Perché andare a Messa? È la domanda che si sente spesso dire. Con alcuni esempi è possibile spiegare il suo grande valore e l’arcano mistero che si cela in ogni Santa Messa, per cui si comprende quanto essa sia realmente indispensabile e insostituibile.

C’è una bellezza riguardante la Santa Messa che solitamente non viene detta. Ovvero che in essa vengono sospese le categorie dello spazio e del tempo. È un senso del mistero che spesso non viene adeguatamente evidenziato. Oggi, molti che partecipano alla Santa Messa non sanno queste cose, eppure è così.
Per spiegare la Santa Messa – soprattutto ai più giovani – si può fare questo esempio. Bisogna immaginare la possibilità di andare fantascientificamente indietro nel tempo: prendere cioè una sorta di “macchina del tempo” e viaggiare nella storia. Ecco: la Santa Messa è una sorta di “macchina del tempo” per andare all’indietro e andarsi a porre, veramente e non con la semplice immaginazione, ai piedi della Croce di Gesù sul Calvario.
Gesù è il Dio che si è fatto uomo. In Lui si è realizzata l’unione di due nature (umana e divina) in un unico soggetto (divino). Si sa che la dignità delle azioni è data dalla dignità del soggetto che compie l’azione. Un conto se a passeggiare sotto il proprio fabbricato sia un uomo qualunque; un altro se fosse il Presidente della Repubblica. In quest’ultimo caso non solo vi affaccereste, ma trovereste chissà quale folla a fare ressa presso il vostro portone. Dunque, la dignità delle singole azioni è data dalla dignità del soggetto che le compie. Se il soggetto è umano, le azioni avranno un valore umano, cioè finito; se il soggetto è divino, le azioni avranno un valore divino, cioè infinito. Tornando a Gesù, va detto che ogni sua azione, proprio perché voluta e compiuta da un soggetto divino, ha avuto un valore infinito. Infinito vuol dire che non è esauribile nello spazio e nel tempo.
Quando Gesù nell’Ultima Cena ha istituito il sacramento dell’Eucaristia, ha celebrato la prima Messa e ha anticipato veramente, ma non cruentemente, ciò che si sarebbe compiuto il giorno dopo sul Calvario. Lo ha potuto fare, perché quel gesto avrebbe avuto un valore infinito; dunque non era e non è esauribile nel tempo e nello spazio.
Quel gesto fu anticipato, ma sarebbe stato possibile posticiparlo sempre.
Dunque, sull’altare-Calvario si compie realmente, ma in maniera incruenta, lo stesso Sacrificio che Gesù compì sulla Croce. Infatti sul Calvario la vittima era Gesù; e sull’altare la vittima (hostia) è lo stesso Gesù. Sul Calvario il Sacerdote era Gesù che offriva se stesso all’Eterno Padre; sull’altare il vero Sacerdote è Gesù che offre se stesso per mezzo del prete “altro-Cristo”.
Ecco dunque la Santa Messa.
Mentre ogni preghiera – pur importante – ha sempre un valore finito, perché è l’uomo che prega Dio e si offre a Lui; la Santa Messa ha sempre un valore infinito perché è Dio stesso che si offre al Padre. Facciamo un altro esempio. Prendiamo una bilancia, quella antica, con i classici due piatti. Su un piatto mettiamo tutte le preghiere di questo mondo e sull’altro una sola Messa. Ebbene, la bilancia penderebbe dalla parte della sola Messa. Più azioni finite formano una realtà finita, l’infinito rimane invece sempre infinito.
Se queste cose si capissero, la gente correrebbe continuamente alla Santa Messa. San Pio da Pietrelcina soleva dire: «Se la gente sapesse cosa è la Messa, dinanzi alle chiese occorrerebbero i carabinieri per governare le folle». E diceva ancora: «È più facile che il mondo si regga senza il sole, piuttosto che senza la Messa».
Quando sentiamo obiezioni del tipo: «Perché andare a Messa? Perché non posso pregare per i fatti miei e a casa mia?». Ecco, queste obiezioni possono nascere perché non si sa cosa è la Santa Messa e quindi non se ne capisce l’insostituibilità. Si può vivere davvero la propria esperienza cristiana se almeno una volta alla settimana non ci si va a mettere ai piedi della Croce di Cristo?
Spesso si sente anche chiedere: «Come si può pregare meglio? Come si possono ottenere più facilmente le grazie?». Ebbene, il momento più proficuo per pregare è proprio il momento della Consacrazione eucaristica (ovvero il centro della Santa Messa): può Dio negarci qualcosa nel momento in cui sta offrendo la vita per noi?
Detto questo, chiediamoci: perché queste cose sembra che non le conosca più nessuno? Per non parlare dei ragazzi: niente di niente!
Per rispondere basterebbe fare un solo riferimento. L’altare di una volta simboleggiava il Calvario, oggi invece è una tavola. Non c’è da aggiungere altro.