I FIORETTI
La passione di padre Pio /1 Il Santo più perseguitato dagli uomini di Chiesa
dal Numero 35 del 25 settembre 2022

In questo articolo tratteremo la figura di un grande santo – padre Pio da Pietrelcina –, caro a tutti noi, conosciutissimo, molto popolare, ma allo stesso tempo un grande mistero, al punto che egli stesso, scrisse al suo padre spirituale: «Sono un mistero a me stesso».
È un uomo che ha caratterizzato la vita della Chiesa per quasi un secolo. La vita di padre Pio, infatti, s’intreccia con la vita della Chiesa. Le vicende della sua vita segnano le vicende della Chiesa, e viceversa. È questo il tema su cui argomenteremo per scandagliare la figura del frate del Gargano, cercando di addentrarci soprattutto nelle vere motivazioni delle tante persecuzioni subite nella Chiesa e da uomini di Chiesa. Ci chiederemo: perché tutto questo? Qual è la vera ragione? 
Questo tempo ci è propizio per affrontare tali riflessioni: siamo ancora, infatti, nel mese di settembre – mese mariano dedicato a Maria Addolorata Corredentrice – e abbiamo celebrato da poco il dies natalis di padre Pio, che è il giorno della morte, il 23 settembre. 
Padre Pio corredentore
Il mistero di padre Pio s’intreccia, allora, con il mistero della Corredenzione di Maria. Padre Pio è un corredentore che, nella Chiesa, manifesta questa sua missione. Ed è per questo che egli dovrà soffrire persecuzioni atroci, e quasi senza tregua. 
Perché? Perché il Nostro è uno dei santi che sono stati più perseguitati? Settanta visite apostoliche! Il che significa visitatori, persone, monsignori mandati dalla Santa Sede per accertarsi, per prendere informazioni su questo frate cappuccino stigmatizzato che risultava “strano”. 
Di padre Pio si sa che ebbe impresse le stigmate, che è stato anche un confessore acclamato da un gran numero di persone e un sacerdote ricercato perché celebrava la Messa in modo straordinario.
Ma c’erano diverse accuse nei suoi confronti. Comprensibile, dunque, che ci fossero dei dubbi e ci fosse bisogno di più di una visita apostolica per giungere a chiarezza. Ma settanta! Basti pensare che iniziarono negli anni Venti del secolo scorso e praticamente si conclusero con la morte del Santo. S’inizia, infatti, con la vicenda del padre Agostino Gemelli, che sarà uno dei principali accusatori e anche – se vogliamo – dei nemici di padre Pio, per concludersi poi con l’ultima visita apostolica ordinata da papa Giovanni XXIII che ebbe come protagonista mons. Carlo Maccari in veste di visitatore apostolico.
Le accuse a padre Pio 
Quali erano dunque le accuse rivolte a padre Pio? Erano diverse, ma complessivamente si trattava di tre capi d’accusa ben precisi. 
Anzitutto si diceva che egli fosse un frate immorale, circondato da diverse donne che fungevano quasi da “soldati” che lo difendevano. Si dubitò di alcune donne in particolare, tra cui una delle sue figlie spirituali predilette, Cleonice Morcaldi, alla quale padre Pio confidò molte delle sue grazie straordinarie. Esiste anche un diario, molto bello, che raccoglie le conversazioni tra padre Pio e Cleonice, da cui apprendiamo fatti straordinari circa i fenomeni e le rivelazioni che hanno intessuto la vita del Santo. 
Dicevamo, dunque: un uomo immorale, cioè un finto santo che si circondava di donne per approfittarsene, una sorta di “Don Giovanni”, un personaggio, insomma, che sfruttava la sua posizione per altri fini; questa la principale, infamante accusa che ritorna negli anni, di frequente, soprattutto a partire dagli anni Venti. Si ripresenterà poi anche con Giovanni XXIII che nutriva forti dubbi. A ingenerare le più forti perplessità era proprio il fatto che queste donne difendevano a spada tratta padre Pio, ma allo stesso tempo erano ritenute vittime morali di un abuso anche psicologico. Da ciò, poi, il passo è breve per giungere all’accusa di disobbedienza agli impegni della stessa vita religiosa. 
Un frate, si sa bene, fa tre voti: obbedienza, povertà e castità. Nel caso di padre Pio, si diceva che fosse un frate disobbediente perché non viveva i suoi voti; soprattutto – dicevano –, non viveva il voto di povertà, raccogliendo offerte da tutto il mondo e disponendo di grandi somme di denaro. Ecco la seconda, pesante accusa. 
Calunnie contro il Santo, dunque, considerato un imbroglione, che faceva soldi sfruttando la “clientela mondiale” che visitava San Giovanni Rotondo. Com’è possibile – si chiedevano – che un frate che fa voto di povertà accumuli così tanti soldi? 
Ma, come sappiamo, le offerte che giungevano a padre Pio erano offerte destinate alla costruzione della Casa Sollievo della Sofferenza, un ospedale che è sorto per ispirazione di padre Pio per alleviare le sofferenze dei malati e che è estensione della sua stessa missione di corredentore. Ci si dimenticava poi che il Padre ebbe una dispensa accordatagli da papa Pio XII per poter gestire il flusso delle offerte.
Il fraticello, che aveva preso su di sé i peccati della gente, con i suoi dolori, voleva fare anche qualcosa di molto concreto, oltre che di spirituale, nei confronti di queste persone affrante, ammalate, sofferenti. Voleva creare un luogo ideale per cercare di curare i mali fisici di questa gente – oltre chiaramente ad operare per la guarigione spirituale mediante i sacramenti –, cioè un ospedale all’avanguardia, con gli strumenti più moderni e con il personale medico più qualificato. 
Per questa ragione le accuse a lui rivolte erano di farsi ricco a scapito della povertà professata e delle persone. Ma, guarda caso, tali accuse erano state architettate da coloro che avevano ricevuto un fermo diniego da parte di padre Pio, quando gli avevano chiesto quei soldi per altri fini, cosa che egli mai volle concedere, perché diceva – giustamente – che le offerte indirizzate a lui non erano sue e andavano impiegate esclusivamente per la costruzione della Casa Sollievo della Sofferenza. Quando padre Pio negò anche al suo stesso Ordine religioso la possibilità di usufruire di quei soldi per altri scopi, è allora che si accese la persecuzione nei suoi confronti.
Ecco infine il terzo capo d’accusa, che ritorna spesso nelle settanta visite apostoliche: una sentenza inappellabile con cui lo si giudicava uno squilibrato a livello psicologico, uno psicopatico, una persona affetta da problemi molto seri; ragion per cui, in questo stato di alterazione, avrebbe in definitiva causato da sé medesimo le stigmate che portava sul suo corpo... delle stigmate che non erano autentiche ma indotte dalla sua stessa malattia psichica.
Si capisce che queste tre accuse, spesso ricorrenti, non stanno in piedi e hanno radici ben più profonde.
Le ragioni che stanno dietro le accuse 
Cerchiamo, quindi, di riflettere un po’ sui possibili diversi motivi che si nascondevano dietro queste accuse, ripercorrendo brevemente l’iter storico delle visite apostoliche, focalizzandoci soprattutto sui due grandi momenti in cui infierì la persecuzione contro il nostro Santo. 
Partiamo dal 1920. Padre Pio ha ricevuto le stigmate nel 1918. Prima di questo fenomeno mistico, ce ne fu un altro molto importante. Mentre è in preghiera, si accorge di essere stato colpito da un mistico dardo infuocato che gli trafigge il costato. Sente che il suo cuore è stato trapassato: è la transverberazione. Padre Pio in quel momento prova tutto il dolore che Gesù ha sperimentato sulla Croce quando veniva crocifisso per noi. E questo fenomeno di intensa sofferenza ma anche di profondo amore, fa sperimentare al Padre una profonda unione mistica con il Signore.
La transverberazione precederà dunque il fenomeno più importante, e anche più noto, che è quello delle stigmate che padre Pio ricevette mentre era in preghiera davanti al crocifisso del coro di San Giovanni Rotondo, trovandosi impressi, nella sua carne, i segni della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. È il Crocifisso stesso che lo trafigge e imprime nel suo corpo le Sue medesime piaghe. Padre Pio, sconvolto da questa esperienza mistica, chiede al Signore di nascondere quei segni esteriori della Sua Passione. Ma il Signore glieli lasciò per cinquant’anni, fino al momento della morte: cinquant’anni di sofferenza a causa di quelle cinque piaghe sempre sanguinanti.
Padre Pio, come si vede in alcune foto, portava sempre dei mezzi guanti per poter coprire quelle piaghe; e li toglieva soltanto durante la Messa, come testimoniano diversi figli spirituali che vi partecipavano – soprattutto quelli che servivano la sua Messa –: era per loro il momento propizio per poter osservare attoniti quelle ferite nelle mani del Padre. Ferite sempre vive. 
Ma il dolore più grande sperimentato dallo Stigmatizzato del Gargano non fu tanto quello causato dalle piaghe sanguinanti per anni, quanto piuttosto un dolore morale, una sofferenza interiore causata da questo accanimento persecutorio nei suoi confronti.
Padre Pio non è il primo a vivere tale eccezionale grazia mistica perché, come sappiamo, il primo ad essere stigmatizzato, a portare i segni della Passione di Gesù nel suo corpo, fu san Francesco d’Assisi, che li ricevette due anni prima di morire, nel 1224 sul monte della Verna. 
Padre Pio, figlio del Serafico Padre, è però il primo sacerdote ad essere stigmatizzato. E un sacerdote non vive come eremita solitario, ma in un convento, in una chiesa, sotto gli occhi di tutti. Il caso di padre Pio, dunque, è decisamente unico.

/ continua


di Padre Serafino M. Lanzetta, Il Settimanale di Padre Pio, N. 35/2022

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