RELIGIONE
Padre Stefano M. Manelli: 70 anni di luminoso Sacerdozio al servizio di Dio e della Chiesa
dal Numero 40 del 26 ottobre 2025
di Maria Teresa Brancato
Ripercorriamo le tappe della vita e della feconda operosità di padre Stefano M. Manelli, della veneranda età di 92 anni, per settant’anni Sacerdote “tutto di Maria”, instancabile apostolo e insigne maestro di vita spirituale.
Padre Stefano M. Manelli, nel lontano 30 ottobre 1955, solennità di Cristo Re, è diventato Sacerdote. Oggi, 30 ottobre 2025, all’età di 92 anni, ha il grande onore di festeggiare i suoi 70 anni di luminoso Sacerdozio celebrando la Santa Messa di ringraziamento. La sua vita è stata ed è un’esperienza unica, benedetta e irripetibile per il suo carattere così determinato e “assoluto” nel suo essere. È nato a Fiume, oggi Rjeka, il 1° maggio 1933, sesto di ventuno figli; nato da due Servi di Dio guidati spiritualmente da San Pio da Pietrelcina, Settimio Manelli e Licia Gualandris, di cui è in corso il processo di beatificazione apertosi ufficialmente il 20 dicembre 2010. Padre Stefano è stato consacrato dalla madre alla Madonna in occasione di una visita al santuario di Loreto e benedetto da padre Pio fin dal seno materno; ha ricevuto da San Pio la prima Comunione nel 1938. Dalla sua infanzia ha continuato a frequentare padre Pio, specialmente durante le vacanze in cui lo incontrava più volte ogni giorno. Ne riceveva carezze e baci indimenticabili e spesso gli serviva la Messa. Si può dire che è proprio da questi momenti di vita quotidiana vissuti con padre Pio che è sbocciato in lui l’amore per la vita francescana. Infatti, l’8 dicembre 1945, all’età di 12 anni, con il consenso di San Pio, entra nel Seminario minore dei Frati Minori Conventuali a Copertino (Lecce). Segue con impegno gli studi e viene ordinato Sacerdote il 30 ottobre 1955, Solennità di Cristo Re. Frequenta la “Pontificia Facoltà Teologica Seraphicum” a Roma e nel 1960 si laurea in Sacra Teologia difendendo la tesi di dottorato sull’Immacolata. È stato professore di Teologia, Patristica e Mariologia nei Seminari dell’Ordine, nel Seminario Arcivescovile di Benevento, nell’Istituto di Scienze Religiose di Avellino e in seguito è stato nominato Prefetto degli Studi della provincia conventuale di Napoli. Durante questi anni così proficui la sua vita è stata dominata da una sola passione, da una sola grande fiamma: l’Immacolata. Per padre Stefano la Madonna “può tutto”, così disse in un discorso a Fatima; e la forza e la fede di tale asserzione svelarono, in quel momento, il suo legame profondo, la sua sconfinata fiducia in Lei. Sembrerebbe quasi impossibile che un uomo del nostro tempo, in cui è molto diffusa la corrente del minimismo mariano, sappia amarla così. Egli vuole testimoniare che in questo mondo così povero di amore solo chi ama ardentemente la Madonna sa veramente amare Cristo e l’uomo. Per questo suo grande amore a Maria si è fatto promotore sia della Mariologia – approfondita sotto ogni aspetto: patristico, biblico, liturgico, dogmatico, apologetico, organizzando i simposi mariologici internazionali in Italia e all’estero, come in Inghilterra e a Fatima – sia di una ripresa della vita francescana più vicina alle origini e ispirata alla marianità di San Massimiliano M. Kolbe, fondando la Famiglia dei Francescani dell’Immacolata, che si è ramificata nei cinque continenti. Inoltre, avvalendosi anche della collaborazione di esperti ed eminenti teologi, ha dato novella vita alla corrente mariologica corredenzionista, offrendo annualmente studi e lavori scientifici incentrati sul mistero dell’Immacolata Corredentrice. In un’epoca altamente secolarizzata, immersa nell’ateismo e materialismo più convinto, egli manifesta un fuoco ardente di amor di Dio e un senso fortissimo del divino nel suo modo di parlare e consigliare. Singolare maestro di vita spirituale, alla sua attività di Fondatore e formatore ha sempre affiancato quella di prolifico scrittore. Dal cuore di questo degno figlio di San Francesco sono fluiti innumerevoli pubblicazioni di libri altamente formativi che hanno fatto il giro del mondo, a partire da quelli spirituali fino a quelli di alta e profonda Teologia, ai quali si aggiungono i tanti articoli pubblicati su riviste e collane. Tutte le vicende della sua vita rivelano una brama di santità che non è desiderio di grandezza, ma di intensità di amore e con una fiducia radicale, non nei propri meriti ma nella misericordia di Dio. Veramente, come dice Georges Bernanos, aspirare alla santità è un’avventura, anzi l’unica vera avventura. Ripercorrendo le particolari tematiche della sua spiritualità come Sacerdote, maestro ed educatore di anime, emerge soprattutto la consapevolezza di aver basato tutti i suoi 70 anni di Sacerdozio sull’amore di Dio e sulla certezza che per accedere al Regno di Dio bisogna seguire gli insegnamenti di Cristo: è il Vangelo, infatti, che ci fa riscoprire le verità più semplici e rende più spedito il nostro cammino verso la Vita eterna. Da subito l’amore di Cristo lo ha sempre sostenuto, sapendo bene che il vero amore è fatto specialmente di sacrificio e di rinuncia di sé fino al “crucifige”; questo lo ha sempre fatto, e le dolorose vicende della sua vita lo dimostrano. Inoltre non è mai venuta meno in lui la sicurezza della “speranza” sempre gioiosa dei beni futuri, la fortezza, lo spirito della continua preghiera e la sua carità che abbraccia non solo gli amici ma anche i nemici. Sull’esempio di San Paolo (cf Rm 8,55) non si è mai separato dall’amore di Cristo, ma è vissuto e vive sotto la guida dell’Immacolata in uno stato di permanente letizia francescana e in uno spirito di apostolica carità, pur in mezzo alle tribolazioni. Veramente sono straordinarie le grazie che Dio gli ha elargito proprio perché la sua vita sacerdotale è stata sempre conforme al volere divino, nel servire Dio e il prossimo, nell’attendere alla salvezza dell’anima e nel pensare al fine eterno.
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