ATTUALITÀ
Droga a ricreazione
dal Numero 39 del 6 ottobre 2013
di Lazzaro M. Celli

Una sorta di nutella all’hashish!, per fare della droga un qualcosa di “ricreativo” e “leggero” e abbassare la soglia della resistenza morale, incoraggiando l’innocuità della sostanza. Mentre gli effetti negativi che ha su chi ne fa uso sono sotto gli occhi di tutti, ricordando la tragedia del gondoliere di Venezia!

Forse in un futuro non lontano, quando sarà l’ora della merenda, i bimbi di tutto il mondo mangeranno pane e nugtella. Immaginate i piccoli festanti che diranno: “Mamma, è arrivato papà e ci ha portato la crema di nocciole!”. E tutti si scateneranno a spalmarne cucchiaiate su fragranti fette di pane. Solo, però, che la nugtella non è proprio come la nutella; ha un ingrediente in più: olio di hashish. Quel “nug” che fa la differenza, significa in gergo “marijuana di alta qualità”.
La Ferrero non c’entra, anche se il barattolo è una contraffazione lampante di quello con il famoso marchio. Chiunque si trovasse in California potrebbe trovare il modo di procurarsi il prodotto. È vero, non si trova su uno scaffale qualunque di un qualunque supermercato; infatti, non sono i centri alimentari che possono commercializzarlo, bensì i dispensari di marijuana medica. Si dirà: “Bene, così ci vorrà una richiesta scritta, una prescrizione rilasciata da qualche autorità sanitaria o da un medico addetto ai lavori, almeno così ci sarà un limite al procacciarsi indiscriminato dell’ambita crema super arricchita con stupefacenti”. Forse i più ingenui, tirando un sospiro di sollievo, esclameranno: “Non siamo ancora alla frutta!”. Invece ci siamo, eccome, in quanto per farsi prescrivere un prodotto ben più dichiaratamente percepito come sostanza psicotropa (lo spinello), basta accusare un semplice dolore di testa o male alla schiena. Figuriamoci se si tratta di stupefacenti che si commercializzano in un barattolo di crema alla nocciola, magari corredato da un ricettario per preparare tanti bei dolci e biscottini.
Inoltre, a San Francisco, la mentalità antiproibizionista sta facendo registrare la diffusione di un particolare tipo di comportamento illegale. Spesso, infatti, la marijuana prescritta ad un paziente affetto da patologie croniche come il cancro, è consumata da altre persone. Si tratta di adolescenti che trovano così il modo di procurarsi il “fumo” in maniera economica. Il meccanismo è conosciuto anche da noi, sebbene solo per farmaci comuni; ci si fa prescrivere dal medico di base un medicinale a carico di nostro nonno e poi è usato da persone diverse da colui per il quale è stato richiesto.
Nel precedente articolo abbiamo già ricordato le gravi conseguenze a cui va incontro chi fa uso di cannabis: seri disturbi della capacità cognitiva, psicosi acute, allucinazioni e alterazioni delle capacità sensoriali pure in chi ne fa un uso minimo (2 o 3 spinelli la settimana).
Fin qui i fatti. Proviamo adesso a chiederci qual è il significato culturale della commercializzazione dell’olio di hashish in un allettante barattolo di crema di nocciole. Lo scopo è fin troppo evidente: fare della droga un momento ricreativo. Si vogliono sfondare le ultime frontiere di resistenza morale, ammantando la merce con una veste attraente; si vuole far passare un messaggio promozionale volto a incoraggiare l’innocuità della sostanza. Naturalmente più si abbassa la soglia di resistenza morale, più facile sarà adescare le simpatie di un pubblico di minori verso la droga.  
      Questo nuovo subdolo cavallo di battaglia offre ai sostenitori della liberalizzazione un altro mezzo per la propagazione di quelle idee che hanno come unico fine l’abbattimento di ogni limite, lo scardinamento di ogni regola, il rovesciamento di ogni ordine.
Eppure è da poco che a Venezia si è verificato l’episodio del vaporetto scontratosi con una gondola e che ha visto la morte di un turista tedesco nel disperato tentativo di salvare la vita della propria figlia. Il gondoliere è risultato positivo al test sugli stupefacenti per cocaina e hashish1. Remava, dunque, sotto l’effetto di sostanze, la qual cosa ha menomato la necessaria lucidità del gondoliere per compiere le dovute manovre del mezzo acquatico.
Anziché imparare dalla lunga lista degli incidenti causati per uso di sostanze stupefacenti, c’è chi ignora il tutto e non vuole vedere il pericolo. E così, da incoscienti, si va avanti verso la fine. In fondo cosa importa? Tanto arriva la nugtella.

1] http://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/gondoliere_drogato_scontro_vaporetto_venezia_drug_test_tedesco_morto/notizie/318278.shtml

 

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