Una valida lotta spacca la Francia in due: la “Francia cattolica” e l’“anti-Francia”. È l’approvazione del matrimonio omosessuale il problema, che ha suscitato – nota positiva – la ribellione di moltissimi giovani. La guerra a questo abominio non deve cessare; tutti i cattolici devono scendere in campo.
A partire dall’inizio del corrente Anno Domini 2013, due Francie si sono date battaglia sul terreno della famiglia, della moralità, della giustizia e della civiltà. I nemici della Francia cattolica e civile, detti per comodità l’anti-Francia, dopo aver fatto passare una legge iniqua detta PACS (1999) sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, sono riusciti nello scorso mese di aprile a far approvare, con una stretta maggioranza, una “legge” del tutto illegittima che ammette il matrimonio omosessuale, con l’aggravante di aprire così, volutamente, perfino all’adozione dei figli da parte delle coppie gay.
Ora che lo scempio è avvenuto, ci pare inutile e vano ripercorrere le varie tappe di una legge che non solo, evidentemente, è nulla di pieno diritto, cioè di fatto è come se non esistesse, ma che rende assolutamente illegittimo il governo socialista che ha preteso di promulgarla. Noi cattolici infatti sappiamo bene, sulla scorta di quanto insegnava il beato Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae, che non è la democrazia ad essere il fondamento della giustizia, ma è la giustizia a dover essere il fondamento della democrazia e di ogni società politica. Una legge assolutamente perversa ed iniqua come quella che è stata appena approvata in Francia non diventa e non diventerà mai giusta per la democraticità del processo politico e giuridico che ha permesso di approvarla: anche se fosse stata votata dal 90% dei cittadini, quella legge sarebbe nulla e implicherebbe nei veri cittadini il dovere di resistervi come si resiste alla violenza, al sopruso e alla tirannia. Questo deve essere chiaro a tutti i cattolici anche perché oltre ad essere di buon senso è confermato autorevolmente dal Sommo Magistero ecclesiastico. Ogni legge umana infatti ha natura di legge nella misura in cui non si oppone alla Legge divino-naturale, ma se un legislatore credesse di essere lui la fonte del diritto cadrebbe nell’arbitrarismo e nella tirannia. L’unica risposta razionale che si potrebbe configurare allora sarebbe la resistenza e l’opposizione.
Il male, si sa, a volte accidentalmente causa dei beni ad esso maggiori, e questo vale sia per il male della pena che per il male della colpa (male morale). Il capo del governo francese François Hollande ha di sicuro una gravissima colpa nell’aver accettato e promosso una legislazione che discriminerà i bambini da adottare in fortunati (con una mamma e un papà) e sfortunatissimi, seppur senza colpa da parte loro (con due pseudo padri o due pseudo madri, e forse 3 o 4...). Ma questa colpa è forse essa stessa derivata da una pena pregressa inflitta da Dio, per colpe ancor più pregresse, attraverso cause seconde a Lui note.
In tal senso si rammenti che la Francia, già prima di Hollande ma non senza il contributo storico dei partiti socialisti, laici e comunisti, è uno Stato che ammette, sostiene e finanzia l’aborto (e promuove la contraccezione fin dalla più tenera età). Nel Paese che è decaduto da Pétain a Hollande, passando per Mitterand e Sarkozy, ogni anno si registrano oltre 200.000 aborti, spesso di ragazze minorenni e tutto questo sangue sparso non può che ricadere su chi, uccidendo il nascituro, tenta di sabotare la creazione, e così ferisce il Cuore del Creatore stesso.
Da questo crimine abominevole, come il Concilio chiama l’aborto, ne è derivato un bene incredibile. Infatti nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile e maggio 2013, il male della colpa dovuto alla legalizzazione dell’omosessualità e alla parallela repressione dell’omofobia (ovvero la preferenza dell’eterosessualità), ha causato una reazione, specie giovanile, che non si vedeva da lunghi anni e forse da decenni. Da un peccato enorme come l’ennesima violenza inflitta ai bambini e alla civiltà stessa in nome del trinomio satanico (liberté-egalité-fraternité) è sorto un bene inatteso, magnifico, fonte di pace e di speranza per il futuro della Francia e dell’Europa: la ribellione dei giovani e dei cittadini davanti all’ingiustizia, all’odio e alla perversione. Impossibile citare tutte le manifestazioni, le azioni gloriose, gli episodi di zelo e le veglie di preghiera messe in atto in tutta la Gallia da gruppi e movimenti come Civitas, Renouveau Français, les Identitaires e molti altri. Due manifestazioni di piazza organizzate sotto la sigla, divenuta ormai celebre, di Manif pour tous, hanno superato ampiamente il milione di cittadini attesi. Ma di questo popolo sano, civile, coeso e robusto i socialisti di Hollande non vogliono tener conto, anzi c’è il legittimo sospetto che vogliano distruggerlo, in quanto non assimilabile ai diktat che provengono dall’Onu, dalle lobby gay e dai poteri forti internazionali e totalitari. Ma la cosa più bella è stata la serie innumerevole di manifestazioni locali portate avanti da piccoli gruppi cattolici, da parrocchie, da movimenti di base, manifestazioni che hanno colpito tutti per la loro spontaneità, la loro coerenza e la loro fantasia. Ragazzi e ragazze, a volte appena maggiorenni, hanno sfidato il freddo della notte per delle veglie pubbliche di preghiera organizzate affinché Dio impedisse l’oltraggio alla civiltà cristiana ed europea. Cittadini più avanti negli anni hanno atteso davanti alle loro abitazioni e luoghi di lavoro i ministri e i deputati rei confessi di voler legalizzare il delitto e il sopruso, sventolando le semplicissime bandiere della Manif pour tous e dichiarando che “tutti siamo figli di un papà e di una mamma”. Alcuni vescovi, molti sacerdoti, monaci e suore hanno portato il loro conforto spirituale a questa porzione importante del popolo di Dio nella volontà che la legge del Vangelo – fondata sulla distinzione originaria e invalicabile tra uomo e donna – resti ancorata nei cuori della gente e faccia breccia nelle menti bacate dei potenti e dei criminali.
Chi dispone di internet o sa leggere il francese avrà certamente potuto vedere quale è stata la risposta del governo democratico-socialista alla legittima e santa protesta del popolo. Né dialogo, né ascolto, né collaborazione, né tolleranza, né solidarietà, ma solo violenza, minacce, repressione, fino al tentativo reiterato di uccidere alcuni manifestanti con i mezzi più diversi: col gas, con le botte o facendo restare un numero spropositato di manifestanti in camionette pensate per 10 o 20 reclusi al massimo.
Davanti alla violenza dello Stato franco, quanto mai illegittimo ormai, si può dire che è sorta la Primavera francese. Una primavera fatta di slanci, di giovinezza, di coraggio indomito di fronte all’aggressione, di fede e di spiritualità, di nuova mobilitazione che ha sbalordito la stampa d’Oltralpe (specie quella a favore dell’omosessualità e per la repressione dell’eterosessualità come Le Monde e Libération) e la stessa politica. Oltre ai due deputati del Front National (destra), schierati fermamente in difesa della famiglia naturale e cristiana, anche alcuni deputati e senatori dell’UMP (centro), hanno capito i veri segni dei tempi e hanno dato battaglia ai socialisti, scendendo in piazza accanto ai giovani leoni e lottando nelle aule parlamentari contro il trionfo dell’abominevole. La promulgazione della legge contro natura non dovrà significare affatto la fine delle ostilità ma l’inizio di una mobilitazione di massa per il ritorno della società alla legge naturale, l’unica legge che può garantire pace, serenità, vera fraternità e benessere per tutti.
La conclusione è che anche in Italia – dove si è tenuta una piccola manifestazione davanti all’Ambasciata francese di Roma in sostegno alla Manif – il laicissimo governo Letta-Bonino, proporrà presto, se Dio lo permette, delle leggi inique simili a quelle che hanno risvegliato la Chiesa e la gioventù francese. E noi tutti dobbiamo essere pronti alla lotta, al sacrificio della vita e al dolore cocente della sconfitta: solo così favoriremo quella santa insorgenza popolare che sta consolando, non solo in Francia, gli afflittissimi Cuori di Gesù e di Maria.