“La Manif pour tous”, nata in Francia in diretta opposizione alle leggi del socialista Hollande a favore delle famiglie omosessuali, è ora presente anche in Italia e raccoglie tutti i movimenti e gli uomini che lottano per difendere l’ordine naturale in tutti i suoi aspetti.
Abbiamo tutti sentito parlare della magnifica protesta dei giovani francesi contro le leggi anti-umane imposte dal governo Hollande. Governo che anche dal punto di vista economico-sociale sta portando la Francia nel baratro della disoccupazione di massa, con una invivibilità di mese in mese sempre più accentuata. Invivibilità legata anche, sia detto al di là del politicamente corretto, ad una immigrazione sfrenata e invasiva, che ha trasformato il DNA della cultura francese in un melting pot di statunitense memoria. Quartieri interi di metropoli come Parigi, Lione e Marsiglia in cui la polizia non può passare senza essere bersagliata dalla teppaglia, e neppure possono avventurarvisi tutti coloro che in qualche modo rappresentano lo Stato Sovrano, come gli stessi Pompieri, l’Ambulanza, il Pronto Soccorso! Cosa incredibile ma realissima per chi conosce un minimo le faccende transalpine. L’avversione allo Stato, espressa nella violenza di cui sopra, è più che comprensibile viste le sue molteplici iniquità, ma non lo è affatto nella violenza verso quei cittadini che si trovano a servirlo per mandare avanti una famiglia, spessissimo con sacrifici e immani sofferenze. Ma quell’Hollande che non ha soldi per rilanciare lo sviluppo è lo stesso che si è dichiarato pronto ad allearsi con Obama per una nuova immorale guerra dei forti contro i deboli (caso Siria), ed è il medesimo che in politica interna difende i privilegi della lobby gay (LGBT), fortissima e potentissima, contro il desiderio innato di ogni bambino di vivere e di crescere con una mamma ed un papà. Per riparare le strade o riqualificare la scuola pubblica francese che va letteralmente a pezzi non ci sono soldi, ma per finanziare l’aborto di Stato (che in Francia è completamente gratuito) o sostenere il matrimonio gay, si è pronti a indebitarsi!
A seguito di queste palesi ingiustizie sociali, sono sorti in Francia dei nuovi movimenti di protesta, ciascuno con una propria identità. Vediamone uno a titolo di esempio. Contro la volgarità, la bassezza morale e la violenza anticristiana delle Femen – note per le loro manifestazioni oscene in luoghi pubblici e davanti a minori innocenti – sono nati gli Hommen. Il gruppo è composto da soli uomini che solitamente si danno appuntamento in una pubblica piazza francese, con delle scritte sul petto e una maschera sul volto. Le Femen evidentemente provocano scandalo e ripugnanza tra la gente che non ha perso il senso del pudore; gli Hommen al contrario riparano all’oscenità e all’odio, manifestando il loro amore per l’umanità e i bambini, attraverso gli slogan pro-life e dei bei canti patriottici e nazional-popolari. Le Femen sono foraggiate e sostenute dalle lobby internazionali e dalle élite della finanza che vogliono la distruzione della famiglia naturale (la prima di queste lobby è proprio l’ONU, ma seguita da Amnesty e l’Unicef); gli Hommen sono auto-finanziati e hanno il sostegno degli strati popolari, sociali, liberi da interessi di casta e tendenzialmente cristiani. Le Femen hanno volti infernali, pieni di odio e di rancore contro il prossimo, specie se credente e con l’abito ecclesiastico (hanno finora ripetutamente profanato Notre Dame di Parigi, aggredito un Alto Prelato della Chiesa belga, spintonato un Pope russo amico di Putin, ferito delle famiglie cattoliche che manifestavano pacificamente e perfino rischiato di uccidere dei bambini con il gas, ecc.). Gli Hommen rimangono immobili su di un marciapiede e hanno il volto coperto da una maschera, rifiutando così ogni personalismo ed esibizionismo: ciò che conta, intendono dire, è il messaggio affermato e non il soggetto che lo propone. Nell’opposizione usque ad mortem tra le Femen e gli Hommen, lo si è capito, si nota tutta l’incompatibilità tra bene e male, tra bello e brutto, tra armonico e disarmonico, tra ordine e disordine, tra pace e violenza, tra Cristo e il serpente della Genesi. E i mass-media, ancora una volta, salvo eccezioni rare (come il quotidiano Présent) sono dalla parte del serpente...
In Italia, alcuni giovani volenterosi e coraggiosi hanno iniziato a proporre alcune manifestazioni sullo stile della Manif pour tous francese (in attesa che altri eroici difensori della famiglia osino creare gli Hommen all’italiana...). Ebbene la Manif pour tous è la sigla che raccoglie tutti i movimenti e le associazioni, spesse volte già esistenti al momento dell’inizio della lotta contro il matrimonio gay (come Civitas, Chretienté-Solidarité, SOS Tous-petits, Les Identitaires e tanti gruppi benemeriti i quali da anni lottano diuturnamente per la difesa dell’ordine naturale in tutti i suoi aspetti). La sigla La Manif pour tous significa semplicemente La Manifestazione per tutti ed è nata in risposta all’ipocrisia del Governo Hollande. Il Governo socialista infatti, per non scioccare il francese medio con l’espressione assurda di “matrimonio omosessuale”, ha coniato l’espressione vaga e serpentina di “Mariage pour tous”, cioè in italiano: “Matrimonio per tutti”. Ma questa espressione è pura anfibologia: infatti il matrimonio era già per tutti, nel senso che tutti i cittadini francesi (che ne avevano i requisiti previsti dalla legge) potevano sposarsi già prima che fosse approvata la legge iniqua. Oppure, se con tutti si vuole intendere tutti i cittadini a prescindere da qualunque requisito, allora si deve dire che neppure adesso in Francia, malgrado le aberrazioni legali, il matrimonio è per tutti. Perché infatti non possono sposarsi due diciassettenni che si amano? E lo zio vedovo perché non può sposare la nipote maggiorenne? E visto che è legale il matrimonio (obbrobrioso) tra due maschi, perché sarebbe illegale il matrimonio tra tre maschi, allorché indagini e studi ci dicono che è diffuso in Francia l’amore a tre? Mi scuso con il lettore di questi esempi al limite della decenza, ma se il suo cuore leggendo quanto sopra si è riempito di santo sdegno, non si limiti a piangersi addosso notando banalmente che “mala tempora currunt”, “si stava meglio prima”, “si stava meglio quando si stava peggio”, ecc. Tutte verità certo, ma che restano inutili se non ci mobilitiamo in ogni modo possibile.
La Manif pour tous Italia ha raccolto la sfida e attraverso il proprio sito internet e Facebook, sta raccogliendo tutte le buone volontà per iniziare una battaglia di lungo corso in difesa della famiglia, della vita e contro la cultura di morte oggi imperante. Certo è lecito nutrire dubbi sulla validità e sulla riuscita delle manifestazioni di piazza che anche in Francia non hanno dato l’esito sperato: anche perché è satana il primo militante in favore delle nozze gay e il demonio non si spaventa di certo per un milione di persone che sfilano contro di lui... Tuttavia, è certamente errata quella visione fideista, spiritualista e un po’ bigotta di chi, davanti a questi mali abnormi, si limita alla preghiera, si rimette alla Divina Provvidenza, e in definitiva si affida a Dio il Quale, si opina, se vuole può annullare in un secondo tutte le leggi anti umane (aborto, divorzio, nozze gay, ecc.). Certo! Dio però a volte non agisce se non vede la previa azione dell’uomo: così, pregare non facendo nulla per vivere in conformità a ciò che si è chiesto al Signore può essere un tentare Dio e un cadere nel quietismo.
Non sappiamo al 100% se la nostra mobilitazione produrrà degli effetti sociali concreti, e possiamo anche ipotizzare che, come è accaduto in Francia, nonostante le forti opposizioni di cui sopra, le leggi dell’infamia (sul femminicidio, sull’omofobia, sul gender) passeranno comunque. Ma sappiamo con assoluta certezza che Dio aiuta chi s’aiuta, che la fede (e la preghiera) senza le opere è morta, che andare a Messa non basta e non basta neppure leggere il Settimanale o la buona stampa in genere. In quest’ottica, venerdì 11 ottobre c’è stata una nuova riuscitissima manifestazione di protesta, organizzata dai giovani della Manif in varie città d’Italia. A Roma, davanti al Pantheon, almeno 500 manifestanti hanno levato la loro voce contro i vari progetti di legge che si stanno portando avanti: in particolare quello sull’omofobia, che vieterà ogni espressione del dissenso in materia di omosessualità e quello sempre larvatamente presente di matrimonio omosessuale, con annessa adozione-perversione di minori.
Anche se, poniamo, nel 2014 o nel 2015, avremo perfino nella bella Italia, la nazione detestata in modo speciale dal Nemico, sia il matrimonio gay che la legalizzazione dell’adozione(-stupro) degli infanti, comunque non avremo lottato invano, se lo avremo fatto per la Verità. Infatti, come dice ripetutamente papa Francesco, è la testimonianza di una vita retta che tocca il cuore altrui ed è passando per la via della Croce e del sacrificio che si arriva alla meta agognata. Non perdiamo l’occasione di santificarci attraverso le lotte che Dio, satana e la nostra stessa coscienza ci mettono davanti. Anzi diciamoci con forza: è la nostra lotta, è il nostro momento!