La grazia ottenuta con l’inestimabile dono del Battesimo va conservata in una continua lotta contro il nemico di Dio e dell’uomo. Avendo condiviso in tutto, eccetto che nel peccato la nostra sorte, lo stesso Gesù ci mostra quale sia la via da percorrere e ci precede dandoci l’esempio.
La prima domenica di Quaresima si apre con le tentazioni di Gesù nel deserto. Marco è molto più sobrio degli altri sinottici nel descrivere l’azione del maligno ma è chiaro il messaggio che si profila per Gesù e per i suoi discepoli nell’ambito della storia: la lotta costante dei figli di Dio contro satana.
Lo scudo per difenderci da satana ci è dato dalla lettura allegorica del passo della Genesi su Noè offertaci dall’apostolo Pietro: dopo il diluvio, immagine del Battesimo, Dio si riconcilia con l’uomo: “essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua. Figura, questa, del Battesimo, che ora salva voi; esso non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della Risurrezione di Gesù Cristo” (cf. 1Pt 3,20). Poi Dio manda dal cielo l’arcobaleno: «Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra» (Gen 9,13), per dimostrare la sua rinnovata benevolenza verso il suo popolo, il ponte ricostituito dal cielo verso la terra per la prova di fede di Noè e della sua famiglia, immagine a sua volta di Cristo e della barca della Chiesa che ricostituiscono l’alleanza con Dio tra le acque del diluvio.
Il Battesimo, legato al diluvio, in questa visione cristiana della storia di Noè, è certo la porta della salvezza ma anche una prova, come lo fu il diluvio per Noè e la sua famiglia.
Il Battesimo ci porta necessariamente allo scontro con satana, come è stato per Gesù che dopo il suo Battesimo, ricevuto da Giovanni il Battista, si addentrò nel deserto «per esservi tentato da satana».
Il Battesimo non è dunque solo un approdo ma anche l’inizio della lotta del cristiano contro il principe del male che da sempre vuole rovinare l’opera di Dio nel mondo. La presenza di Cristo nel mondo, data dal Battesimo nel cuore degli uomini, fa sì che le potenze del male vengano allo scoperto, si scatenino contro il nuovo seguace di Cristo e futuro erede della salvezza.
La prova è inevitabile. Satana rivendica la sua proprietà sull’anima appena sottratta dal peccato. Il cristiano maturo e responsabile deve prepararsi alla battaglia che lo condurrà contro il nemico.
Il Battesimo, oltre alla grazia iniziale della remissione del peccato originale, conferisce un’altra grazia: quella dell’invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza. Quest’invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza è la vita cristiana elevata, nascosta in Dio e per questo capace di discernere, credere e supplicare Dio con la forza che viene dal lavacro battesimale.
Nel Battesimo Dio non violenta l’anima, né l’annienta togliendole la libertà; però la potenzia con la sua presenza e la sua grazia perché essa possa seguire ed osservare i divini Comandamenti.
Superata questa prova Gesù ci dà testimonianza di cosa deve fare l’anima, ormai padrona di sé, della grazia di Dio, della propria vita: «Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”» (Mc 1,15).
Gesù ci mostra esattamente l’itinerario cristiano dopo il Battesimo e la prova del maligno: annunciare a tutti il Vangelo, annunciare la presenza di Dio nel mondo e la conversione a Lui perché è vicino il compimento dei disegni di Dio.
Il cristiano rinnovato dal Battesimo vive una vita tutta orientata a Dio, una vita soprannaturale nella quale dà il giusto peso alle vicende del mondo, sempre orientato al servizio e all’incontro con il suo Signore alla fine della sua vita, che può essere anche molto vicina se sono vere le parole di Gesù: «Il Regno di Dio è vicino: convertitevi».
Gesù non dà un’opzione di fede come si pensa oggi, dove tutto sembra personalizzato, dal telefonino alla propria sessualità, dalla propria concezione del mondo alla vita dell’uomo, alla famiglia e nulla può essere racchiuso in alcuna certezza oggettiva...
Gesù esorta caldamente e non dà più opzioni da scegliere, più alternative da abbracciare indifferentemente; ci dice invece l’unica possibilità che abbiamo: convertitevi e credete al Vangelo.
“Io non frequento”, “io non credo alla Chiesa”, “io sono laico”, “io vado in chiesa quando mi sento”, “sui problemi familiari e morali decido io”, si sente dire con frequenza oggi, anche da gente che viene nelle assemblee liturgiche e almeno occasionalmente si accosta ai Sacramenti.
Sarebbe questo il Vangelo al quale Gesù vuole che crediamo? Il Vangelo al quale dobbiamo convertirci? Il Vangelo del caos e del pensiero totalmente soggettivo, a seconda dei propri orientamenti e della propria percezione della realtà?
Non sarà che dobbiamo invece sforzarci per avere la stessa visione di Dio e di Gesù sul mondo che proprio nel Vangelo ci viene insegnata?
Cominciamo la santa Quaresima con il desiderio di accogliere Gesù, di seguire la sua vita, di mettere in pratica i suoi insegnamenti di essere guidati dal suo esempio di amore ai Sacramenti e alla preghiera per la lotta contro il maligno.