RISPOSTA AI LETTORI
Messa via radio: sempre valida?
dal Numero 4 del 17 gennaio 2023

Care sorelle, vorrei chiedere se seguire la Messa domenicale tramite radio, invece che partecipare di persona, assolve il precetto domenicale, oppure ci sono dei limiti? Grazie (Pierfrancesco).

Caro Pierfrancesco, la tua domanda riguarda l’obbligo del cristiano di partecipare alla Messa domenicale in osservanza del terzo Comandamento del decalogo (“Ricordati di santificare le feste”). Come è ben noto tale obbligo è sotto pena di peccato mortale. La santificazione della domenica e delle feste comandate riguarda l’obbligo che hanno i cristiani di partecipare agli atti di culto pubblico della Chiesa: Dio ha infatti stabilito la Chiesa come corpo visibile, e dunque accanto al culto privato (preghiera personale) trova posto un culto pubblico, a cui i fedeli hanno il dovere di prendere parte personalmente nella misura stabilita dalla Chiesa stessa. Si tratta dunque di un dovere fondamentale del cristiano, stabilito da Dio in maniera generale e specificato dalla Chiesa tramite un precetto. Per questo il Catechismo della Chiesa Cattolica scrive: «L’Eucaristia domenicale fonda e conferma tutto l’agire cristiano. Per questo i fedeli sono tenuti a partecipare all’Eucaristia nei giorni di precetto, a meno che siano giustificati da un serio motivo (per esempio, la malattia, la cura dei lattanti) o ne siano dispensati dal loro parroco» (CCC 2181). 

I moralisti nel descrivere come si debba partecipare alla Messa domenicale per assolvere al precetto sono soliti parlare di “presenza fisica” e “attenzione della mente”. Dunque si deve essere fisicamente presenti alla celebrazione della Messa per poter adempiere il precetto. Questa è già una risposta abbastanza chiara alla tua domanda: l’ascolto della Santa Messa per radio, o tv o tramite altri strumenti digitali non è sufficiente per adempiere il precetto e quindi non costituisce un’alternativa alla partecipazione alla Messa domenicale. 

Tuttavia l’argomento merita di essere trattato anche da un altro punto di vista: qualora vi sia un’impossibilità fisica (malattia o assenza della Messa in parrocchia) o morale seria (accudire infanti o malati), oppure si sia ricevuta la dispensa dal parroco o dal vescovo, non si è tenuti alla partecipazione alla Messa domenicale. In questi casi di seria impossibilità, quindi, non si commette peccato a non partecipare alla Messa, però si è comunque tenuti a santificare la festa. In questo senso l’ascolto o la visione della Messa può essere un surrogato. “Surrogato” ma non alternativa, nel senso che le cose non stanno sullo stesso livello: l’ascolto o la visione della Messa tramite questi altri mezzi, caso mai, è una soluzione solo per santificare in qualche modo la domenica. 

La situazione degli ultimi anni durante l’epidemia di Covid ha evidentemente creato confusione nella mente dei fedeli (e non sono da biasimare): i vescovi hanno infatti accordato largamente la dispensa dalla partecipazione alla Messa domenicale, e in tal modo i fedeli che non si sono recati in chiesa la domenica non hanno commesso peccato mortale. Accanto a questo hanno consigliato come modo per santificare comunque la domenica quello di vedere o ascoltare la Messa tramite mezzi di comunicazione e per questo quasi tutte le parrocchie hanno allestito sistemi di trasmissione delle cerimonie che continuano tuttora. In nessun caso però queste permettono di adempiere il precetto domenicale e festivo.

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