Un mondo che vive di estetica dimentica che la vera perfezione si trova nell’anima pura e santa, la cui cura, superiore a quella del corpo, deve occupare tutta la nostra giornata. Il Signore ci ha dato tutti i mezzi per avere “cura” della nostra anima. Uno dei mezzi più efficaci è il sacramento della Confessione che lava e purifica la nostra anima da ogni macchia.

Ci siamo mai chiesti quanto tempo dedichiamo, o meglio sciupiamo, nella cura del nostro corpo, di questo nostro corpo mortale che San Francesco d’Assisi amava chiamare “fratello asino”? Siamo capaci di passare le ore davanti allo specchio per acconciarci e sistemarci ogni giorno. «Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità» (Qo 1,2)...
Ma chi comprende effettivamente tutto ciò? Sono ben poche le persone che oggi riescono a comprendere la verità contenuta nelle parole della Sacra Scrittura sopra citate. Viviamo in un mondo in cui l’estetica è di fondamentale importanza. Tutto deve apparire perfetto... Ma in realtà spesso questa “perfezione” ideale, questa apparenza inganna noi stessi e gli altri, poiché la vera perfezione non si trova nell’apparenza esterna.
La vera perfezione alla quale l’uomo deve ambire è quella interna. La vera bellezza si trova all’interno dell’uomo, ovvero nell’anima che egli “cura” conservandola pura e innocente al cospetto di Dio. Poniamoci, dunque, davanti allo specchio della Parola di Dio, degli insegnamenti della Chiesa, di Maria Santissima e dei Santi nostri modelli e vediamo se la nostra anima è degna di potersi specchiare in queste realtà paradisiache o se c’è bisogno di qualche pulizia più approfondita; se c’è bisogno di togliere delle imperfezioni, delle macchie, di raschiare ben bene per renderla luminosa e candida.
Tuttavia, bisogna porsi una domanda fondamentale: Qual è la causa di queste macchie presenti nella nostra anima? Con il Battesimo non è forse la nostra anima già divenuta bianca come la neve? La risposta è semplice e ce la dà don Dolindo: «Ogni colpa è un contrasto con la divina Volontà, è un arresto di vita spirituale che produce nell’anima una piaga ripugnante». Noi, perciò, dobbiamo curare questa piaga e Gesù stesso ci ha dato la cura e la medicina adatta per sanarla. Infatti, queste piaghe dell’anima sono causate dai nostri peccati e abbisognano della mano del Signore per poterle sanare. «È vano sperare di poter risorgere dal male se non si va ai piedi di Gesù Cristo, vivente nel Sacerdote, e non gli si dona la volontà, confessando e riconoscendo le proprie colpe e implorandone la liberazione col contatto della grazia, attraverso la mano del Sacerdote che, levandosi sul peccatore, lo tocca in Nome di Gesù Cristo». Ecco riassunta in parole semplici e chiare la potenza della Confessione sacramentale che lava la nostra anima da ogni bruttura, da ogni macchia, da ogni imperfezione.
Don Dolindo associa l’anima macchiata dal peccato ad un lebbroso che vuole guarire e ricorre al sacramento della Confessione. Egli spiega che «il lebbroso di spirito si presenta a Gesù per essere mondato, gli dona la volontà perché la rettifichi, si rimette alla sua misericordia perché lo risani; riconosce la potestà del Sacerdote che lo rappresenta, riconosce che questa potestà è disciplinata nella giurisdizione dal Sommo Sacerdote, cioè dal Papa e dai Vescovi che ricevono dal Papa, a loro volta, la missione di regolarla. Offre poi il dono della purificazione, compiendo la penitenza che gli è imposta, e rientra nel consorzio dei Santi con la grazia. Come si vede, in questo miracolo c’è tutto quello che si avvera nella Confessione, in questo mirabile Sacramento dove l’anima si riconosce lebbrosa e riceve la purificazione delle sue miserie».
Purtroppo il peccato può rendere lo stato dell’anima anche peggiore di quello di un lebbroso. Infatti, don Dolindo parla di «anime morte o paralizzate per il peccato [che] sorgono dalla loro miseria e ritornano gioiose alla loro casa, che è quella del Padre celeste» e tutto ciò proprio grazie alla santa Confessione che ridona all’anima morta alla grazia quella grazia santificante che la riconcilia con Dio.
Il corpo va curato in quanto tempio dello Spirito Santo e non bisogna trascurarlo o degradarlo con il peccato. Tuttavia bisogna evitare di cadere nell’eccesso, in quell’eccesso che ci fa dimenticare che siamo tempio dello Spirito Santo e ci fa preoccupare solamente di apparire perfetti agli occhi degli uomini e di conseguenza non ci preoccupiamo di come appariamo agli occhi del Signore.
La cura dell’anima è fondamentale per ognuno di noi. È l’anima santa, infatti, che ci rende veramente perfetti. Ed è il sacramento della Confessione che ci aiuta a conservare la nostra anima sempre pura e candida, donandoci la grazia necessaria per perseverare nel bene e immergendoci nella misericordia di Nostro Signore che, nonostante le nostre miserie, è sempre pronto a perdonarci amorevolmente. Difatti don Dolindo afferma che «se gli uomini comprendessero il bene di una Confessione, farebbero ressa nella casa di Dio per ottenere misericordia, e se tutte le anime capissero l’infelicità di chi vive in disgrazia di Dio, rinnoverebbero l’opera pietosa di quelli che portarono di peso il paralitico (cf Lc 5), spingendo e accompagnando i poveri peccatori alla Penitenza».