Così come l’evangelizzazione ha lo scopo di portare l’uomo a Dio, anche la musica può fare altrettanto? Certamente. Per dimostrarlo, chiediamo l’aiuto di San Massimiliano che nella Città dell’Immacolata aveva ben due... orchestre!

L’evangelizzazione ha uno scopo del tutto divino, ossia la predicazione del Vangelo ad ogni uomo. La musica può essere uno strumento di evangelizzazione, ossia può portare l’uomo a Dio?
Se ad esempio prendiamo in considerazione il significato della parola “musica”, viene generalmente così definita: «L’Arte di combinare i suoni, in guisa che nella forma di melodia, armonia, polifonia, strumentazione, rendano gli affetti dell’animo o immagini e visioni reali» (dal Vocabolario della lingua italiana); la musica quindi, com’è noto, sin dagli albori della creazione di Dio è stata il più semplice e grandioso “mezzo di comunicazione” che gli esseri umani abbiano usato per “esprimere” i sentimenti e le idee.
Ora, a dimostrare ulteriormente come la stessa arte musicale possa essere un mezzo di evangelizzazione, ci viene incontro il grande apostolo del ventesimo secolo, San Massimiliano M. Kolbe (1894-1941), Fondatore di due Città dell’Immacolata e martire della carità ad Auschwitz.
Il proposito fondamentale dell’anima di San Massimiliano era quello che la conoscenza e l’amore per l’Immacolata si propagassero attraverso tutte le realtà terrene. Infatti a Niepokalano?w, oltre alla produzione della buona stampa, che aveva una grande organizzazione, c’erano tante e diverse “attività”, tra cui una farmacia, un piccolo ospedale, il panificio, una falegnameria... e addirittura due orchestre, una per strumenti a fiato e una per strumenti ad arco!
Riportiamo un passo molto significativo degli Scritti di San Massimiliano, che spiega chiaramente come il Santo pensava anche alla realtà “musicale” in Niepokalano?w come mezzo di apostolato e quindi di evangelizzazione per la salvezza di tante anime: «Qui a Zakopane, durante le ore del mattino, due trombette suonano in modo dolcissimo delle melodie della Madre Santissima. Ascoltandole, mi è venuto il pensiero che sarà meglio che le nostre orchestre mettano da parte gli esercizi difficili e si impegnino a perfezionarsi proprio in quei canti mariani e altri canti religiosi, perché il loro scopo non è affatto un sempre maggior perfezionamento nella musica in genere, ma il contribuire ad avvicinare le anime all’Immacolata, sia durante le varie accademie o ricreazioni, come pure davanti al microfono; gli altri canti, a mio avviso, non saranno indispensabili» (SK 865). Questo pensiero di San Massimiliano è molto importante, perché indica chiaramente l’equilibrio da tenere in ogni caso, affinché l’arte musicale sia usata con uno scopo santo, soprattutto per “contribuire ad avvicinare le anime all’Immacolata”, il che significa, appunto, far avvicinare “attraverso” di Lei il maggior numero di anime, fino alla conquista del mondo intero (cf SK 339). Portare Maria Santissima è portare Gesù: infatti il Santo in un altro scritto insegna che «la nostra vita deve essere il prolungamento di Gesù per mezzo di Maria su questa terra» (conferenza del 5 luglio 1936).
Leggendo gli Scritti di San Massimiliano ci si rende subito conto che, anche se il Santo non usa il termine specifico di “evangelizzazione”, la sua vita religiosa, come quella dei suoi Frati, è una vita che realizza autenticamente l’evangelizzazione a vasto raggio e su tutti i campi: «La nostra comunità ha un tono di vita un pochino eroico, quale è e deve essere Niepokalano?w, se veramente vuole conseguire lo scopo che si prefigge, vale a dire non solo difendere la fede, contribuire alla salvezza delle anime, ma con un attacco ardito, non badando affatto a se stessi, conquistare all’Immacolata un’anima dopo l’altra, un avamposto dopo l’altro, inalberare il Suo vessillo sulle case editoriali dei quotidiani, della stampa periodica e non periodica, delle agenzie di stampa, sulle antenne radiofoniche, sugli istituti artistici e letterari, sui teatri, sulle sale cinematografiche, sui parlamenti, sui senati, in una parola dappertutto sulla terra...» (SK 199). È chiaro quindi che anche la musica, come è stato sperimentato da San Massimiliano, è un’arte che può essere usata saggiamente anche per l’evangelizzazione.
Un punto molto importante, però, è che sia il cristiano sia il religioso stesso, impegnato nella via di santificazione, non devono dimenticare mai che tutta l’attività svolta per ogni evangelizzazione dipende dalla vita interiore, come indica il Santo: «L’attività esterna è buona, ma ovviamente è di secondaria importanza e ancora meno in confronto con la vita interiore, con la vita di raccoglimento, di preghiera, con la vita del nostro personale amore verso Dio» (SK 903). Il lavoro di evangelizzazione dovrà sempre partire, soprattutto per il religioso musicista, nel realizzare la spiritualità del carisma dell’Istituto a cui appartiene, e così potrà mettere a servizio dei fratelli i talenti ricevuti da Dio, prima di tutto come religioso, secondo la sua spiritualità, a cui poi legherà i talenti donatigli da Dio come musicista. È ovvio che tutta la sua attività, in senso musicale, dovrà adattarsi alle esigenze del carisma e della spiritualità da lui abbracciata, eliminando qualsiasi aspetto interiore o esteriore che non sia conforme a questa spiritualità. Infatti, nel caso di San Massimiliano M. Kolbe, i suoi Frati consacrati all’Immacolata dovevano, come scrive il Santo, anzitutto «divenire Suoi [dell’Immacolata] sempre più, in modo sempre più perfetto, farsi simili a Lei, unirsi a Lei, divenire in un certo qual modo Lei stessa, affinché Ella prenda sempre più possesso della nostra anima, si impadronisca totalmente di essa, e in essa e per mezzo di essa Ella medesima pensi, parli, ami Dio e il prossimo, e agisca. Ecco l’ideale» (SK 1211).
Un ultimo pensiero, molto importante, è quindi per Maria Santissima, la Madre di Dio e di noi tutti, che è presente attraverso la sua Maternità in azione, attraverso la sua Mediazione universale di grazia, e che vuole arrivare vicino vicino ad ogni anima, ovunque, per salvarla e santificarla, anche attraverso l’arte musicale, uno dei mezzi di comunicazione e di evangelizzazione tra i più semplici e diretti, sempre usato in questo mondo, sin dal suo inizio.