RISPOSTA AI LETTORI
Non riesco ad amare tutti
dal Numero 40 del 21 ottobre 2018

[...]. Frequento un corso serale di teologia per laici organizzato dalla diocesi della mia città. Tra le altre cose, ho appreso che la carità è la virtù teologale per eccellenza e quindi è decisamente necessaria per il conseguimento della santità. Questo mi scoraggia non poco nel mio impegno di vita cristiana autentica, e penso che per me sarà impossibile diventare santa, perché ci sono alcune persone nel mio ufficio di lavoro che non riesco proprio ad amare, mi sembra una battaglia persa in partenza perché spesso provo per loro una naturale invincibile repulsione... Riesco solo a trattenermi dal non rispondere alle loro provocazioni, ma che pensare dei brutti sentimenti che sento verso di loro?... (Valeria G.)

Certo, la carità è – si può dire – l’anima della santità cristiana, poiché il santo è colui che realizza la più perfetta somiglianza con Dio, e solo la carità genera perfettamente questa trasformazione del nostro essere in Dio. Ma l’esercizio della carità è principalmente un atto della volontà, anche se comporta una partecipazione della sensibilità individuale, quindi dell’affetto, della gioia, del fervore, ecc. Come atto della volontà, però, non deve essere necessariamente “sentito”, quindi posso voler amare anche chi, naturalmente parlando, non mi sento portato ad amare, e posso farlo anche avvertendo il contrasto interiore. Già il non rispondere e il non offendere il prossimo che ci è ostile è un buon passo avanti, il passo successivo potrebbe essere quello di distogliere la mente dai giudizi negativi nei confronti di queste persone e magari iniziare a pregare per loro. Tutto ciò senza turbarsi per le avversioni interiori, perché una cosa è il sentire e un’altra ben diversa l’acconsentire. Il sentire ripugnanza non è un problema se non vi si acconsente, anzi può essere fonte di maggior acquisto di meriti. Va poi ricordato che il primo posto nell’esercizio della carità spetta all’amore di Dio. Amare Dio per se stesso è il massimo grado della carità. Dobbiamo, quindi, amare noi stessi per amore di Dio, e il prossimo in quanto partecipa della Bontà di Dio.

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