RISPOSTA AI LETTORI
La gravità di un consiglio
dal Numero 1 del 1 gennaio 2023

Cara Redazione, mi è capitato di sentire un’amica che per rassicurare l’altra, preoccupata perché la figlia aveva deciso di convivere anziché sposarsi, le dicesse: “Non preoccuparti, l’importante è che si vogliono bene. C’è sempre tempo per sposarsi”; oppure che una addirittura consigliasse a un’altra, sposata ma non più molto giovane, anche se in buona salute, accortasi di essere in gravidanza, di abortire dicendole: “Tanto poi ti puoi sempre confessare”. Mi chiedo: quale responsabilità ha chi dà questi consigli, anche se a volte parla con superficialità, senza grande malizia? (Michela C). 

Cara Michela, cerchiamo di rispondere con chiarezza a questa domanda di questione morale, e per questo ci serviremo di punti, per rendere più semplice la comprensione. 

1) La convivenza e l’aborto sono peccati mortali.

2) Chi commette un peccato mortale pensando di poterlo confessare dopo ed in seguito esserne assoluto, sicuramente non possederebbe la contrizione necessaria per l’assoluzione.

3) Chi consiglia convivenza e aborto pecca mortalmente anche lui.

4) La colpa sarà invece attribuita al soggetto che compie l’azione suggerita dal consiglio ricevuto, solo se il soggetto è consapevole che siano tutti e tre peccati mortali. 

C’è un dubbio rispetto ai consiglieri, in virtù della loro evidente mancanza di formazione cattolica e della loro grande superficialità e spensieratezza, ossia se abbiano o meno la consapevolezza della gravità dei peccati in questione, delle loro conseguenze, o persino se le loro parole si possano considerare di fatto come veri e propri consigli.

Comunque qui si tratta non di bambini, bensì di adulti, e si deve supporre che cattolici adulti sappiano che la convivenza e l’aborto sono peccati mortali, che consigliarli è anche peccato mortale, e quale sia la conseguenza del peccato mortale dopo la morte. Qualora non sia possibile stabilire il contrario, dunque, i consiglieri sono rei di peccato mortale.

5) Sono commenti tipici di gente con la coscienza lassista (conscientia laxa), accecata dallo spirito del mondo e dal peccato, che “bevono il peccato come l’acqua”. Tale gente ha tre ricorsi: istruirsi (come è anche obbligatorio secondo il primo Comandamento); confessarsi sacramentalmente; pregare.

 

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