La prima enciclopedia non è forse opera di d’Alambert e Diderot? Sbagliato. L’invenzione della grande opera è invece da ricondursi al tanto maltrattato Medioevo. In realtà questa non fu un’epoca oscura come si crede, ma dal suo teocentrismo sono derivati tanti buoni frutti.
Si sa quanto sia diffusa l’idea di un Medioevo come epoca rozza, chiusa, oscurantista, priva di un vero e proprio interesse nei confronti del progresso e più specificamente del progresso culturale. È vero che negli ultimi tempi si è cercato di rivedere questa cattiva e falsa concezione sul Medioevo, ma tale revisione è rimasta a livello soprattutto accademico. Nell’immaginario collettivo – come si ama dire oggi –, cioè nella mentalità diffusa e in quella dell’“uomo”... pardon: dello “scolaro della strada”, tale demonizzazione del Medioevo si conserva molto bene.
Offriamo allora qualche elemento per capire quanto quei secoli non solo non siano stati di chiusura nei confronti del progresso culturale, ma in un certo qual modo abbiano saputo offrire l’atteggiamento più giusto e più utile per rapportarsi al patrimonio culturale ereditato.
Prima di tutto va detto che il Medioevo ha saputo offrire una spiccata tendenza alla sistematizzazione del sapere. E non senza motivo. La mentalità medioevale ricercava continuamente ciò che si definiva “reductio ad unum”, cioè la riconduzione ad unità. Si era convinti che il sapere fosse costituito da discipline diverse ed autonome fra loro, ma nello stesso tempo si era convinti che tutto il sapere provenisse da Colui che non solo è la Sapienza per eccellenza ma che è anche il Creatore di tutto quel reale che il sapere stesso è tenuto ad indagare e conoscere. Se tutto proviene da Dio, tutto deve ricondurre a Lui. Insomma, il Medioevo non tollerò alcuna frattura della conoscenza. Fu anche questa una mirabile conseguenza del teocentrismo (centralità di Dio) che caratterizzò questa epoca.
Dunque, non deve meravigliare se fu proprio il Medioevo ad offrire le prime enciclopedie. Potrebbe però obiettare qualcuno: “Ma non fu il XVIII secolo a offrire la prima enciclopedia? Non fu l’Illuminismo con la famosa Enciclopédie di d’Alambert e Diderot?”. Niente affatto. La famosa Enciclopédie di questo periodo fu sì una novità ma non in quanto opera di genere enciclopedico, fu una novità perché si poneva come opera intenta a ricatalogare il sapere secondo nuovi dettami, quelli laici e razionalisti dell’Illuminismo. A questo riguardo va detta una cosa importante e cioè che è vero che nella modernità (XVII e XVIII secolo) verrà fuori l’enciclopedia strutturata in ordine alfabetico, ma è pur vero che tale innovazione nacque nell’ambito della cultura cattolica e non in quella laica. Il primo dizionario enciclopedico in ordine alfabetico fu di un sacerdote di Lione, Luigi Morieri, che nel 1674 pubblicò un’opera chiamata Grande Dizionario Storico. Successivamente, tra il 1701 e il 1709, il francescano Vincenzo Maria Coronelli scrisse la Biblioteca Universale Storico-Profana, altra opera enciclopedica strutturata in ordine alfabetico.
L’Illuminismo, dunque, non inventò affatto il genere enciclopedico; genere che – come dicevamo – nacque prima, nacque appunto nel Medioevo.
Diamo però delle notizie a conferma di questo.
Prima di tutto va detto che già nel mondo antico si amava questo genere e i medioevali amavano consultare, conservare e ricopiare a mano quelle opere. Marco Terenzio Varrone (116-127 a.C.) scrisse 74 opere che spaziavano in tutti i campi del sapere. Nel 79 d.C., Plinio il Vecchio raccolse in 37 volumi tutte le nozioni del tempo realizzando la famosa Naturalis Historia. Marziano Cappella, scrittore cartaginese del V secolo, compose un’enciclopedia di 9 libri dal titolo De nuptiis Mercurii et Philologiae.
Ma veniamo più specificamente al Medioevo. Una premessa: fu in questa epoca che le diverse discipline vennero raggruppate nelle cosiddette sette arti liberali, costituite dal Trivio, dedicato al sapere delle parole, e dal Quadrivio, dedicato al sapere delle cose. Una delle prime enciclopedie medievali fu quella di Cassiodoro, che da brillante uomo politico divenne fondatore del monastero di Vivario in Calabria. Nel 560 scrisse l’opera enciclopedica Institutiones. Un’altra enciclopedia importante dell’Alto-Medioevo fu quella del vescovo spagnolo Isidoro di Siviglia. Questi, intorno al 623, raccolse in 20 libri varie discipline: giuridiche, scientifiche, politiche e religiose. Nel Basso-Medioevo va ricordata l’abbadessa Herald di Landsberg, che, tra il 1167 e il 1185, scrisse il famoso Hortus Deliciarum, un’enciclopedia ricca di illustrazioni. Non mancò nemmeno il mondo bizantino. Nel IX secolo il patriarca di Costantinopoli, Fozio I, scrisse un’opera poderosa chiamata Bibliotheca. Nel Tardo Medioevo l’enciclopedia più letta fu quella di Bartolomeo di Glanvilla, intitolata La proprietà delle cose e scritta nel 1240. Contemporanea fu l’enciclopedia scritta da Alberto Magno, vescovo domenicano, grande filosofo e maestro di Tommaso d’Aquino, dal titolo Opera Omnia. Va ricordata ancora lo Speculum Majus, un’opera di ben 3 milioni di parole, scritta nel 1260 da Vincenzo di Beauvais. Un compendio di ben 80 libri che riprendevano le opere di ben 450 autori greci, latini ed ebrei.