SPIRITUALITÀ
30 minuti con se stessi | “Prendi il largo!”
dal Numero 17 del 1 maggio 2022
di Don Mario Proietti /1

“Gesù vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Disse a Simone: Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”.

Anima cristiana, ora mi chiedi di voler essere discepola di Cristo e di questo il mio cuore esulta, ma non basta decidere di mettersi dietro a Gesù, occorre anche considerare i veri atteggiamenti di un’anima che è alla sequela del Cristo. Seguire il Maestro è entrare in una prassi di vita virtuosa e non virtuale, come molti fanno mettendosi in una sequela fatta di sola buona volontà, solo buoni desideri, solo buoni sogni. Sarai chiamata all’esercizio di tutte le virtù e la più grande, quella che non ti dovrà mai mancare, è l’umiltà. Incamminati con me in questa strada e ti indicherò la via migliore per giungere alla meta. La prima esortazione è quella di non assestarti in una vita spirituale mediocre. Devi sapere che oltre il bene c’è la santità e oltre il bello c’è la sublimità. Non devi mai accontentarti di qualche preghiera, di qualche Comunione, di qualche opera buona, ma decidi di rendere solida la tua vita interiore. Non sono le preghiere macinate in un cuore rude che rendono fine la vita spirituale, ma è necessario coltivare il vero atteggiamento del discepolo. Giustamente mi chiedi dove puoi conformare il vero atteggiamento del discepolo e quale esempio può aiutarti in quest’opera. 

Leggiamo insieme il brano riportato dall’evangelista Luca al capitolo 5,1-11. Qui potrai trovare i quattro atteggiamenti che sono alla base di un vero discepolo. L’esperienza della chiamata di Pietro è prototipa di come va accolto il Maestro, di come si obbedisce a Lui, di come gli si chieda perdono e di come si segue. 

Accoglienza del Maestro

«Un giorno [Gesù] vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone»Nota, anima cristiana, che Gesù sale sulla barca mentre Pietro è affaccendato in altre cose, lavava le reti, e non vi sale a caso. Tra tutte le barche presenti sulla riva di quel lago, Gesù sapeva quale era quella di Pietro, l’ha riconosciuta, non è salito sulla prima che capitava, Gesù voleva salire proprio su quella di Pietro. Questo è lo stile di Dio! Invade la vita dell’uomo mai casualmente. Dio sale sulla barca della tua vita, nel tuo quotidiano, mentre ti trovi presa da altre cose, anche importanti, in maniera improvvisa e trascinante. Non lo fa per caso, ma perché ha pensato proprio a te, vuole incontrare proprio te. Ogni occasione è propizia per trovare Gesù pronto ad invadere la tua storia, non è Dio che ti taglia fuori dal suo orizzonte, ma ti viene a trovare là dove vivi, là dove sei intenta a lavare le reti della tua sorte, del tuo sacrificio e delle tue speranze, spesso anche deluse. Ogni atto della tua giornata può diventare grazia, ogni situazione, opportuna e inopportuna, può vedere Dio calarsi nelle tue vicende. Considera bene le volte in cui, ogni giorno, sei visitata da Dio e dalla sua luce, non lasciarti imbrigliare dalle tue reti. Non resistere al suo ingresso, cerca nelle pieghe della tua esistenza, anche quando ti sembra non importante, non profonda, non felice e riconosci la presenza di Gesù che cerca proprio te, vuole stare con te, vuole condividere quello che sei, anche se credi d’essere poco. 

Il coraggio di rispondere

«...e lo pregò di scostarsi un poco da terra». Cosa accade quando Gesù entra nella tua vita? Egli rivolge lo stesso invito fatto all’Apostolo: «Prendi il largo». Sai cosa significa questo invito? Il prendere il largo è uno scostarsi dalla spiaggia, dalla terra, è un invito ad allontanarti dalla quotidianità, da quel piccolo o grande dolore, da quelle invadenti ed eccessive preoccupazioni, dagli assillanti pensieri che non ti danno tregua. 

Ti chiede di prendere campo dalla tua giornata! Non sai quanto è importante avere una diversa prospettiva della tua storia quotidiana; è l’invito a renderti cosciente dello spessore in cui vivi. Da lontano i particolari svaniscono e tutto è visto nell’insieme della tua storia. Da questa prospettiva l’anima si accorge di quanto meno tragica e più affascinante diventa la sua esistenza. 

Poi Gesù disse agli Apostoli: «“Calate le reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”». Gesù non comanda, ma esorta. È questo il senso dell’uso greco del verbo coniugato all’imperativo: è un comando ma è anche un’esortazione. Gesù non ha intenzione di fare da padrone sulla barca di Pietro ma aiutarlo a togliere la sfiducia e l’amarezza di una notte trascorsa nella fatica priva di risultato. Considera quante volte Gesù, senza diventare padrone “nella” e “della” tua vita, ti ha esortato. Lo ha fatto nelle parole della Chiesa, nei consigli del tuo confessore, nelle profonde intuizioni che la tua anima ha provato nella preghiera. Ma ti è mancato sempre il coraggio di rispondere, di lasciarti coinvolgere, di buttarti nelle sue “pretese” che contraddicevano il buon senso umano e la tua stessa conoscenza e possibilità. 

Spesso la sua esortazione è stata disattesa proprio perché non imperava. L’anima deve rispetto allo stile del Signore, alla sua delicatezza, alla sensibilità del suo agire sulla persona, ai suoi teneri e delicati tratti. Ogni sua chiamata non avviene mai come comando ma come dolce invito d’amore che solo l’amore sa riconoscere. 

Il brano prosegue: «...e avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano»Il gesto di quei pescatori non fu un semplice obbedire a quella esortazione, ma una vera e propria rinuncia a se stessi. Quel gettare le reti è di contenuto interiore e richiama il totale affidamento e fiducia di quegli uomini, esperti di mare, verso quell’Ospite che aveva preso il controllo delle loro barche ma, più importante, aveva conquistato il loro cuore. L’atteggiamento degli Apostoli, e in modo particolare di Pietro, fu di rinunciare alla sua scontata esperienza e alla sua nota fama di buono, esperto e bravo pescatore. 

Veramente, anima cristiana, Dio sconvolge la vita. Non ritenerti mai persona qualificata dinanzi alle manifestazioni dello Spirito e non calare le intuizioni, che si ricevono nella fede, nella tua pochezza perché potresti ostacolare molto la grazia che Dio ti sta concedendo. Non temere di perdere la faccia, la reputazione o il buon nome dinanzi alle esortazioni del Signore. Fissa il tuo sguardo su Pietro e imitalo nella sua obbedienza e nella sua fiducia. Nonostante abbia esperienza dell’essere pescatore, nonostante sia a conoscenza di trovarsi davanti a un’indicazione assurda, da incompetente, quella cioè di ritornare a pescare dopo una notte infruttuosa, decide di perdere se stesso, rinuncia a salvare la faccia, si lascia coinvolgere dalle parole di Gesù e, dinanzi agli altri pescatori, non si lascia influenzare dalle possibili critiche riguardo alla sua vera capacità di essere un buon pescatore. Ritorna a pescare non in maniera approssimativa, per far contento Gesù e così dimostrare il suo essere incompetente del mare. Ritorna a “gettare le reti” con la stessa professionalità, secondo la sua capacità e la sua esperienza. 

Quanto serve nella Chiesa l’obbedienza come quella di Pietro! Tu, anima che vuoi seguire Gesù, non obbedire mai in modo approssimativo e fuggi l’obbedienza che sa di rivincita a danno del superiore. Molti obbediscono senza impegno, senza fantasia, senza creatività, solo per far sfigurare un comando non ritenuto saggio od opportuno. È legittimo rispondere come Pietro: «Abbiamo faticato tutta la notte senza prendere nulla», ma occorre sempre scommettere fiduciosa su chi ti invita a fare qualche cosa di più grande di ciò che pensi o credi. Fidarsi della Parola di Gesù è lasciarsi trasportare dallo Spirito Santo oltre ogni umano considerare o vedere. Se sarai docile come creta impastata nelle mani del vasaio, acquisirai presto una tale finezza di spirito che ti renderà capace della non dimenticanza dell’amore ricevuto e, quindi, di non scadere nella grossolanità. 

 

/ continua

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