Lei i nostri cuori sacerdotali e il nostro ministero sacerdotale, che senza di Lei è impensabile poter adempiere! [...]. Nella Chiesa tutto è per suo mezzo, perché questo è il piano di Dio. Dovete comprendere la potenza dell’agire di Dio per mezzo di Maria!

Se dovessi farvi un augurio, vi augurerei questo, fratelli carissimi: comportatevi come i migliori sposi della vostra Sponsa et Mater, affinché già da adesso, assieme a Noi [parlando come vescovo usava il plurale maiestatico], doniate a Lei tutta la Chiesa, ogni vostra parrocchia, ogni posto ed attività a voi affidata. “Noli timere accipere Mariam, coniugem tuam... Noli timere!”. Non abbiamo paura di prenderla con noi, non temiamo di riconoscere il valore e l’importanza della devozione verso di Lei!».

Molto importante nel pensiero del beato Wyszynski è il rilievo dato alla volontà di Dio di associare Maria Santissima all’opera della Redenzione operata da Gesù. «Madre del Redentore! Ti unisti al tuo Figlio, a cui desti il Corpo [...] confitto alla croce. Non possiamo dimenticarci di te, guardando al Figlio dell’uomo confitto alla croce». 

E ancora: «La caduta è stata opera di due persone, dei nostri Progenitori. L’opera della Redenzione doveva essere anch’essa opera di due persone. Peccò l’uomo, peccò la donna. Fu più colpevole l’uomo, in quanto capo del genere umano. Quindi, doveva soffrire più l’Uomo, ma lo doveva aiutare la Donna. Accanto al nuovo Adamo c’era la nuova Eva, Maria. Il primo Adamo era uomo di peccato, il secondo Adamo è Uomo di Vita. Gesù e Maria lavorano per la mia Redenzione. Accanto a Cristo vedrò sempre Maria. Sulla strada della mia vita cercherò sempre le mani materne di Maria Santissima». 

E concludeva: «Non si potranno mai separare Gesù e Maria. Li ha uniti la volontà dell’Altissimo, e dal quel momento sono sempre insieme. Nell’Incarnazione come nell’opera della Redenzione e nell’opera della santificazione degli uomini. Già un vecchio proverbio cinese diceva: “Bevendo acqua dalla fonte, non dimenticarti della fonte stessa”. Gesù è l’Acqua viva, Maria la Fonte immacolata. Così ha voluto la Santissima Trinità». 

Il cardinal Wyszynski sapeva che molti hanno un certo timore a chiamare la Madonna col titolo di Corredentrice, per questo cercava di spiegare ancora meglio la validità di tale titolo alla luce di una corretta mariologia radicata nella tradizione della Chiesa: il ruolo di Cristo non ne esce offuscato, perché la Mariologia cattolica non ha mai avuto intenzione di sostituire la Madonna a Cristo. «Maria era per Gesù non solo Mater et Sponsa, ma anche Virgo AuxiliatrixSocia PassionisCorredemptrix. Qui c’è tutto il senso del cristocentrismo che molti dicono messo a rischio dal culto mariano. Dio non ebbe timore di Lei, non temette che l’onore di Lei offuscasse il Figlio, al contrario, ebbe bisogno di Lei; Cristo ebbe bisogno di Maria anche dopo la sua morte. Ebbe bisogno della sua fede irremovibile nella sua risurrezione, della sua serena perseveranza accanto al sepolcro».

Da buon terziario francescano e bravo figlio di Maria, il nostro Beato arriva alla scientia cordis e penetra i sentimenti che Gesù ebbe sulla croce: «Cristo sulla croce disse: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46). Ma non disse: “Madre mia, Madre mia, perché mi hai abbandonato?”. Perché la Madre – e tale Madre – non abbandona mai. È consapevole della Passione del Figlio – Socia Passionis – e rimane sempre».

Wyszynski vede la corredenzione della Madre Santissima come il frutto spontaneo della sua Maternità divina: «Dio volle che la Vergine diventasse Corredentrice del genere umano attraverso la sua maternità offerente» e «La Maternità di Maria produce frutti straordinari: la Redenzione del genere umano».

Un’altra nota molto importante che il Primate di Maria mette in evidenza è la straordinaria pace che Maria aveva sul Calvario, nonostante l’immane dolore che sperimentò sotto la croce nel vedere morire il suo Figlio diletto. «Ci fa rimanere sempre pensosi l’attenzione raccolta degli amici di Cristo, i quali rimasero accanto a Lui dal momento della crocifissione fino a quando fu staccato dalla croce. Benché l’angoscia avvolgesse la natura ed anche i carnefici, una grande pace penetrava nel cuore di coloro che speravano in Gesù. Ciò si manifesta soprattutto nell’atteggiamento di Maria. Maria, Regina della pace, conserva una pace veramente regale. Basta una semplice frase per evocare cosa si compiva nella sua anima: “Sotto la croce di Gesù c’era Maria sua madre...”.

Coloro che stanno sotto la croce sono anche pieni di pace. Confidano in Gesù e Maria, consapevoli che Essi sanno bene cosa si sta compiendo... Sanno che tutto si compie per volontà di Dio, a cui bisogna sottomettersi con fiducia [...] “chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,50). La pace interiore nasce sempre come conseguenza dell’adempimento della volontà di Dio, in cui abbiamo piena fiducia.

La pace interiore che riempiva Maria Corredentrice, si partecipava a coloro che le stavano più vicino: Maria di Cleofa, Maria Maddalena e le donne di Galilea stavano vicino a Lei serene. L’agitazione dei soldati, dei farisei e dei capi della sinagoga non ha assolutamente potere d’influire sul loro contegno. Non altera e turba in loro la convinzione che tutto quello che avveniva sotto i loro occhi era necessario». 

La Madre Corredentrice ottenga anche a noi, che vogliamo rimanerle sempre accanto, la grazia di soffrire le prove della vita con questa pace, con questa fede, con questa perseveranza! 

 

Nota

1) Statua femminile usata in funzione di elemento architettonico portante per sostenere cornicioni, mensole, balconi, logge e simili.

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