IL MEDICO
A proposito di clima pazzo
dal Numero 14 del 7 aprile 2013
a cura del dott. Giuseppe Errichiello

Alla fine dello scorso anno si è tenuta a Ginevra una riunione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulle variazioni del clima mondiale che si stanno manifestando a causa dell’inquinamento atmosferico sempre più ingravescente e che minaccia milioni di persone ogni anno. Infatti il cambiamento climatico è una minaccia emergente e significativa per la salute pubblica, per cui bisogna trovare il modo con il quale proteggere le popolazioni più vulnerabili.
L’OMS ha un programma a lunga durata sulla protezione della salute dai cambiamenti climatici, dettato da una risoluzione dell’Assemblea mondiale della sanità che sostiene progetti di costruzione e di attuazione di mezzi per potenziare la risposta del sistema sanitario ai cambiamenti climatici, e garantire che la questione della salute sia adeguatamente considerata nelle decisioni di sviluppo di altri settori, come l’energia ed i trasporti. Bisogna constatare che il clima del Pianeta ormai continua a cambiare ed i rischi per la salute sono in aumento. Siccità, inondazioni e cicloni minacciano la salute di milioni di persone ogni anno. Queste variazioni del clima assieme a condizioni estreme come le inondazioni possono scatenare epidemie di malattie (diarrea, malaria, dengue, meningite, ecc.) che causano morte e sofferenza. A tal proposito l’OMS ha pubblicato l’Atlante della Salute e del Clima insieme all’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), lanciando una nuova collaborazione tra gli esperti di salute pubblica e i meteorologi di tutto il mondo.
L’Atlante, che può essere scaricato comodamente dal web, fornisce esempi concreti di come le informazioni climatiche si possono usare per proteggere la salute pubblica attraverso la prevenzione e preparazione; infatti la gestione del rischio e le informazioni sui cambiamenti climatici sono un potente strumento scientifico che può assistere le popolazioni. Fino ad ora, però, queste conoscenze sono state sottoutilizzate per la salute pubblica.
Pertanto rafforzare la cooperazione tra la meteorologia e gli operatori della salute è utile per assicurare precise informazioni sul clima, integrate nella gestione della salute pubblica a livello internazionale, nazionale e locale. È peraltro evidente che questo Atlante è un esempio innovativo e pratico di come organismi sanitari e meteorologi possano lavorare insieme per servire la società.
Mappe, tabelle e grafici raccolti nell’Atlante rendono più esplicito il rapporto tra clima e salute: in alcune zone del Pianeta l’incidenza di malattie infettive come la malaria, la dengue, la meningite e il colera può variare tra le stagioni, e in modo significativo anche tra gli anni, a seconda del meteo e delle condizioni climatiche. Quindi, è evidente che servizi climatici dettagliati possono aiutare a predire l’insorgenza, l’intensità e la durata delle epidemie. Infatti la collaborazione tra servizi meteorologici, di emergenza e sanitari, sta già salvando delle vite. Ad esempio, il bilancio delle vittime di cicloni in Bangladesh si è ridotto da circa 500.000 persone nel 1970, a 140.000 nel 1991, a 3.000 nel 2007, in gran parte grazie al miglioramento dei sistemi di preparazione ed allarme rapido. Quindi, per difendere le popolazioni dalle conseguenze dei cambiamenti climatici sarà necessario intervenire con il controllo delle malattie tropicali trascurate e la fornitura di assistenza sanitaria di base, assieme ad azioni volte a migliorare i servizi igienico-sanitari e l’accesso all’acqua pulita ai gruppi particolarmente vulnerabili.
Inoltre, anche nel caso delle ondate di calore estive, le previsioni meteo sono state importanti per tutelare le persone a rischio, specie gli anziani, in città. Infine, favorendo il passaggio a fonti di energia pulita per la casa, si permetterebbe la riduzione dei cambiamenti climatici, consentendo di salvare la vita di circa 680.000 bambini ogni anno per la riduzione dell’inquinamento atmosferico conseguente.

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