RISPOSTA AI LETTORI
Quell’omissione durante la Messa...
dal Numero 39 del 14 ottobre 2018

Salve, mi chiamo Dario e presto il mio servizio di diacono in varie parrocchie. [...]. Ho notato un sacerdote della mia parrocchia che al momento della comunione non fa l’unione del corpo e del sangue di Cristo, ovvero non fa scendere un piccolo pezzo dell’ostia magna nel calice come fanno gli altri sacerdoti nel momento dei riti di comunione. Questo può creare problemi per la validità della Messa? Bisogna riprendere questo sacerdote per la sua omissione o è una cosa insignificante? (Dario T.)

La cosa non è insignificante visto che è prevista dalle norme liturgiche sia dell’Antico che del Nuovo Rito liturgico della Messa cattolica.
Il significato profondo di questo rito ce lo dà il famoso liturgista dom Prosper Guéranger, citato da documenti pontifici: «Il sacerdote poi lascia cadere la particola che aveva nella mano all’interno del calice, mescolando così il Corpo e il Sangue del Signore, dicendo allo stesso tempo: “Haec commixtio et consecratio Corporis et Sanguinis Domini nostri Iesu Christi fiat accipientibus nobis in vitam aeternam. Amen”. Qual è il significato di questo rito? Che cosa è significato nella mescolanza della particola con il Sangue che è nel calice? Questo rito non è dei più antichi, sebbene abbia circa mille anni. Suo fine è di mostrare che, al momento della risurrezione di Nostro Signore, il suo Sangue fu unito di nuovo al suo Corpo, scorrendo nelle sue vene come prima. Non sarebbe stato sufficiente che si fosse riunita al suo Corpo soltanto la sua Anima; doveva avvenire lo stesso per il suo Sangue, in modo che il Signore fosse integro e completo. Il nostro Salvatore, perciò, nella risurrezione riprese il suo Sangue che era stato in precedenza versato sul Calvario, nel Pretorio e nell’Orto degli ulivi» (P. Guéranger, Explanation of the Prayers and Ceremonies of Holy Mass, trad. ingl. L. Shepherd, Stanbrook Abbey, Worcestershire 1885, p. 61).
Il sacerdote che non compie questo rito si mette forse inconsapevolmente in contrasto con il suo significato più vero e profondo, quello della Risurrezione che dà valore alla Passione di Cristo rivissuta nella consacrazione e nello spezzare il Pane.
Non dico che questo sacerdote, che omette tale rito, non creda alla Risurrezione, ma facendo così si priva del valore di questo rito e ne priva di conseguenza i fedeli che assistono alla celebrazione...
Questo non inficia la validità della celebrazione ma le fa mancare un significato importante: quello della Risurrezione di Cristo dopo l’offerta del suo Santo Sacrificio...
A forza di tagliare e rimodellare i riti eterni della Messa rischiamo di tagliare anche l’essenziale e così di scandalizzare i semplici che vengono a Messa credendo ancora di trovare la Fede integrale...
Può avvertire delicatamente questo sacerdote magari sottoponendogli il testo di dom Prosper Guéranger...

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