PASSIONE
La Vergine Sacerdotale stava ai piedi della Croce
dal Numero 14 del 6 aprile 2025
di Suor Elisabetta della SS. Trinità
Sotto la Croce stava la Madre di Gesù... in quale atteggiamento? Seppure immersa in un profondo dolore, Ella, con fortezza straordinaria, offriva il Figlio per la salvezza del mondo.
Perfino la musica e l’arte ci invitano a salire il Calvario per contemplare la Madre ai piedi della Croce. Tutti i Santi hanno contemplato questo momento solennissimo. Le loro sofferenze e prove hanno trovato ragione e conforto proprio guardando al Redentore, che offriva la sua vita per noi, e alla Madre Corredentrice che, inseparabile, è rimasta sempre sotto la Croce, ottenendoci la grazia necessaria per superare ogni difficoltà e tentazione. Allora potremmo domandarci: “Ma perché la Madre stava sotto la Croce”? Una domanda che si pone anche un mariologo illustre come il Roschini, rispondendo: «A che fine dunque quella sua presenza là sul Calvario? Una sola spiegazione è possibile: vi stette perché spinta dal sentimento del dovere; vi stette perché Ella ben sapeva che vi doveva compiere una parte importantissima e dalla quale non si poteva prescindere; vi stette perché ben sapeva che spettava anche a Lei, Vergine Sacerdotale, offrire in sacrificio il nuovo Isacco per la salute del genere umano, rinunziando generosamente – come aveva già fatto il giorno dell’Annunciazione – ai diritti materni che Ella aveva sulla Vittima divina». Il Roschini, in unione a diversi Santi della Tradizione, chiama la Madre ai piedi della Croce come la “Vergine Sacerdotale”, nel compimento supremo della sua cooperazione al compiersi della Redenzione. Contempliamo allora la Madre Corredentrice come la “Donna forte”, la “Donna del Protovangelo” che schiaccia definitivamente la testa del serpente (cf Gn 3,15). Gesù, in questo momento così particolare, poteva chiamarla dolcemente: “Mamma”, ma per l’occasione così decisiva la chiama solennemente: “Donna”, richiamando, appunto, la Donna del Protovangelo. Ci sembra quindi determinante capire il vero atteggiamento di Maria nel restare sotto la Croce. In diverse interpretazioni mistiche (quasi sempre di donne), la Regina dei martiri appare con una debolezza sentimentale e femminile che non le si addice minimamente: svenimenti, grida, lamenti e cose del genere non potevano far parte del modo di “stare” ai piedi della Croce, soprattutto da parte di Colei che era chiamata a partecipare a sì alto mistero. Il Guéranger, al riguardo, puntualizza: «La vediamo forse venir meno e svenire? L’inaudito dolore che l’opprime l’ha forse fatta cascare al suolo, o fra le braccia di quelli che l’attorniano? No; il santo Vangelo risponde con una sola parola a tutte queste domande: “Maria stava (in piedi) accanto alla Croce”. Come il sacrificatore sta eretto dinanzi all’altare, così Maria, per offrire un sacrificio come il suo, conserva il medesimo atteggiamento. S. Ambrogio, che col suo tenero spirito e la profonda intelligenza dei misteri, ci ha tramandato preziosissimi trattati del carattere di Maria, esprime tutto in queste poche parole: Ella rimase ritta in faccia alla Croce, contemplando coi suoi occhi il figlio, ed aspettando, non la morte del caro figlio, ma la salvezza del mondo». La Madre Corredentice, nel suo atteggiamento sacerdotale, non poteva che rimanere ritta, quasi immobile – o, come dice san Pio da Pietrelcina, “impietrita” dal dolore –, in un atteggiamento di perfetta unità e continuità con il Figlio Redentore, il Sommo Sacerdote. Il padre Manelli, “entrando” nel mistero, ci spiega anche il significato linguistico del verbo “stare” sotto la Croce e scrive: «Il verbo “stava” (dal greco eistécheisan, al piuccheperfetto attivo: Gv 19,25) sta a indicare la volontà ferma e stabile di un agire della persona che fa continuità con il passato, fino quasi a esprimere immobilità e perennità. Qui Maria Addolorata – come è stato rivelato da molti – potrebbe sembrare che anticipi anche “l’atteggiamento orante di immobilità e oblazione proprio dell’asceta orientale”, ma si tratta sempre di un atteggiamento di “Madre”, eretta e nobile, pur se impietrita dalla sofferenza incommensurabile che la rende tutta “dolorosa». Terribile fu, infatti, quel che appariva al suo sguardo di Madre, immobile, sotto la Croce: alla Corredentrice, non sfuggì il più minimo particolare di ciò che stava accadendo. Ciò che avvenne lì ai piedi della Croce, pertanto, non potremmo mai esaurirlo e penetrarlo a sufficienza. Contempliamo dunque la Vergine sacerdotale ai piedi della Croce e con santa Gemma Galgani, vergine innocentissima e stimmatizzata, diciamole di cuore: «Quanto sei addolorata, Mamma mia! O chi è stato la cagione di tanti dolori? Sono stata io!... Te l’ho fabbricata io quella spada. Con quella medesima spada ferisci anche me. Ma nel viso quanto sei addolorata! [...]. Che compassione mi fai, o Mamma mia! Ma il più gran dolore lo sai qual è? Che non ti posso dare nessun conforto; anzi, sento il più gran dolore, perché sono stata io la causa di quanto tu sei addolorata». Sì, ognuno – e ben di più dell’innocente santa Gemma – dica di cuore: «Sono stata io la causa di quanto tu sei addolorata!».
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