ATTUALITÀ
Disinnescare una bomba ad orologeria.
dal Numero 33 del 26 agosto 2013
di Guido Vignelli

Ecco le condizioni per bocciare la legge contro la “omofobia”. Chi veramente ha a cuore la causa della libertà di opinione ma soprattutto la libertà di poter annunciare la Verità, si prepari a combattere contro l’attuale proposta di legge “anti omofobia”... ecco le condizioni.

Per il momento, forse l’abbiamo scampata. La denuncia fatta dalle poche associazioni cattoliche e l’ostruzionismo annunciato da un solo parlamentare (l’on. Alessandro Pagano, PdL) ha costretto la Camera dei Deputati a rinviare la discussione sulla proposta di legge contro la “omofobia”. Vale la pena però di ricordare qui quale pericolo è stato non bocciato ma solo “rinviato a settembre”.
Com’è noto, o almeno dovrebbe esserlo, la proposta di legge (pdl) n. 245, datata 15 marzo 2013 – relatori gli onn. Scalfarotto (PD) e Leone (PdL) – ampliando e aggravando la famigerata “legge Mancino”, pretende che ogni azione critica o discriminatoria verso gli “orientamenti sessuali” vada parificata al reato di odio razziale o etnico o religioso. Tale pdl quindi punisce come reato penale – mediante multe, carcere e “rieducazione civica” dei colpevoli – non solo la cosiddetta “omofobia/transfobia”, ma anche ogni forma di “sessuofobia”, ossia ogni opinione, manifestazione o associazione che si opponga alla rivoluzione sessuale in corso. Ad esempio, se questa pdl venisse approvata, verrebbe punito come reato l’opporsi al “matrimonio” omosessuale con annessa adozione di minori. Giustamente si è detto che si tratta di una sorta di bomba ad orologeria che viene innescata per poi farla scoppiare colpendo i difensori della morale pubblica, della formazione giovanile e della giusta libertà di pensiero e di azione.
Vale la pena di ricordare che questo nuovo tentativo di allargare e inasprire la vigente legge Mancino, fu già più volte avanzato dalla Sinistra ma poi impedito dalle critiche della Conferenza Episcopale Italiana, dalla mobilitazione di alcune associazioni cattoliche e infine dal voto contrario del Parlamento.
Questa volta, però, la situazione sembra diversa rispetto al passato. Purtroppo, oggi la coscienza morale si è ulteriormente indebolita e quindi la percezione della pericolosità di una pdl così faziosa e liberticida è diminuita, anche grazie alla crescente propaganda della rivoluzione sessuale fatta dai mass-media. Le critiche dell’episcopato alla pdl in questione si sono ridotte sia di numero che d’intensità, limitandosi a esprimere “riserve” su alcuni suoi aspetti secondari, o sulla sua mera opportunità o tempestività. Le associazioni cattoliche che si sono meritevolmente mobilitate contro la pdl sono poche: segnaliamo ad esempio Alleanza Cattolica, Giuristi per la Vita, Verità e Vita, Sentinelle del Mattino, Famiglia Domani, Centro Culturale Lepanto, SOS Ragazzi. I parlamentari che si oppongono fattivamente alla pdl sono diminuiti e sono diventati più timidi e tiepidi, considerandone inevitabile l’approvazione. Tutto questo fa temere che la pdl venga approvata dal Parlamento in tempi rapidi, come se si trattasse di una emergenza sociale, approfittando del disinteresse tipicamente estivo e prevenendo una possibile crisi del Governo.
Tuttavia, negli ultimi giorni si è finalmente avviato un certo dibattito sulla questione, il che è una cosa buona, visto che l’offensiva pansessualista può avere successo solo mantenendo l’opinione pubblica nella ignoranza e nella indifferenza. Questo ci permette di affermare che quel reato di “omofobia”, che è stato più volte bocciato, può esserlo anche oggi, purché le forze che si sono impegnate e s’impegneranno in difesa dell’etica pubblica e della libertà morale attuino le seguenti condizioni che permetteranno di evitare una prevedibile sconfitta.
Prima condizione: le associazioni che difendono l’etica pubblica devono dissipare quel clima di pessimismo e di rassegnazione che aleggia fra i buoni e rende i malvagi più audaci e tenaci. Gli oppositori della pdl in questione siano quindi ben convinti che impedirne l’approvazione è ancor oggi concretamente possibile, se faranno il loro dovere con coraggio e fiducia.
Seconda condizione: l’episcopato deve esprimere pubblica condanna della pdl in questione, prendendo una posizione chiara, forte e fattiva, senza scaricare ogni responsabilità sull’“autonomia del laicato”; inoltre deve animare la sana reazione morale fornendole ragioni e speranze non solo “laiche” e liberali ma anche e soprattutto religiose, ossia soprannaturali.
Terza condizione: i parlamentari bene orientati devono fare il loro dovere in piena scienza e coscienza, ossia devono bocciare o far decadere la pdl in questione, senza pretendere di correggerla mediante emendamenti che la renderebbero solo più ambigua e pericolosa, suscitando l’illusione di averne “ridotto i danni”. A maggior ragione, i parlamentari evitino di salvare la pdl con il pretesto che in tal modo si salverebbe anche un Governo di “emergenza nazionale” o una coalizione di “pacificazione sociale”.
Quarta condizione: le forze cristiane debbono smetterla d’illudersi che il pericolo liberticida costituito dalla pdl in questione possa essere scongiurato semplicemente aggiungendole un codicillo che permetta di praticare la “obiezione di coscienza” a coloro che vorrebbero continuare a formare i giovani secondo i dettami della Morale e della Religione. Purtroppo, l’esperienza recente ha dimostrato che la “obiezione di coscienza” a una legge ingiusta non impedisce né l’applicazione di questa legge né la persecuzione dei suoi obiettori, ma anzi col tempo spinge gli obiettori stessi alla rassegnazione e perfino alla complicità, ad esempio riducendosi ad “applicare rigorosamente” quella legge che non hanno potuto impedire.
Quinta condizione: le forze cristiane debbono smetterla di dare per scontata l’esistenza di quella “questione omofoba” che è solo un pretesto creato dai mass-media rivoluzionari per intimorire i difensori della morale spingendoli a ripiegare su posizioni compromissorie e quindi indifendibili. Finché la “questione omofoba” viene ammessa come se fosse un problema serio, diventa ben difficile evitare l’approvazione di leggi e norme che favoriscono la propaganda delle perversioni sessuali e impediscono quella della morale sessuale. Peraltro, invece che di “omo-fobia”, bisognerebbe piuttosto parlare di “omo-mania”, visto che la omosessualità, da oggetto di derisione e di emarginazione, è ormai diventata una tessera di accesso a posti e ad ambienti privilegiati, tessera analoga a quella fascista del ventennio e a quella comunista del Dopoguerra.
Sesta condizione: le forze cristiane debbono smetterla di usare parole lessicalmente aberranti e scientificamente infondate che favoriscono la rivoluzione sessuale impedendo alla gente di cogliere il pericolo e di reagirvi adeguatamente. Finché anche i difensori della Morale useranno questa terminologia falsa e fuorviante, la buona causa resterà perlomeno compromessa. Ad esempio, non si parli di “gender”, ma di generi maschile/femminile; non si parli di “orientamenti sessuali”, ma di devianze sessuali; non si parli di “gay”, ma degli omosessuali militanti; quanto alla “omofobia”, per ridicolizzarla basta pensare ch’essa lessicalmente significherebbe “avversione per il proprio simile”!
Condizione generale: bisogna che le forze cristiane critichino la pdl in questione soprattutto per motivi morali e religiosi, ossia in quanto contraria alla formazione giovanile, all’etica pubblica e alla Fede cristiana. Si può criticare la pdl anche come illiberale, ossia in quanto limita la libertà di pensiero, azione e associazione; ma questo è un argomento secondario che va usato ad homines, ossia solo per convincere quei laicisti (politici, giornalisti, intellettuali e perfino preti) che si preoccupano solo delle “libertà costituzionali” e non capiscono quali profondi valori siano ormai minacciati dalla rivoluzione sessuale in corso.
In conclusione, per impedire l’approvazione della pdl in questione, bisogna non farsi intimorire dalla propaganda mass-mediatica, rinunciare a quelle illusioni che spingono al compromesso, tener desta la vigilanza della coscienza pubblica, smascherare la gravità e pericolosità dell’offensiva pansessualista, combatterla usando tutti i mezzi e i metodi permessi dalla moderna democrazia (che peraltro sono molto efficaci nel favorire il male ma poco efficaci nell’impedirlo). In questo modo, le forze sane della Nazione potranno impedire che la prossima generazione abbia la sventura di vivere in uno Stato che favorisce non solo l’immunità del vizio ma anche la persecuzione della virtù.

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