Riprendiamo per un maggiore approfondimento la storia di Ermanno Cohen, uomo senza fede, inebriato dalla propria fama di musicista e immerso nei vizi, la cui giovane vita sembrava andare solamente verso un disperato suicidio...

La pratica del mese di maggio è sempre stata un qualcosa di molto sentito nella tradizione popolare. Soltanto oggi nelle famiglie non si parla più di recita del santo Rosario e di fioretti da offrire alla Madonna. È bene allora ricordare come tale pratica possa avere degli effetti straordinari, missionari e perfino sconvolgenti. Lo verifichiamo considerando la gigantesca conversione dell’ebreo Ermanno Cohen, che oltre ad essere giudeo era anche immerso nella vanità del suo successo di musicista, tra ricchezze e passatempi che l’avevano traviato moralmente. Ma partiamo dall’inizio.
Ermanno nacque nel 1821 da genitori ebrei e già a 6 anni era un piccolo prodigio di intelligenza e talento musicale. A 10 anni era già tra concerti e applausi che lo sballottavano per tutta la Germania con l’ammirazione di tutti. Nel 1834, a Parigi, il giovanissimo musicista si lasciò ingannare dalla massoneria, dalla quale venne indottrinato di ateismo, panteismo, fourierismo, sansimonismo, ideologie a favore dell’abolizione del matrimonio, terrorismo, ricerca sfrenata di tutti i piaceri...
Iniziò, inoltre, a frequentare una nota romanziera e poetessa dei salotti di Parigi, molto più grande di lui ma che lo portava sempre con sé come se fosse il suo trofeo di vanità tra la gente. In pratica, i 14 anni di questo giovane e piccolo genio furono consegnati in mano al demonio, ben disposto a trafficarli per il futuro. Il lavoro del nemico non trovava molti ostacoli poiché Ermanno era un grande collaboratore, preso com’era dall’idolatria della sua persona. Con il passare degli anni, infatti, le cose peggiorarono e il successo gli diede sempre più alla testa. Il vizio del gioco lo ridusse poi in una schiavitù psicologica, che il suo guadagno nel suonare non bastava mai a soddisfarla.
Le dottrine massoniche gli avevano messo in cuore una grande avversione per la Chiesa Cattolica e soprattutto verso i Sacerdoti. Sembrava, insomma, che la sua vita fosse ormai bruciata, a tal punto che più volte pensò seriamente all’ipotesi del suicidio. Ma la Madonna vegliava silenziosamente su quest’anima, ben consapevole di cosa poteva diventare Ermanno una volta conosciuta la grazia di Dio. E fu proprio durante un mese di maggio che la sua vita cambiò radicalmente. Forse Ermanno, dopo essersi convertito, diventato religioso e morto santamente, in Paradiso avrà conosciuto personalmente a quali anime devote della Madonna doveva un obbligo di riconoscenza per tanta intercessione, decisamente immeritata ma così cara a Colei che è il Rifugio dei peccatori. Da ciò si comprende come, facendo bene il mese di maggio, si abbia sicuramente anche un risvolto apostolico, in quanto la Vergine raccoglie tutte le preghiere, le intenzioni e suppliche e le trasforma in grazie e miracoli di ogni tipo. La storia che stiamo raccontando è sicuramente uno di questi.
Ebbene, in una chiesa parigina intitolata a Santa Valeria, si celebrava, nel 1847, il mese mariano. A sera, diversi cori dilettanti eseguivano i loro canti, diretti dal principe di Mosca. Un giorno, il principe non poteva essere presente alla guida dei canti e delle musiche e chiese all’amico Ermanno di sostituirlo con una incantevole suonata di pianoforte per accompagnare la serata. L’accettazione del compito da parte di Ermanno fu solo per amicizia e per l’usuale vanità delle proprie capacità. Quella sera c’era, però, l’esposizione del Santissimo Sacramento e, al momento della Benedizione eucaristica, nonostante la costante indifferenza e noia di Ermanno, improvvisamente, la commozione lo sorprese: sentì come una “presenza” dolce che gli pervadeva l’intelletto e lo spingeva a fare un atto di fede. L’ebreo, il massone e vizioso Ermanno non capiva cosa stesse succedendo, ma intuiva che era un qualcosa che non dipendeva da lui; era un qualcosa che veniva dall’alto, che toccava la sfera soprannaturale. La confusione lo pervadeva, ma al contempo avvertiva uno strano desiderio di tornare in quella chiesa, in quella circostanza per lui così strana.
Il venerdì seguente, sempre per la solenne funzione del mese mariano, impressionato dalla singolare emozione che gli era capitata, Ermanno tornò nella chiesa di Santa Valeria. Questa volta, sentì addirittura una forza sopra di sé che lo costringeva a piegare il capo e a fare un atto di riverenza al Santissimo Sacramento, con tutta la sua persona. La sua conversione stava iniziando, quindi, per un evidente miracolo nascosto agli occhi altrui, ma indelebile nel suo cuore traviato e presente davanti alla Mamma del Cielo.
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