RELIGIONE
Una corsa verso il Paradiso
dal Numero 18 del 11 maggio 2025
di Marco e Caterina Vinciguerra
I coniugi Bono-De Angelis, entrambi medici ed a servizio del prossimo, testimoniarono con il loro matrimonio santo una vita ricca di virtù eroiche, abbandonati sempre alla volontà di Dio, fino a raggiungere il Paradiso.
Il 7 ottobre del 1978, nella cripta della basilica di San Francesco ad Assisi, è stato celebrato il matrimonio di una coppia della Locride: Francesco Bono (detto Franco) e Maria Rosaria De Angelis. In quel giorno i due sposi chiesero con insistenza al Poverello di Assisi di riuscire a farsi santi insieme. Franco Bono nacque a Lamezia Terme il 25 ottobre 1948 e dal 1975 prestò servizio come medico anestesista e cardiologo nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Locri. In ospedale ebbe sempre una parola di conforto e di incoraggiamento per i malati nei quali vedeva l’immagine di Gesù sofferente, in particolare per quelli in fase terminale: li accompagnava con la sua preghiera prendendo a esempio il medico santo di Napoli, Giuseppe Moscati. Maria Rosaria De Angelis (Locri 7 ottobre 1955), anche lei medico, diceva: «Nella mia professione cerco di vivere il Vangelo. Vedere Gesù nel più piccolo, nel malato, nel solo, nell’emarginato, mi porta a donarmi a ciascuno al di là del puro e semplice dovere professionale e questo mio donarmi mi ritorna moltiplicato in gratitudine, gioia, comprensione». Maria Rosaria incontrò Franco quando era studentessa di medicina e scoprirono di avere in comune la missione di alleviare le sofferenze del prossimo e di spendere la vita nelle opere di apostolato: furono molto attivi nella vita ecclesiale e nella pastorale familiare, accompagnando il cammino dei fidanzati e tenendo catechesi a coppie di sposi senza trascurare gli impegni familiari. Decisero di formare una famiglia cristiana avendo come base del loro matrimonio la formazione spirituale dell’Azione Cattolica frequentata da entrambi. Franco fu presidente diocesano dell’Azione Cattolica per nove anni e Maria Rosaria divenne responsabile del Movimento dei Focolari per la Locride. Esemplare fu anche il loro impegno nella vita sociale per la Locride, famosa per l’illegalità e la presenza della criminalità organizzata. Franco molte volte pubblicamente ripeteva: «Nel clima di illegalità diffusa nel quale viviamo siamo convinti che la classe politica deve dare un segno, deve saper dire che all’interno del Palazzo è cambiata la musica», per questo, come servizio per i concittadini, decise di candidarsi a sindaco di Locri riuscendo nel 1992 a essere eletto, anche se la sua carica non superò i sei mesi perché fortemente osteggiato per il suo rigore morale. Dal loro matrimonio nacquero cinque figli: Pasquale, Teresa, Giuseppe, Carlo Maria e Francesco. Quest’ultimo nacque nel 1996 dopo che il padre era già morto e per questo porta il suo nome: infatti Franco morì per un grave incidente in montagna, il 24 aprile, Sabato Santo, dopo 18 giorni di coma, riuscendo però a salvare la vita del figlio più piccolo. Maria Rosaria rimase vedova per quattro anni, accettò con fede questa prova continuando a prendersi cura dei cinque figli e ad esercitare la sua professione di medico. Morì per un tumore al pancreas il 15 dicembre del 2000, rassicurando i figli che lei e il marito dal Cielo sarebbero stati ancora più presenti e vicini a loro. Il 24 giugno del 2006 la chiesa di Locri-Gerace ha intitolato a Franco e Maria Rosaria il consultorio familiare diocesano. Il postulatore della causa di beatificazione di questa coppia di sposi (che è stata aperta nel 2022) è don Pietro Romeo, vicario generale della diocesi di Locri-Gerace. Per Franco e Maria Rosaria, la diversità dei loro carismi e del loro impegno sono stati motivo di confronto e di crescita. Pur nella loro breve esistenza hanno testimoniato con semplicità e coerenza le virtù cristiane di un matrimonio santo che ha portato molti frutti, come ha dichiarato il Vescovo di Locri, padre Giancarlo M. Bregantini: «L’uno per l’altro nella corsa verso il Paradiso e insieme hanno raggiunto vette di mistero, eroismo nel presente, professionalità nel servizio, accoglienza nella vastità incomprensibile della volontà di Dio».
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