L’anelito alla sofferenza di san Pio da Pietrelcina e la capacità effettiva di sopportare una mole immensa di dolori fisici e morali trova la spiegazione, oltre che nell’amore appassionato a Gesù Crocifisso, anche in un’altra realtà spirituale fortemente presente nella sua vita: l’amore alla Madonna, contemplata accanto a Gesù Crocifisso come Addolorata e Corredentrice. Nella lettera del 1° luglio 1915, dopo aver parlato della Croce quale «scuola di perfezione» e «amata nostra eredità» afferma che il mezzo più efficace per entrare nel mistero della Croce è quello di unirsi alla Madre Addolorata, Colei che a titolo unico, come Madre, ha partecipato alla Passione di Gesù: «La Vergine Addolorata ci ottenga dal suo santissimo Figliuolo di farci penetrare sempre più nel mistero della croce ed inebriarci con lei dei patimenti di Gesù. La più certa prova dell’amore consiste nel patire per l’amato, e dopo che il Figliuolo di Dio patì per puro amore tanti dolori, non resta alcun dubbio che la croce portata per lui diviene amabile quanto l’amore. La Santissima Vergine ci ottenga l’amore alla croce, ai patimenti, ai dolori ed ella che fu la prima a praticare il Vangelo in tutta la sua perfezione, in tutta la sua severità, anche prima che fosse pubblicato, ottenga a noi pure e dessa stessa dia a noi la spinta di venire immediatamente a lei d’appresso. Sforziamoci noi pure, come tante anime elette, di tener sempre dietro a questa benedetta Madre, di camminare sempre appresso ad ella, non essendovi altra strada che a vita conduce, se non quella battuta dalla Madre nostra: non ricusiamo questa via, noi che vogliamo giungere al termine» (Epistolario I, p. 602).
Qui san Pio svela il suo segreto, la sua “via”, sulla quale ha raggiunto le vette dell’amore e del dolore: la “Via Matris”, la via della Madre. È la Vergine Addolorata che fa penetrare nel mistero della Croce e che porta l’anima ad «inebriarsi con lei dei patimenti di Gesù». Egli è ben consapevole che senza questa presenza mariana non si può arrivare alla “vetta” del Calvario e a vivere la conformità a Cristo Crocifisso: con Lei l’apostolo san Giovanni, Maria Maddalena e le altre donne arrivarono al Calvario, e accanto a Lei rimasero sul Calvario, nonostante i pericoli e le pene a cui andarono incontro; su questa strada che è «quella battuta dalla Madre nostra» arriva e rimane sul Calvario ogni anima che «vuole giungere al termine» e che, come quella sacerdotale di san Pio, è chiamata a “cristificarsi”, vivendo «il Vangelo in tutta la sua perfezione».
San Pio ha svolto la sua missione salvifica interamente, si può dire, all’insegna della missione salvifica dell’Addolorata Corredentrice unita al Crocifisso, percorrendo la Via Matris che è la via dell’amore più grande, ossia è la via della croce, è la via dell’amore che si dona e si immola seguendo Gesù, seguendo Colui che per primo ci ha amati, ha immolato se stesso per noi (cf. Gal 2,10) (1). Su questa strada la Madre Addolorata fu per lui «maestra del suo continuo soffrire e del suo intenso penare; sorretto dalla Madre addolorata, portò la croce e penetrò più a fondo la realtà della Passione di Gesù e imparò l’atteggiamento da tenersi di fronte alla sofferenza, che tormenta il corpo e l’anima, per dare al dolore un valore corredentivo e salvifico» (2).
Questo stesso atteggiamento di unione a Maria Addolorata nella sofferenza egli inculca ai suoi figli spirituali sia nelle sue esortazioni, sia nell’amministrazione del sacramento della Riconciliazione nel quale spesso dava per penitenza la recita di sette Ave Maria all’Addolorata, e talvolta non riusciva a finire la parola “Addolorata” senza uno scoppio di pianto(3). È facile pensare che l’esperienza del dolore da lui vissuta lo rendeva maggiormente compartecipe dei dolori di Maria che egli penetrava e viveva nella sua esperienza mistica, come lascia intendere ciò che scrive nella lettera del 7 luglio 1913: «Adesso mi sembra di penetrare quale fu il martirio della nostra dilettissima Madre, il che non mi è stato possibile per lo innanzi. Oh se gli uomini penetrassero questo martirio! Chi riuscirebbe di compatire questa nostra sì cara corredentrice? Chi le ricuserebbe il bel titolo di “regina dei martiri”?» (Ep. I, p. 384).
San Pio da Pietrelcina passa dalla contemplazione dell’Addolorata all’identificazione con la Corredentrice, vivendo accanto a Lei e al suo Cuore, la propria «vocazione a corredimere»(4). «In Padre Pio c’è la risonanza viva del mare dei dolori della “cara Corredentrice”. Padre Pio non parla per sentito dire o per notizie astratte: anche egli si sente partecipe del dolore della “cara Corredentrice” quando avverte in sé i dolori morali e fisici più lancinanti, quando sente in sé “un continuo rumoreggiare simile a una cascata che gitta sempre sangue” (Ep. I, p. 1095), quando soffre dolori che non hanno più lagrime, che sono diventati di pietra: “O Dio, che strazio io sento... Potessi almeno avere la soddisfazione di sfogare questo interno martirio con le lagrime. Il dolore è grande e me l’ha pietrificato” (Ep. I, p. 993)»(5). Queste espressioni di padre Pio con le quali tenta di descrivere il suo dolore, in altra parte, le attribuisce proprio a Maria Santissima affermando che, ai piedi della croce, «la nostra celeste Madre, per l’esuberanza del dolore, rimase impietrita dinanzi al Figlio crocifisso» e «che soffriva e non poteva neppure piangere» (Ep. III, p. 190).
Il Santo di Pietrelcina arriva alla conformità piena a Gesù Crocifisso, vivendo il mistero del dolore corredentivo di Maria: «Il soffrire con Cristo come l’Addolorata è senz’altro l’esperienza mistica più intensa di san Pio da Pietrelcina, e nello stesso tempo la maniera più feconda per la salvezza delle anime»(6).
NOTE
1) Cf. N. Castello-S. Manelli, La “Dolce Signora” di Padre Pio, Edizioni San Paolo, 1999, pp. 123-124.
2) Padre Melchiorre da Pobladura, Alla scuola spirituale di padre Pio da Pietrelcina, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, 1978, p. 104.
3) Cf. N. Castello-S. Manelli, La “Dolce Signora” di Padre Pio, p. 123.
4) Padre Benedetto Nardella, suo Padre spirituale, rispondendo il 27 agosto 1918 alla lettera di padre Pio del 21 dello stesso mese, con la quale gli raccontava il fenomeno mistico della trasverberazione e le conseguenti angosciose ansie, si esprime in questi termini: «Tutto quello che avviene in voi è effetto di amore, è prova, è vocazione a corredimere, e quindi è fonte di gloria»: Ep. I, lett. 502, pp. 1068-1069.
5) N. Castello-S. Manelli, La “Dolce Signora” di Padre Pio, pp. 125-126.
6) A. Pizzarelli, La “bella mammina” di Padre Pio, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, 2006, p. 302.