I FIORETTI
Padre Pio e l’Angelo custode
dal Numero 36 del 28 settembre 2025
Dopo Maria Santissima, gli angeli sono le creature più sublimi concepite dalla mente di Dio, per questo motivo i Santi hanno avuto particolare devozione per questi spiriti celesti. In questo breve articolo scopriremo come il Santo del Gargano si relazionava con essi. Prima di iniziare, è doveroso capire e definire chi sono questi spiriti purissimi. La parola stessa “spirito” ci indica che stiamo parlando di un essere senza corpo, il quale è dotato d’intelligenza e di volontà, come l’anima umana, ma con maggiore perfezione. Dio li creò con un semplice atto di volontà prima ancora degli esseri sensibili. Questi puri spiriti non sono tutti uguali; Dio li creò infatti con gradi diversi di bellezza e potenza; per questo motivo, gli angeli sono distribuiti in nove categorie (o cori) e prendono il nome in base all’ufficio che compiono davanti alla Divinità. I nomi dei nove cori sono (in ordine crescente): angeli, arcangeli, principati, potestà, virtù, dominazioni, troni, cherubini e serafini. L’uomo, avendo l’anima spirituale, è stato reso superiore a tutti gli esseri viventi su questa terra. Però sappiamo benissimo che, dopo la caduta dei nostri Progenitori, la natura umana è stata resa debole, inclinata al male e dunque sempre in continue lotte spirituali. Iddio, in vista di ciò, ha voluto assegnare a ciascun uomo un angelo particolare, più comunemente chiamato “Angelo custode”. Il compito dell’Angelo custode è simile a quello della mamma presso il suo pargoletto. Ogni volta che noi compiamo un’azione, l’angelo ci suggerisce i buoni pensieri e il fine, che deve essere quello di osservare sempre la Legge di Dio. Per questo motivo ogni uomo ha il dovere di ringraziare spesso il proprio Angelo custode; invece quante volte trattiamo questo fedele amico come un estraneo, senza rivolgergli una preghiera la mattina o la sera? In più dobbiamo ricordarci che siamo sempre alla sua presenza, dunque è doveroso rispettarlo, comportandosi dignitosamente. È certo che, quando un’anima pecca, in qualche modo offende e disprezza il suo Angelo custode. Molti Santi, tra cui San Pio da Pietrelcina, consigliavano, nei momenti più impegnativi della giornata, di mandare “l’Angioletto” a fare visita a Gesù Sacramentato per lodarlo e adorarlo a nome nostro. Infatti il primo a darne l’esempio fu padre Pio, devotissimo all’Angelo custode. Nelle numerose e durissime battaglie che dovette sostenere contro il diavolo, un personaggio luminoso gli stava sempre accanto per dargli forza e vigore. Fin da piccolo, Francesco Forgione (padre Pio) vedeva il suo Angelo e la Madonna, credendo che queste celesti visioni fossero comuni a tutti. Il Santo soleva chiacchierare abitualmente con il suo Angelo e questo rapporto era così spontaneo e normale che molti dei suoi figli spirituali raccontano di come usasse raccomandarsi con loro affinché, in caso di bisogno, gli inviassero il loro Angelo custode. Un esempio è la lettera scritta da San Pio nel 1915 a Raffaelina Cerase, una delle sue prime figlie spirituali: «Al nostro fianco c’è uno spirito celeste che, dalla culla alla tomba, non ci abbandona nemmeno per un istante, che ci guida, ci protegge come un amico, come un fratello e che ci consola sempre, specialmente nelle ore che sono per noi le più tristi. Sappiate che questo buon Angelo prega per voi: offre a Dio tutte le buone opere che fate, i vostri desideri più santi e puri. Nelle ore in cui vi sembra di essere sola e abbandonata, non dimenticate questo compagno invisibile sempre presente per ascoltarvi, sempre pronto a consolarvi. O deliziosa intimità! O felice compagnia». Ci sono molteplici racconti e aneddoti sulla vita di padre Pio e gli angeli. Ne riportiamo uno molto simpatico ma anche dimostrativo di quanto abbiamo detto finora. Racconta uno dei biografi: «Ero un giovane seminarista quando Padre Pio mi confessò, mi diede l’assoluzione e poi mi chiese se credevo al mio Angelo custode. Risposi esitante che, per la verità, non l’avevo mai visto e lui, fissandomi con sguardo penetrante, mi tirò un paio di ceffoni e aggiunse: “Guarda bene, è là ed è molto bello!”. Mi girai e non vidi niente, ma il Padre aveva negli occhi l’espressione di qualcuno che davvero guarda qualcosa. Non stava fissando il vuoto. I suoi occhi brillavano: riflettevano la luce stessa del mio Angelo». Se oggi non si parla più tanto degli Angeli custodi, non per questo dobbiamo trascurarne la devozione e fare finta di niente. Pregare gli Angeli custodi è di assoluta utilità, sono le nostre guide, e se non sappiamo ascoltare la loro delicata voce è perché siamo immersi nello strato denso e buio del mondo che rende la nostra anima incapace di ascoltare le loro celesti ispirazioni. Impariamo a pregare con un maggior raccoglimento per chiedere a loro gli aiuti necessari e l’intercessione presso la Regina degli angeli, e otterremo così grandi grazie. Inoltre, imitiamoli nella loro obbedienza, nella loro umiltà e nella loro fedeltà al servizio di Gesù e di Maria Santissima. di Fra Pio M. da Verona
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