Tra pessimismo e ottimismo, il cristiano sceglie l’ottimismo, perché è figlio di un Padre Ottimo che detiene già la vittoria in pugno. L’ottimismo evangelico tuttavia dista mille miglia da quello mondano, assurdo e incompatibile con la verità.
Troppe volte si legge sulla stampa cattolica (moderna, moderata e qualunquista) un certo tono di falso ottimismo. Al contrario, sulla stampa cattolica migliore e più fedele al Vangelo e ai Patres, si avverte spesso un tono di falso pessimismo. Come mai questi due eccessi? Perché siamo in un mondo pazzesco e malato, che ha reso pazzesca e malata anche la comunità cattolica. Ogni eccesso però è un difetto e se saremo eccessivi nelle analisi, nelle diagnosi e nelle terapie saremo altresì difettosi e manchevoli. Ma allora? Allora urge tornare alla santa via di mezzo! Che nulla ha a che vedere, in sé e per sé, con: moderatismo, equilibrismo, mezze misure, via larga, anti-estremismo post-conciliare, ecc., ecc.
La stampa cattolica progressista (che si preferisce non nominare per non farle pubblicità indebita, tanto non manca dei mezzi immani che il mondo le offre) è tendenzialmente e convintamente ottimista, ma di un ottimismo contrario al vero ottimismo del Vangelo. Quella di tendenza tradizionale (il che, sia detto una volta per tutte, sta a significare semplicemente fedele alla Tradizione divina e non ad umane tradizioni contingenti) è spesso falsamente pessimista o almeno lo è troppo. Cerchiamo di isolare il duplice errore!
Nel primo caso si è ottimisti perché... il mondo piace e il mondo piace perché si è coccolati dal mondo. In realtà, «il mondo è nulla per colui al quale Dio è tutto» (Teresa d’Avila).
Se il pessimismo assoluto non è mai cristiano, perché Dio esiste sempre, e se esiste ha la vittoria in pugno; così anche l’ottimismo illimitato o infondato o mondano è assurdo e incompatibile con la Verità. Facciamo un esempio emblematico di ottimismo infondato di tenore progressista. Mettiamo che io conosca un tizio che è vissuto tutta la vita nel peccato; si è allontano da Dio e dalla Chiesa verso i 20 anni, si è iscritto poi alla Massoneria, da adulto ha militato nel comunismo e nell’UAAR; ha divorziato 2 volte, ha abortito 3, ed infine è morto suicida, appendendosi ad un palo, bestemmiando Cristo e Maria. Nella lettera lasciata ai confratelli di loggia, il suicida dichiara di non credere nel giudizio e nell’inferno, nutrendo invece la speranza di reincarnarsi in un animale. E perfino di voler essere cremato per disprezzo verso la credenza della risurrezione della carne. Mettiamo che io sia prete e sia chiamato a celebrare il funerale cattolico di questo battezzato apostata. E, inseguendo la chimera del progressismo post-conciliare che vuole piacere più al prossimo che a Dio, alla predica della Messa dica così: “Fratelli! Non siamo tristi, ma felici perché il nostro fratello Mario ora vive nel Signore e dall’alto ci vuole allegri! Il Dio della misericordia e della pace infatti è venuto sulla terra non per condannare il mondo, ma per salvarlo! E se le prostitute ci precederanno nel Regno dei Cieli, Mario certamente ci precede! Satana poi vuole la tristezza e la condanna, ma il Dio della gioia ci vuole gioiosi! Come potremmo poi condannare chicchessia, dopo l’insegnamento di Gesù ai farisei sulla trave e la pagliuzza? Guardiamo a noi stessi e non giudichiamo, infatti chi giudica va contro la Volontà di Dio! Difatti se la Chiesa canonizza i santi, non ha mai dichiarato nessuno dannato! E non a caso. Infatti, da oltre mezzo secolo, gli studi teologici e i miei stessi docenti della Gregoriana hanno approfondito il tema della misericordia e si è giunti unanimemente ad ammettere la possibilità, se non la probabilità altissima, che nessuno vada all’inferno, ammesso che l’inferno esista... Come pensare poi, vedendo la bontà di Cristo, all’inferno e al fuoco eterno, con cui in passato si metteva paura alle vecchiette e ai bambini?! Fratelli! Se grandi teologi hanno dichiarato l’inferno vuoto o del tutto inesistente – l’inferno infatti non è altro che il dolore di questa vita terrena piena di incertezze e di violenza –, come prendercela con Mario per le sue scelte, dettate forse da superficialità, ma non incompatibili con l’amore agli ultimi e la tolleranza, ossia con la sintesi dell’Evangelo? Insomma, Mario certamente contempla Cristo e lo adora, e se c’è una cosa che vorrebbe dirci è questa: non condannate nessuno cari amici, e come io non ho condannato mai nessuno, tranne gli intolleranti ed i fanatici, e così il Dio delle misericordie avrà pietà di voi, al di là delle vostre scelte dettate dalla vostra coscienza matura e libera! Amen”.
Di fronte a questo ottimismo progressista infondato, l’errore tradizionalista sarebbe quello di cadere nell’estremo opposto e dire, come fanno taluni: tutto va male, tutto è perduto, è inutile lottare tanto la dittatura del relativismo è onnipotente, e non saremo certo noi, coi nostri poveri mezzi, a vincere... Certo, davanti al male dilagante, sembrerebbe assai più coerente col Vangelo e il buon senso, il pessimismo piuttosto che l’ottimismo, perché la realtà sociale e spirituale contemporanea è pessima, non è ottima. Ma l’Ottimo è in Cielo, è onnipotente e invincibile, e dunque se si fa attendere per ribaltare la situazione è forse perché non ci vede impegnati e zelanti come dovremmo. Se ci lamentiamo, giustissimamente, perché le nozze gay stanno celermente avvelenando gloriosi Paesi cattolici come la Spagna, tra poco la Francia ed entro un decennio l’Italia; se temiamo per noi e i nostri figli per tutto il male promosso e imposto dai potenti della terra: capitalismo internazionale mondialista e sfruttatore, tracollo della famiglia, (auto...)distruzione della Chiesa, diffusione delle sette e delle religioni umane, impurità totale, arte contemporanea, più discoteche che chiese, ecc., ecc., ecc., non dobbiamo comunque dimenticare che il pessimismo deve per forza essere relativo, se vuole essere cristiano, altrimenti diventa storicismo, naturalismo, anti-provvidenzialismo. Come è folle chiedersi: “Dove era Dio durante Auschwitz?” (la risposta è: Dio era al suo posto, per cui una “teologia dopo Auschwitz” è un puro non senso). Così sarebbe folle dire oggi: “Dov’è Dio? Dio è stato cacciato dalla società e non tornerà più!”. Dio regna sempre anche quando sembra non governare. Se oggi forse Dio governa meno di ieri è perché vede la massa dei suoi figli troppo distratti e troppo legati ai piaceri della terra: desiderio della carriera e del denaro, spirito borghese e ricerca dell’estetica e delle vanità, rigetto dell’ascesi e della santa povertà, americanismo, occidentalismo (ovvero sentirsi migliori proprio per ciò che ci rende peggiori), voglia di apparire e di “contare”... Tanti sono i mali che colpiscono non solo in modo eclatante gli pseudo-apostoli del modernismo, ma anche i cultori della Tradizione... Concludo così. Ai progressisti: convertitevi! Il mondo, buono in quanto opera di Dio, resta imperfetto, e oggi in modo tutto particolare mondano, carnale, corrotto nella sua cultura e nei suoi miti (progresso, democrazia, libertà, globalizzazione, modernità, tecnologia, sesso libero, diritti per tutti, ecc.). Essere ottimisti per le ragioni per cui voi lo siete è assurdo e non è conforme al pensiero di Cristo e di Dio. Ai tradizionalisti: sì, va benone criticare i dogmi del progressismo (vedi sopra), ma perdere la speranza, la pazienza, la carità, la longanimità, la misura, l’auto-ironia, l’equilibrio, la sobrietà, la dolcezza, non va affatto bene e porta al peccato. Non sia mai che Cristo, per le ragioni dette, perda i suoi figli migliori. Non sia mai!