I FIORETTI
Il grande Papa polacco e l’incontro con San Pio
dal Numero 20 del 17 maggio 2020

Il 18 maggio 1920 nasceva nella cittadina di Wadowice in Polonia Karol Wojtyla, terzo e ultimogenito di Karol ed Emilia, genitori cristiani esemplari. La sua nascita è stata come il sorgere di una “stella” luminosa per la Chiesa e l’umanità, e dopo cento anni siamo a ricordarla con immensa gioia e gratitudine. Una “stella luminosa” profeticamente prevista e preannunciata...

Scorrendo il diario di santa Faustina Kowalska ci si imbatte in questo passo vergato dalla Santa nell’estate del 1938: «Una volta che pregavo per la Polonia, udii queste parole: “Amo la Polonia in modo particolare e, se ubbidirà al Mio volere, l’innalzerò in potenza e santità. Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta”» (1). Sono parole misteriose, come quelle di ogni profezia, ma nel leggerle viene spontaneo pensare al primo Papa polacco che, con la potenza della sua autorità e la grande santità della sua vita, ha annunciato con forza, nella congiuntura storica del passaggio dal secondo al terzo millennio, che solo in Cristo c’è la vera realizzazione dell’uomo, insegnando che la moderna visione antropologica per essere costruttiva non deve sganciare l’uomo dall’uomo-Dio, Cristo Gesù.

Il sacerdote napoletano don Dolindo Ruotolo, la cui fama di santità si diffonde sempre più, autore di una monumentale opera di commento alla Sacra Scrittura, era solito scrivere dei pensieri spirituali sopra delle immagini sacre, secondo la propria ispirazione, e poi regalarle a figli spirituali e amici. Tredici anni prima della salita al soglio pontificio di Giovanni Paolo II, con evidente ispirazione profetica, scrive su una cartolina per un diplomatico polacco: «2 luglio 1965 - Maria all’anima: “Il mondo va verso la rovina, ma la Polonia come ai tempi di Sobieski, per la devozione che ha al mio Cuore, farà oggi come i ventimila che salvarono l’Europa e il mondo dalla tirannia turca. Ora la Polonia libererà il mondo dalla più tremenda tirannia comunista. Sorge un nuovo Giovanni che con marcia eroica spezzerà le catene oltre i confini imposti dalla tirannide comunista. Ricordalo. Benedico la Polonia. Ti benedico».

L’avvento al soglio pontificio di un papa polacco di nome Giovanni Paolo II, tutto di Maria – Totus tuus! – nella cui figura si esprime tutta l’anima mariana della Polonia e il cui pontificato segna il crollo dell’egemonia comunista in Europa, conferma in pieno questa eccezionale profezia dell’umile sacerdote di Napoli.

Anche san Pio da Pietrelcina aveva visto molti anni prima nel sacerdote Karol Wojtyla il futuro successore di Pietro, anche se non vi sono affermazioni esplicite al riguardo. Innanzitutto bisogna sfatare la notizia secondo la quale padre Pio nel suo incontro con il giovane sacerdote polacco gli avrebbe predetto il pontificato e persino l’attentato. Giovanni Paolo II fu interrogato ben tre volte al riguardo e sempre affermò che ciò era falso, come spiega Stefano Campanella in una sua precisa e documentata pubblicazione (2).

L’incontro di Karol Wojtyla con padre Pio avvenne nell’aprile del 1948, qualche anno dopo la sua Ordinazione sacerdotale. Karol, attratto dalla fama di santità di padre Pio, accompagnato da un suo amico seminarista, volle venire a San Giovanni Rotondo per incontrare il mistico stigmatizzato.

Partecipò alla Santa Messa e si confessò con lui. Di questo incontro, il Papa ha avuto la bontà di lasciare una sua preziosa testimonianza che riportiamo integralmente nel riquadro. Altri testimoni di questo incontro non ve ne sono perché il seminarista che accompagnava Karol, divenuto sacerdote, è poi morto prematuramente, missionario in Brasile. Ma ci fu un «occasionale spettatore, un giovane seminarista pugliese. Si chiama Pierino Galeone. A distanza di 57 anni, mons. Galeone ricorda ancora quella scena: “Gli uomini che si erano confessati o che si dovevano confessare erano andati già via. Eravamo rimasti nella sacrestia della chiesetta, io, padre Pio e un giovane sacerdote. Padre Pio mi fissò e, indicando con lo sguardo quel prete che non avevo mai visto prima, mi fece l’occhiolino. Capii che voleva lanciarmi un messaggio, ma non ne compresi il senso. Provai a chiedere a quel sacerdote se avesse bisogno di qualcosa. Mi rispose in italiano, ma con evidente accento straniero: “No, grazie”. Solo dopo il 16 ottobre 1978, quando i giornali pubblicarono la foto di Giovanni Paolo II da giovane, sovrapposi questa immagine a quella del sacerdote incontrato molti anni prima a San Giovanni Rotondo» (3).

Quel sacerdote nel 1948 aveva solo 28 anni, eppure padre Pio era già stato illuminato a suo riguardo: il suo sguardo sul futuro Papa e il suo occhiolino ammiccante sono forse più eloquenti di qualsiasi parola, che 30 anni prima avrebbe potuto essere incomprensibile. C’è ancora un particolare interessante, forse mai sentito prima, che il Campanella ci svela nel suo libro, e che conferma la percezione da parte di padre Pio della straordinarietà di questo sacerdote che volle visitarlo: «L’ultima testimonianza [del fatto che padre Pio non aveva predetto il pontificato del Papa, ndr] finora inedita, è la più interessante. È del card. Andrzej Maria Deskur: “Non l’ha raccontato a me, ma l’ha raccontato in mia presenza a un altro vescovo polacco che gli aveva chiesto: “Padre Santo, dicono che padre Pio aveva previsto il suo martirio e il suo pontificato. È vero?”. “No – disse – è assolutamente falso. Con padre Pio abbiamo parlato soltanto delle sue stimmate. L’unica richiesta che ho fatto: quale stimmata gli faceva più male. Ero convinto che era quella del cuore. Padre Pio mi ha sorpreso molto dicendo: “No, più male mi fa quella della spalla, di cui nessuno sa e che non è neppure curata”. Di questa piaga di padre Pio, in effetti, nessuno sa nulla fino alla sua morte. Non risulta che il santo Frate ne abbia parlato a qualcuno, ad eccezione del futuro Papa, o che abbia lasciato in proposito qualche testimonianza o almeno qualche accenno scritto» (4). L’unico accenno che padre Pio fece a questa piaga fu a fra’ Modestino Fucci, ma estremamente riservato come era riguardo alla sua vita mistica e alle sue stimmate, non ne parlò mai con nessun altro dei suoi direttori spirituali e confratelli... Ma al futuro Papa, mistico e santo, al Papa che lo avrebbe beatificato e canonizzato, fece questa confidenza tanto straordinaria quanto intima.  

In questo centenario della nascita di san Giovanni Paolo II eleviamo a Dio con riconoscenza senza fine un solenne Magnificat per esprimere la nostra esultanza e il nostro “grazie” per il dono di questo ministro di Dio, vera immagine del Buon Pastore, che ha segnato la storia della Chiesa e dell’umanità, e chiediamo la sua intercessione potente per questo difficile momento storico che stiamo vivendo.  

*  *  *


Stefano Campanella, giornalista e direttore responsabile di Teleradiopadrepio, in un incontro con la signora Wanda Póltawska, nella primavera del 2002 a San Giovanni Rotondo, fa alla stessa una richiesta audace: avere una testimonianza del Santo Padre Giovanni Paolo II sul suo incontro con padre Pio. Dopo poche settimane la Póltawska lo raggiunge sul cellulare e lo informa di aver fatto consegnare un prezioso documento al Guardiano del Convento. Si tratta dei ricordi di Giovanni Paolo II riguardo alla sua visita a San Giovanni Rotondo da giovane sacerdote. Ne riportiamo il testo integrale, scritto in polacco e tradotto in italiano.

Reverendo Padre Guardiano,
la figura di padre Pio è impressa profondamente nella mia memoria. Ricordo quel giorno del 1948, nella serata di un giorno di aprile sono arrivato a San Giovanni Rotondo come studente dell’Angelicum per vedere padre Pio e per partecipare alla sua Santa Messa e, possibilmente, confessarmi da lui. E proprio lì mi è stato dato di vedere, per la prima volta con i miei occhi, quell’uomo, la cui fama di santità si divulgava per il mondo.

In quel giorno ho potuto scambiare qualche parola e, il giorno dopo, ho partecipato alla Santa Messa, che fu lunga e durante la quale si vide sulla sua faccia che soffriva profondamente. Vidi le sue mani che celebravano l’Eucaristia; i luoghi delle stimmate erano coperti con una fascia nera. Tale evento è rimasto in me come un’esperienza indimenticabile.

Si aveva la consapevolezza che qui sull’altare a San Giovanni Rotondo, si compiva il sacrificio di Cristo stesso, il sacrificio incruento e, nello stesso tempo, le ferite sanguinanti sulle mani ci facevano pensare a tutto quel sacrificio, a Gesù Crocifisso.

Questo ricordo dura fino ad oggi e, in qualche modo, ho davanti agli occhi quello che allora vidi io stesso.

Durante la confessione padre Pio si è dimostrato come confessore che aveva un semplice e chiaro discernimento e che trattava il penitente con un grande amore.

Questo primo incontro con lui, vivente e ancora stigmatizzato, a San Giovanni Rotondo, lo considero come il più importante e ringrazio, in modo particolare, la Provvidenza per esso.

Joannes Paulus II, 5. IV. 2002



di Suor M. Gabriella Iannelli, FI,
Il Settimanale di Padre Pio, N. 20/2020



NOTE
1) Suor Faustina Kowalska, Diario, Editrice Vaticana, p. 568.
2) Cf. Stefano Campanella, Il Papa e il Frate, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, pp. 50-54.
3) Ivi, pp. 42-43.
4) Ivi, pp. 53-54.

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