I FIORETTI
La carità di Gesù
dal Numero 24 del 19 giugno 2016

Non ricordo neppure la data approssimativa. Posso assicurare, però, che particolarmente incaricati per Padre Pio erano Padre Eusebio da Castelpetroso e Padre Carmine da Casacalenda.
Il Padre stava a letto, e noi (i due or ora nominati ed io) ci trattenevamo ancora nella sua camera, in attesa che cominciasse a prender sonno.
Viene lì un nostro confratello che aveva fatto qualche torto non leggero al Padre, s’inginocchia accanto al letto, gli sussurra qualche parola che io non sentii, poi gli chiede la benedizione.
Padre Pio, come se non ci fosse stato mai nulla, si lasciò baciare la mano e lo benedisse, posandogli la mano sul capo, come usava con tutti.
Uscito quel Frate, Padre Eusebio non poté trattenersi dall’esclamare: «Padre, se non è Santo lei, vuol dire che Santi non ce ne sono!».
Qualcuno potrebbe chiedermi: “Ma il Padre sapeva?...”.
Certamente sapeva; ma egli, così ardente di carità, aveva un programma che un giorno confidò alla signora Nina Benvenuto in Panicali: «Non tramonta il sole, senza che Padre Pio abbia perdonato».
Ecco il segreto! La carità insegnataci da Gesù, praticata fino all’eroismo.
La carità, praticata secondo la norma della Sacra Scrittura: «Sol non occidat super iram tuam» [«Non tramonti il sole sopra la tua ira», Ef 4,26].


Contemplazione estatica della Passione

Erano i tempi, nei quali Padre Pio, non solo scendeva in giardino, ma camminava svelto ed a lungo, come se non avesse avuto le Piaghe ai piedi. E sfidava il vento freddo e furente, ritirandosi al riparo dinanzi al Convento, solo per carità verso chi lo accompagnava.
Io, quando mi recavo, per qualsiasi motivo, a San Giovanni Rotondo, ero felice di stare a fianco al venerato Confratello e cercavo il momento buono, in modo da non muovere a gelosia nessuno.
Un giorno, un bel giorno, ebbi la fortuna di trovarmi solo solo con Padre Pio, in giardino. Camminavamo nel viale centrale. Io gli riferivo qualche raccomandazione affidatami e gli aprivo la mia anima, le mie necessità, le mie ansietà; ed egli pazientemente, amorosamente mi ascoltava.
Ci fu un momento che, non saprei come, venni a trovarmi alcuni passi dietro al carissimo Confratello; ed eccolo, improvvisamente, genuflettere, ma con una genuflessione che non avevo mai visto prima e non ho mai visto dopo.
Mi venne spontaneo alla mente il ricordo della prima caduta di Gesù sotto la croce.
Mentre questo ricordo mi raccoglieva in me stesso, ecco che egli genuflette una seconda volta.
Non fo commenti. Sono passati ormai più di quarant’anni, e quel ricordo è sempre vivo, sempre commovente.
Quelle genuflessioni non le dimenticherò mai più.
Era stato sufficiente un istante, perché Padre Pio s’immergesse così profondamente nella Passione del Signore, da dimenticare completamente che vi era qualcuno con lui.

Padre Costantino Capobianco,
Detti e aneddoti di Padre Pio, pp. 89-90; 98

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