MARIA SS.
I consacrati e il Trionfo di Maria
dal Numero 40 del 21 ottobre 2018
di Fra Pietro Pio M. Pedalino

Perché la consacrazione a Maria è direttamente connessa alla missione del suo “mistico calcagno”? Perché per l’affermazione del suo Trionfo è necessario che sia sconfitto il serpente antico; per sconfiggere il serpente antico è necessario trovare la grazia; per trovare la grazia occorre trovare Maria; per trovare Maria – diceva san Massimiliano– bisogna consacrarsi a Lei.

Chiarito brevemente il significato ed il valore contenutistico della realtà del “Trionfo del Cuore Immacolato”, possiamo ora domandarci: perché la consacrazione a Maria è direttamente connessa alla missione del suo “mistico calcagno” (1) (cf. Gen 3,15)?

Innanzitutto va precisato che, alla luce dei messaggi mariani degli ultimi due secoli, risulta con estrema chiarezza che la conversione integrale è il fondamento della collaborazione umana alla volontà di Dio di stabilire sulla terra il suo regno di pace. 

Questa conversione, poi, all’atto pratico si traduce in una serie di comportamenti e impegni che ne indicano l’autenticità. È chiaro che la preghiera fatta bene, il sacrificio offerto con amore e generosità, il dovere quotidiano fatto con diligenza per amore di Gesù e Maria, le virtù praticate ogni giorno con impegno e serietà, affretteranno di certo la venuta del Trionfo. Si tratta proprio degli appelli che, continuamente e con urgenza progressiva, la Madonna sta rivolgendo agli uomini, soprattutto da due secoli a questa parte. Si tratta del nostro “contributo di sforzi nel cooperare al Trionfo” (2).

A partire da questo primo principio si comprende pure, senza eccessiva difficoltà, il ruolo e la parte che la consacrazione al Cuore Immacolato gioca nell’affrettare la venuta del Trionfo. È, infatti, esperienza comune di chi si impegna nella vita di perfezione prendere coscienza che, correggere la propria vita in maniera davvero autentica e radicale, è un po’ come voler “spostare da soli una grossa montagna”. Bisogna fare i conti con una natura ribelle, con una debolezza costitutiva dell’uomo, che porta su di sé le conseguenze del peccato originale, personale e sociale.

Per cui la consacrazione a Maria, spingendo al massimo l’impegno del consacrato nella pratica delle virtù cristiane e facendo donare tutto totalmente all’Immacolata che è la Mediatrice della grazia – e dunque anche di tutte le grazie necessarie alla santificazione –, risulta essere lo strumento più efficace per «tradurre il mistero dell’Immacolata nelle anime» usando un’espressione di san Massimiliano Kolbe, per tradurre il mistero del suo Cuore Immacolato nelle anime che è mistero di trionfo della grazia e annientamento del peccato: 

«Io la intendo a questo modo: l’Immacolata è la Mediatrice di tutte le grazie. Ora, ogni conversione e santificazione è opera della grazia; avvengono, perciò, per mezzo dell’Immacolata. Quindi, quanto più un’anima si avvicina all’Immacolata, tanto più abbondantemente attinge alle grazie, sia di conversione che di santificazione [...]». E ancora: «Il maggiore avvicinamento possibile è la consacrazione illimitata» (3).

Sicuramente questa è una prima ragione per cui il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria: essa ci apporterà tutte le grazie di cui necessitiamo per emendare pienamente la nostra vita e, in tal modo, contribuire all’instaurazione del Trionfo. La consacrazione ha risvolti del tutto eccellenti per potenziare l’uomo interiore e renderlo soprannaturalmente efficace nel suo agire in favore della causa del Cuore Immacolato di Maria.

Continuando la riflessione, va pure aggiunto che se la parte della Madonna è in generale assolutamente decisiva per il trionfo della grazia, lo dovrà essere anche per il trionfo della Controrivoluzione sulla Rivoluzione perché tale vittoria non è principalmente l’effetto di progettualità e strategie umane ma dell’intrattenibile Onnipotenza di Dio. 

Il Trionfo del Cuore Immacolato, infatti, 

«sarà non il culmine di una inevitabile evoluzione umana immanente, bensì il risultato di un gratuito, misericordioso e miracoloso intervento della Divina Provvidenza per raddrizzare le umane vicende [...]. Infatti, se è vero che “natura non facit saltus”, il soprannaturale suole invece provocare quei salti che sono le grandi conversioni [individuali e sociali] capaci di cambiare il corso della storia e di risolvere le crisi epocali. Dobbiamo quindi attenderci un nuovo e decisivo salto storico, una rottura traumatica, uno scontro cruento che finalmente interromperà quel graduale e indolore processo di avvelenamento che sta estinguendo la vita religiosa, morale e civile dei popoli cristiani e sta mettendo in pericolo la sopravvivenza della Chiesa» (4).

Ma secondariamente, subordinatamente e strumentalmente, sarà una vittoria anche di quelle forze buone che, unite a Lui, nonostante non superino le dimensioni del «piccolo gregge» (cf. Lc 12,32), devono azionarsi perché Dio vuole servirsi di quei «cinque pani e due pesci» (cf. Mt 14,17) che le energie e gli strumenti umani possono offrirgli in questa condizione presente.

Per attuare questo «trionfo teologico e storico» delle forze del bene su quelle del male che caratterizzerà l’epoca del Trionfo, si rendono necessarie le inesauribili operazioni della grazia divina, di cui la Mediatrice è Maria Vergine e, per sineddoche, il suo Cuore Immacolato.

Alla luce della teologia della consacrazione riassunta in modo geniale da san Luigi e san Massimiliano, risulta che gli uomini offrono alla Madonna il potere di agire con la sua onnipotente opera di mediazione attraverso una devozione a Lei che sia ardente, profonda, ricca di sostanza dottrinale. Non esistendo devozione mariana più solida e completa della consacrazione, sarà appunto questa lo strumento eletto, più potente e più certo, della vittoria di Dio e dell’affermazione, in terra, del Trionfo del Cuore della Santissima Vergine. Vale qui il principio enunciato dal Montfort nell’introduzione al Segreto di Maria: per trovare la grazia bisogna trovare Maria e per trovare Maria bisogna consacrarsi a Lei (5). Parafrasando, potremmo completare le connessioni misteriche dicendo che per instaurare il Trionfo bisogna sconfiggere il serpente-drago; per sconfiggere il serpente-drago è necessario trovare la grazia; per trovare la grazia occorre trovare Maria; per trovare Maria, infine, bisogna consacrarsi a Lei.

Consacrazione a Maria, frantumazione del capo del serpente nemico per opera della discendenza-stirpe di Maria e Trionfo del Cuore Immacolato sono, perciò, intimamente congiunti tra loro, inseparabili e la loro relatività fa parte di quel progetto di grazia e misericordia che è decisivo oggi conoscere, accettare e vivere con gratitudine e coraggio.   

NOTE
1) I consacrati alla Madonna, questo popolo mariano-militante è stato preconizzato dalla divina Rivelazione sotto l’immagine del calcagno della donna della Genesi (Gen 3,15), come insegnato dai due grandi padri della consacrazione mariana (san Luigi de Montfort e san Massimiliano Kolbe). Con un’audace analogia si potrebbe dire che se con il Battesimo i battezzati diventano membra vive del Corpo mistico di Cristo, con la consacrazione i figli di Maria diventano “quasi” membra vive del suo “corpo mistico” – il suo «calcagno» (Gen 3,15) – in modo che, assimilati a Lei, schiacceranno il capo del superbo Lucifero, con il loro agire ed il loro soffrire.
2) Cf. Padre S. M. Manelli, FI, Fatima tra passato, presente e futuro, in Maria Corredentrice. Storia e Teologia, Casa Mariana Editrice, Frigento 2007, vol. X, p. 234.
3) Scritti di Massimiliano Kolbe, ENMI, n. 668.
4) G. Vignelli, Fine del mondo? O avvento del Regno di Maria?, Fede & Cultura, Verona 2013, pp. 125; 151.
5) San Luigi M. Grignion de Montfort, Il Segreto di Maria, nn. 3-6.

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits