I FIORETTI
Un esperto in bilocazione
dal Numero 19 del 15 maggio 2016

Un esperto in bilocazione

Eravamo agli ultimi mesi del 1944 o 1945. Sulla vecchia panca, presso la finestra accanto al n. 1, erano seduti il Provinciale, Padre Paolino da Casacalenda e l’ex Provinciale Padre Agostino da San Marco in Lamis. In piedi: Padre Pio, il Rev. Padre Bernardo da Pietrelcina ed io.
Non ricordo come Padre Paolino uscì a parlare della bilocazione di sant’Antonio che, mentre predicava a Padova, si trovò a Lisbona, dove liberò il Padre dalla condanna già decretata.
Padre Paolino, insistendo sul fatto, diceva: «Ma quanto vorrei sapere come avviene la bilocazione, e se il Santo sa quello che vuole, dove va e come ci va».
Ed ecco Padre Pio, che fino a quel punto sembrava assente, intervenire come soltanto lui poteva: «Sa quello che vuole, sa dove va, ma non sa se va soltanto in anima o in anima e corpo».
Ci guardammo stupefatti, senza proferir parola. Aveva parlato l’esperto!


No... niente superbia

Un aneddoto, capitato quasi nei giorni e nel luogo su menzionati, presenti le medesime persone.
Padre Pio aveva ricevuto una lettera (gli era stata consegnata a mano) con il seguente indirizzo: «Al Santo Padre Pio», ed egli leggeva quell’indirizzo, calcando la voce su ogni parola, ma particolarmente su di una: «Santo».
E lo diceva, lo ripeteva: «Ma sentite com’è bello: “Al Santo Padre Pio”», quasi ne gradisse e ne gustasse la dolcezza.
Noi tre (i due Padri ed io) ascoltavamo, guardavamo e sorridevamo, intuendo l’interno e lo scherzo del Padre.
Non così Padre Bernardo, il quale, preoccupato, si credette in dovere di richiamare il Confratello a sensi di umiltà, e gli disse, nel tono confidenziale che sempre aveva: «Paisà, mo’ t’insuperbisci...».
E Padre Pio, pronto, accompagnando le parole con allargamento delle braccia ed abbassandosi, come a raffigurare uno che si gonfia, rispose: «Ah sì, paisà: “Mo’ me ’nsuperbisco!”».
E noi ridemmo di cuore.


“Quando mai avete capito?”

Non ricordo l’anno neppure approssimativamente. Mi trovavo a San Giovanni Rotondo. Padre Pio si era ammalato non saprei di che, ma era giù, proprio giù di forze.
Un pomeriggio – era di domenica – prendeva aria sulla terrazza (non vi era la terrazzina), sedendo di spalle contro il muro della sua stanza.
Io stavo con lui, in compagnia del compianto dottor Sanguinetti, che poteva ben chiamarsi «il suo medico».
Ed ecco arrivare parecchie visite: erano tutti professionisti quel pomeriggio. Avvocati e medici di San Giovanni Rotondo e di San Marco in Lamis.
I medici, non si limitavano a domandargli come si sentiva, ma ognuno suggeriva qualcosa; erano, però, su per giù le medesime cose.
Padre Pio ascoltava con una certa impazienza. Il dottor Sanguinetti, a qualche battuta ironica, rispondeva: «...però, mia madre mi insegnava che la prudenza è la prima delle virtù», volendo, così, aggiungere la sua alle proposte dei colleghi, i quali, unanimi, consigliavano che si usasse del riguardo.
Ma Padre Pio, non sopportando quella canzone, che certo non andava per lui, dice con forza: «Ma voi medici quando mai avete capito niente?!...».
E il dottor Sanguinetti, che stava accanto a me, puntualizza subito, ma a bassa voce: «Io, in lui, non ho mai capito niente!».

Padre Costantino Capobianco,
Detti e aneddoti di Padre Pio, pp. 64-67

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