Se vuoi giungere alla vera gioia, risiedere nella gran città fortificata della tua anima, e unirti per sempre al tuo Re, provvedi come prima cosa ad abbandonarti nelle Sue mani, mettendo da parte ogni agitazione e paura, e coltivando il silenzio interiore.
Anima cristiana, considera come non può esserci abbandono nelle mani di Dio se nella vita non regnano due cose: la calma e una continua tensione alla conversione.
Quando nel tuo cuore regna la calma? è nella quiete che la tua anima può esprimere fiducia nel Signore così come dice il profeta Isaia: «Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente sta la vostra forza» (Is 30,15).
Nel cammino agitato della vita devi prendere un tempo di silenzio, di tranquillità dove unico tuo scopo sarà quello di metterti in ascolto del Signore che, dalla città fortificata della tua anima, t’invita a entrare in dolce colloquio con Lui.
Non ti fare ingannare dalla molta agitazione che regna intorno a te, essa non passerà mai ma, sempre di più, ti coinvolgerà nelle sue pretese.
Il ritmo del tuo lavoro, delle tue amicizie, della tua famiglia non può dettare le regole, ma sei tu che devi regolarlo e lo potrai fare se gli togli il peso della necessità.
Ricordati sempre che in un attimo può venire meno tutto quello che oggi ritieni indispensabile.
Cambialo prima che la necessità ti porti a cambiare, perché non saresti in grado di adeguarti ai cambiamenti non voluti.
Non è necessario pensare alla morte, basta un avvenimento più piccolo come una malattia, tua o di un tuo caro, e, improvvisamente, si spalanca un abisso di trepidazione dove la tua vita non vedrà più serenità.
Prima di iniziare questo cammino, imponiti una sosta che predispone all’ascolto e alla conoscenza di quanto hai dentro di te. è il volgere la tua attenzione a ciò che hai di più bello; e ciò che di più bello hai sei proprio tu; tu vali di più di ciò che vivi, perché sei tu che vivi le cose ogni giorno.
Troppo spesso l’uomo si lascia vivere e consumare senza cogliere nulla di quanto passa del suo vivere. Impegnati a mettere a disposizione del Signore il tuo tempo, i tuoi sentimenti, i tuoi desideri, tutto quello che passa dentro il tuo cuore.
Non sai che appartengono a Lui? Lascia che sia il Signore a regolarne i ritmi, le priorità, il senso.
Se vuoi vivere la calma dell’anima, devi abbandonare due atteggiamenti pericolosi che rendono arduo il calarti dentro il mistero della tua vita: l’agitazione e la paura.
Il primo, l’agitazione, è la preoccupazione di non perdere tempo, di dover fare tutto, di programmare la tua vita e quella degli altri.
Quando ci si lascia prendere dai ritmi di un quotidiano insipiente, è perché troppo ci si agita per un nulla, è la frenesia di voler a tutti i costi tenere sotto controllo la nostra e l’altrui vita per poi accorgersi che tutto sfugge per un piccolo imprevisto.
Il secondo atteggiamento è la paura. Sono diverse le forme che essa può assumere nella vita: c’è la paura del futuro, del passato, dei limiti, del peccato, dell’inadeguatezza, ma tutte le può vincere Colui che ha detto, rivelandosi ad Abramo, a Mosè, ai Profeti, a Maria, agli Apostoli: «Non temere piccolo gregge».
Tu, dunque, non avere paura di sprofondare nella conoscenza della tua miseria perché è là che troverai nel tuo Re e Signore non un giudice ma un salvatore.
La calma proviene dalla consapevolezza che tu sei sempre più grande di quello che fai.
La santità non te la sei data da sola; è essa che ti è venuta incontro quando neanche ne conoscevi il significato.
è un Altro che si è preoccupato di te prima di te.
Poco importa se fossi consacrata e rivestita della grazia sacramentale del ministero sacerdotale, questa vocazione ti è venuta incontro nella vita come un dono, iniziando proprio dal Battesimo.
è un Altro che ha operato in te questa scelta; è Colui che, come dice l’evangelista Marco: “Scelse con sé quelli che volle” (cf. Mc 3,13).
Abbi fiducia in Colui che ti ha scelta, abbandona la tua vita nelle sue mani, lascia che sia Lui a dirigerla, a sostenerla e a consolarla; Lui può farlo meglio di te.
Per quanto tu possa affannarti per essa, non riusciresti a renderla più lunga, né più forte, né a vincere tutti gli ostacoli che la possano impedire.
La tua vita interiore è fatta di quest’insondabile mistero e, dunque, tu affrontala nella sola maniera possibile: con un atteggiamento di profonda fiducia in Chi ti ha pensato, creato, formato e chiamato alla santità.
Non pretendere di controllare tutto, non ci riusciresti.
Non pretendere di poter sapere tutto, non lo capiresti.
Non pretendere di voler sperimentare tutto, non ne coglieresti il senso e la grandezza.
Non pretendere di programmare tutto, ti sfuggirebbe presto di mano perché sono molte le cose che accadono senza il tuo permesso.
Da ciò nasce l’abbandono confidente ricordato dal Profeta.
Alla calma si deve aggiungere anche una continua tensione alla conversione.
Quand’è che vivi nel tuo cuore questa continua tensione? Quando ti sforzi di ripensare al Signore, di cercare di comprendere meglio come ti si presenta, come agisce nella tua vita, dove ti porta e cosa ti chiede.
Compiere ciò significa volgere la tua attenzione all’obiettivo che ti è proposto: realizzare la tua santità.
Tieni fissa la tua attenzione a questa meta, non te n’allontanare anche se brevemente, considerala sempre fiduciosamente come oggetto della tua gioia e della tua libertà.
Non mancheranno, certo, momenti di stanchezza, d’avvilimento, di tristezza, di ripescaggio del passato, ma tutto ciò è previsto nella logica del tuo sforzo spirituale.
Sono questi gli elementi che rendono stretta la via verso la Vita e ricorda che il tuo vero nemico spirituale sei tu. Non dare spalla a chi non ti vuole felice!
Esercitati dunque, anima santa, a tenere fisso il tuo sguardo su Colui che tu ami e sappi bene che da parte del tuo amato Signore c’è una sviscerata predilezione d’amore verso di te.
Egli ti ama, ricorda l’Apocalisse 1,5, tu impara a ritrovare fiducia amorosa in Lui perché sia solida la tua vita interiore e tu possa conseguire la vera gioia.
Lascia da parte, allora, le preoccupazioni, le paure e gli affanni; orienta la tua attenzione verso il Signore con l’intelligenza e con il cuore; affida a Lui la tua intenzione e, fiduciosa, vai incontro a Colui che ti attende da sempre.
Ti esorto anche a vivere il silenzio. Tu vedi come il mondo tende a soffocare il silenzio e questo perché in esso è presente la più bella voce che l’uomo possa ascoltare.
Sottraiti, quando puoi e se dipende da te, dal chiasso esterno ma sforzati, perché dipende da te, a vivere del silenzio della lingua e della mente.
Non sai quanto male provoca, in un’anima, la confusione parolaia della mente e del cuore.
Il vero combattimento di un’anima votata alla santità avviene nel misterioso ed abissale mondo interiore; nel tuo abisso di sentimento e di passioni è sempre vivo un incessante fremito che induce a ribellione e confusione.
Tu non coltivare la distrazione del cuore e vaglia attentamente ogni parola, ogni pensiero, ogni desiderio, ogni sentimento nel fuoco consumatore della Parola di Dio e astieniti da tutto ciò che ti porta alla periferia della città fortificata, perché il rischio di non entrarvi ti provocherà molto dolore.