800 ANNI DELLA REGOLA BOLLATA
La Regola di san Francesco d’Assisi si può ancora vivere oggi?
dal Numero 45 del 26 novembre 2023
di Grazia de Michelis

La Regola di san Francesco chiama a camminare sulle orme di Cristo, che è lo stesso ieri oggi e sempre. La verità non muta perché la verità è Cristo. Dunque la Regola serafica, fondata sul Vangelo,  non perderà mai la sua identità né la sua attualità, fino alla fine dei tempi.

La Regola scritta da san Francesco d’Assisi nel XIII secolo, per il suo Ordine religioso, fu non solo innovativa, ma addirittura rivoluzionaria per quei tempi e divenne ben presto una pietra miliare della spiritualità cristiana. Come ha scritto Gilbert Chesterton, tutto ciò che san Benedetto da Norica seminò nella civiltà occidentale, san Francesco lo sparse nel mondo.
Il 29 novembre del corrente anno 2023, la Famiglia Francescana festeggerà l’ottavo centenario dell’approvazione della Regola da parte della Santa Sede. L’evento è stato preparato con una serie di iniziative che hanno visto interagire il mondo religioso, sociale e culturale per dare a questo anniversario l’importanza che merita. Convegni, giornate di studio, incontri di preghiera, mostre d’arte, spettacoli, pubblicazione di libri, laboratori per la pastorale giovanile, nulla è stato risparmiato per mettere in rilievo il dono che la Chiesa e la società civile hanno ricevuto con la nascita del carisma francescano. Dal punto di vista religioso, lo scopo della preparazione alla celebrazione del centenario è stato quello di risvegliare in quanti vivono il carisma francescano – religiosi dei tre rami del Primo Ordine (Conventuali, Minori, Cappuccini), Secondo Ordine (Clarisse), Terz’Ordine Regolare e Secolare – la consapevolezza della propria missione e spingerli ad una fedeltà sempre maggiore alla loro vocazione al servizio della Chiesa, anche oggi, come nel XIII secolo e ancor di più, in preda all’eresia, alla secolarizzazione, alla desacralizzazione del culto eucaristico, ostacolata da una società sempre più lontana da Dio, ostile a tutto ciò che riguarda il sacro e il soprannaturale, risucchiata nel vortice di un progresso tecnico-scientifico galoppante, alla ricerca solo di benessere e guadagno, anche se si tratta di calpestare i diritti del prossimo e la sua stessa vita.
In un tal contesto socio-religioso, avvicinandosi la summenzionata celebrazione centenaria, è lecito chiedersi se, dopo ottocento anni dalla sua composizione, la Regola francescana abbia ancora la sua attualità. Si può ancora vivere un carisma così radicale e austero, quale è appunto quello francescano, nella nostra società postmoderna? 

Non tutti i carismi di vita religiosa sono destinati a durare nel tempo e a diffondersi in tutto l’orbe terrestre. Vi sono carismi che durano solo per un determinato periodo storico e in un territorio limitato; oppure, altri sono concessi da Dio per attraversare la storia dell’umanità e varcare tutte le frontiere. Ebbene, il carisma francescano è certamente uno di questi. D’altra parte, nelle fonti documentali francescane, vi è una conferma profetica di quanto appena affermato, perché vi si legge che lo stesso Signore Gesù Cristo promise a san Francesco che il suo Ordine sarebbe durato fino alla fine del mondo. 
La spiegazione di questa affermazione sta nel fatto che la Regola francescana è la proposta di una vita secondo il Vangelo, ossia la scelta di camminare sulle orme di Gesù Cristo che «è lo stesso ieri, oggi e sempre» (Eb 13,8) e i cui insegnamenti non vanno soggetti ad aggiornamenti in base alla moda, ai gusti degli uomini, alle epoche storiche, alla cultura o al progresso. Egli, in quanto Dio, è immutabile e in Lui risiede tutta la verità – Egli stesso ha detto di sé “Io sono la verità” (cf Gv 14,6) – e i valori che ha immortalato nel Vangelo sono perenni perché la verità è una ed oggettiva e non si “supera”, ma piuttosto si approfondisce per incarnarla nelle diverse contingenze storiche del singolo uomo come dell’intera umanità. La Regola di san Francesco d’Assisi, come il Vangelo, si inserisce nelle varie epoche storiche senza rinunciare alla sua identità più profonda, ma studiando nuove forme per poter vivere e trasmettere l’ideale di sempre in un modo più adatto alle mutate condizioni dei tempi. È certamente una scelta sapiente, pertanto, mettersi alla scuola del Poverello d’Assisi per ritrovare, anche oggi, nella sua vita pienamente evangelica, il criterio per seguire Cristo con più coerenza, in qualunque stato di vita. 

La Regola francescana è una sfida per i nostri tempi perché incarna un messaggio di umiltà e austerità che si contrappone radicalmente all’orgoglio e alla sensualità della nostra epoca. Se ben compresa e accolta, essa distacca dalla vanità, dal desiderio di apparire, di primeggiare, dalla volontà di sopraffazione. Ci parla di semplicità, di povertà, di amore fraterno-materno per il prossimo, virtù ignorate al giorno d’oggi, ma che l’umanità farebbe bene a recuperare. Se si scorrono i capitoli della Regola e, ancor più se si affianca alla sua lettura anche quella delle fonti biografiche del Santo d’Assisi, si viene condotti per mano in un itinerario di imitazione e conformazione a Cristo, meta del cammino spirituale di ogni cristiano. 
La Regola francescana è attuale anche perché offre un messaggio di “pace e bene” al nostro mondo dilaniato dalle guerre e lo fa attraverso il saluto che il Serafino d’Assisi prescrive ai frati mutuandolo da Cristo stesso attraverso il Vangelo.

La Regola, inoltre, prescrive ai frati che non posseggano nulla, né in privato né in comune. Il consumismo nel quale siamo abituati a vivere certamente trova ripugnante la povertà proposta da san Francesco. In realtà è proprio la povertà assoluta il segreto dell’apostolato francescano. Il non dover preoccuparsi della gestione economica di beni materiali lascia molto tempo a disposizione per occuparsi degli altri. Inoltre, è un antidoto all’avarizia, alla cupidigia, alla tentazione di accumulare e legare il cuore alle ricchezze. La povertà francescana libera dall’attaccamento alle cose materiali. Attualmente i tre rami della Famiglia Francescana vivono la povertà solo in privato, avendo rinunciato alla povertà in comune e acquisito la facoltà di possedere beni intestati all’Ordine. Al contempo, però, lo Spirito Santo ha suscitato nuove esperienze di vita religiosa francescana che coraggiosamente hanno ripreso l’osservanza della povertà comunitaria. Queste nuove comunità dimostrano alla Chiesa e alla società di oggi che anche nel terzo millennio si può vivere la povertà evangelica e la Regola di san Francesco in tutta la sua essenza. 
San Francesco d’Assisi è ancora un riferimento per il mondo e per la Chiesa e la sua Regola ha ancora la sua missione da compiere, in quanto ancora oggi è un mezzo di santificazione, una proposta di felicità eterna. Beati coloro che si mettono in ascolto della voce dello Spirito Santo per conoscerla e viverla sempre meglio, ricordando il monito di san Francesco ai suoi frati: «Io ho fatto la mia parte; la vostra Cristo ve la insegni».   

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