RISPOSTA AI LETTORI
Cosa significa “libertà di religione”?
dal Numero 27 del 9 luglio 2017

La Chiesa Cattolica riconosce la libertà di religione, giusto? In cosa consiste esattamente? Ciò significa che tutti hanno il diritto di manifestare esteriormente la propria confessione di fede, con oggetti ed altro, senza che gli si possa dir nulla? Se a lavoro una mia collega indossa un ciondolo che indichi una “forza”, un’energia positiva di non so quale credenza, o un idolo, o un simbolo ebraico, o un piccolo budda sulla sua scrivania, ciò dev’essere da me cattolica accettato, benché non condiviso? Se invece si tratta di un amico più intimo, il quale dovesse chiedermi di accompagnarlo in un luogo di culto non cattolico, lì la cosa cambia? Aspetto quanto prima una risposta. Grazie.
(Fabiana L.)

Cara Fabiana, dire “libertà di religione” è una parafrasi molto ambigua che non significa molto a livello teologico. La cultura attuale, laicista e sostanzialmente agnostica, considera tale parafrasi come l’uguaglianza di tutte le religioni nel senso che tutte le religioni sono uguali perché sono tutte false e nessuna significa niente, nessuna possiede la verità. L’unica verità sarebbe il laicismo e l’ateismo di massa, soprattutto quello dettato dai grandi magnati della finanza che organizzano il pensiero politico, il pensiero comune e la cultura di massa.
Dunque è molto pericoloso per un cristiano cattolico parlare di “libertà religiosa” perché si potrebbe facilmente intendere ciò che intende oggi la stragrande maggioranza delle persone e il comune pensiero mediatico su “libertà religiosa”. La religione non è un optional e neppure una accomodamento soggettivo ai propri bisogni di trascendenza. Se la religione è vera deve venire da Dio solo, mediante il dono di Sé in una forma rivelata.
Questo capitò al popolo d’Israele che si sentiva a ragione il “popolo eletto”, perché scelto da Dio da mezzo a tutti gli altri popoli (cf. Gs 24,17): da esso doveva uscire il dominatore d’Israele (cf. Is 16,1). Questo dominatore, profetizzato anche da altri testi ebraici della Scrittura, è il Signore Gesù Cristo, il Signore dell’universo, il rivelatore del Padre e della Santissima Trinità, l’unico Dio.
Libertà religiosa a questo punto è il diritto civile di scegliere la propria religione, senza subire costrizione, entro i limiti del vero bene comune. Da un punto di vista religioso, intellettuale e spirituale però l’uomo non può scegliere la religione che gli pare, quella che più interessa per i suoi scopi, quella che gli sembra più utile ma l’unica vera, quella che Dio ci ha dato.
Sant’Agostino fece un viaggio piuttosto tormentoso tra le varie religioni che esistevano ai suoi tempi. Passò dal paganesimo all’Accademia (neoplatonismo), dall’Accademia al manicheismo, infine dal manicheismo al Cristianesimo, scrivendo poi negli anni della sua giovinezza il trattato De vera religione in difesa del Cristianesimo. Dal punto di vista morale dobbiamo rispettare tutte le persone religiose, come il Signore Dio le rispetta e le tollera i loro errori nell’attesa di rivelarsi e di avere la piena adesione di tutte le genti alla verità; così tutti le devono tollerare e rispettare, nei limiti del rispetto della dignità umana che da certe religioni e da certe interpretazioni di esse viene facilmente conculcata: è nota la strage continua perpetrata dagli estremisti islamici in nome del loro credo religioso nei confronti di inermi ed innocenti civili...
Dal punto di vista intellettuale però e di coscienza dobbiamo scegliere la vera religione come fece sant’Agostino, il quale mise al vaglio varie proposizioni delle diverse fedi e notò come la Religione cattolica fosse la più conforme alla ragione e alla coscienza.
Per quanto riguarda comportamenti morali o religiosi di suoi colleghi penso che non abbia problema ad accettarli, anche se non li condivide. Se si tratta di accompagnare amiche a luoghi di culto non cattolici bisogna stare attenti a non partecipare ai riti che potrebbero essere molto deleteri per un credente cattolico la cui sola ancora di salvezza è Cristo, la sua parola, i suoi santissimi Sacramenti. La Chiesa da sempre ha proibito di partecipare a forme di culto non cattolico, per evitare la confusione della dottrina e soprattutto la disparità di culto nei confronti di Dio. Un culto a un dio diverso da quello reso da Cristo o fatto in maniera diversa dalla Chiesa di Cristo, la Chiesa Cattolica, alla Santissima Trinità equivale ad una apostasia anche se incosciente e inavvertita.

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