SPIRITUALITÀ
Due magliette per l’inverno | I Manelli, una famiglia cara a Dio
dal Numero 6 del 5 febbraio 2023
di Claudio Circelli /2

Nella società odierna benessere e ricchezza non hanno fatto altro che rendere l’uomo più solo e infelice. La numerosa famiglia Manelli ci addita invece la povertà quale vera ricchezza che fa confidare in Dio Padre, che provvede a ogni suo figlio, anche nelle più piccole necessità.

La guerra era appena finita, lasciando dietro di sé morte e sofferenza. Il nugolo di persone che si era accalcato attorno al convento di San Giovanni Rotondo, per chiedere al Santo del Gargano notizie sui reduci non ancora tornati a casa, si era dissolto. Il tempo della devastazione lasciava il passo a quello della ricostruzione. 
E come bisogna riparare la vita di grazia dopo che un’anima precipita nel peccato, bisognava riedificare le città sulle macerie della fame e della miseria. 
Accanto alla ricostruzione delle case, continuava pure la fioritura di anime accese dal desiderio di consacrarsi al Signore. Anche in casa Manelli quei giorni post-bellici videro dischiudersi il dono di una vocazione. Furono giorni di intima gioia: il figlio Stefano sarebbe entrato in convento. 
Accanto alla letizia, qualche ombra solcò la fronte dei servi di Dio Papà Settimio e Mamma Licia. Erano i primi giorni di dicembre e l’inverno era alle porte, ma la povertà della famiglia era tale e tanta che non si sarebbero potute acquistare per Stefano neanche due magliette di lana per proteggerlo dai rigori del freddo. 
Dio sa quanto i genitori avrebbero voluto preparare un minimo di corredo, invece, non potevano provvedere neanche a due misere magliette di lana. Nonostante non lesinassero nel fare sacrifici per non far mancare nulla ai figli, quella volta proprio non sapevano da che parte tirare la coperta già troppo corta e tante volte tesa. Eppure, non si contavano le privazioni cui si sottoponevano: mai un vestito nuovo, un divertimento, una comodità, una vacanza. Ma la forza dei coniugi Manelli era la speranza che prima o poi il Signore sarebbe intervenuto, e così fu. 
Ed ecco, allora, come la Provvidenza intervenne per supplire ciò che lo stato di necessità non permetteva. Il Servo di Dio seguì l’ispirazione di recarsi al convento di San Giovanni Rotondo e di rivolgersi al Padre guardiano. Con tanta umiltà e per amore della carità cristiana, gli chiese se avesse potuto provvedere due magliette intime per Stefano, in modo che potesse far fronte all’inverno. 
Il Padre guardiano dovette restare edificato dall’umiltà che spinse Papà Settimio a fare quella richiesta. Il religioso lo rassicurò. Poi si rivolse ad una terziaria francescana e le chiese di provvedere per tenere caldo un ragazzino con la vocazione alla vita consacrata. 
Primi segni premonitori di una volontà al ritorno delle fonti francescane? [1] Chissà! Sta di fatto che Licia e Settimio ebbero la gioia di vedere partire il figlio Stefano «con due magliette nuove, fatte a mano, per la carità di un’anima buona verso i più poveri». Due magliette, una della povertà, l’altra della carità, quelle di cui bisogna rivestirsi per vivere il vero francescanesimo.

Nota
1) Stefano, infatti, sarà un giorno sacerdote e in seguito fondatore di una Famiglia religiosa che riprenderà la Regola francescana primitiva. Secondo la prima Regola francescana, il Serafico Padre non voleva che i frati possedessero nulla né personalmente né comunitariamente, ma in tutto dipendessero dalla carità di laici benefattori. 
 

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