RECENSIONI
Crociata in Spagna
dal Numero 28 del 24 luglio 2022
di Fabrizio Cannone

Un libro per conoscere le gesta degli irlandesi che nel 1936-’39 contribuirono alla liberazione della Spagna e alla difesa della civiltà cristiana dal comunismo e dalla distruzione. Giovani che hanno lasciato la patria e abbracciato il pericolo con lo stesso spirito dei crociati medievali.

Pochi ricordano che la guerra civile spagnola, svoltasi dal 1936 al 1939, fu un tremendo ed eroico conflitto in cui, oltre alle due parti in causa, confluirono da tutta Europa migliaia di giovani volontari che ampliarono i ranghi sia dei cattolici e dei nazionalisti, guidati da Francisco Franco, che dei marxisti e degli anarchici.

Mentre l’Unione Sovietica di Stalin appoggiò pesantemente l’opera distruttiva, antispagnola e anticristiana dei rossi, moltissimi giovani europei – italiani, tedeschi, francesi, belgi, portoghesi, rumeni – si unirono ai restauratori in nome di Cristo, della solidarietà e della civiltà. Tra essi, la poco nota Brigata irlandese, composta da circa 700 giovani e capeggiata dal generale Eoin O’Duffy (1892-1944). 

O’Duffy fu un nazionalista irlandese che lottò per l’indipendenza e l’onore della sua patria, al tempo cattolicissima, e contro le angherie della potente Inghilterra.

A 19 anni era già colonnello e a 29 divenne il più giovane generale d’Europa. Nel 1921 fu eletto al parlamento e si occupò, da politico e da militare, della soluzione pacifica delle tensioni interne alla Repubblica d’Irlanda.

Per i meriti acquisiti sul campo e riconosciuti da tutti, nel 1933 divenne il presidente della Guardia nazionale e nel 1935 fondò il Partito nazionale corporativo, che si ispirava alla dottrina sociale della Chiesa, radicandosi nel tradizionale patriottismo irlandese e cattolico.

Ma forse l’opera che lo rese più celebre fu la costituzione della Brigata irlandese (Irish Brigade), formata da 700 uomini, che scelsero di offrire le loro giovani vite, per difendere la Spagna e la civiltà cristiana dal comunismo e dalla distruzione.

Lo spirito con cui O’Duffy e i suoi giovani si imbarcarono nell’avventura fu quello tipico dei crociati del Medioevo: rischiare tutto e abbandonare tutti, in nome di un Ideale superiore.

In questo libretto (Eoin O’Duffy, Crociata in Spagna. Memorie e testimonianze della Brigata irlandese Passaggio al Bosco, 2022, 224 pp., € 16) la narrazione interessante delle gesta degli irlandesi che contribuirono alla definitiva vittoria di Francisco Franco e alla liberazione della Spagna.

O’Duffy morirà nel 1944 a soli 52 anni e riceverà solenni funerali di Stato.

Il 14 dicembre del 1936, Pio XI dalla residenza di Castelgandolfo a soli due mesi dal cosiddetto Alzamiento, disse: «Si direbbe che una satanica preparazione ha riaccesa, e più viva, nella vicina Spagna quella fiamma di odio e di più feroce persecuzione confessatamente riserbata alla Chiesa ed alla Religione Cattolica, come l’unico vero ostacolo al prorompere di quelle forze che hanno già dato saggio e misura di sé nel conato per la sovversione di tutti gli ordini, dalla Russia alla Cina, dal Messico al Sudamerica. [...] la Nostra benedizione s’indirizza, in maniera speciale, a quanti si sono assunti il pericoloso compito di difendere e restaurare i diritti e l’onore di Dio e della religione, che è come dire i diritti e la dignità delle coscienze, condizione prima e la più solida di ogni benessere umano e civile» (corsivo mio).

Nessuno dimentichi poi l’importante Lettera collettiva dei vescovi spagnoli ai vescovi di tutto il mondo, siglata il 1° luglio 1937, con il pieno sostegno ai nazionalisti e la denuncia del comunismo internazionale. 

«Non crediamo che nella storia del Cristianesimo e nello spazio di poche settimane si sia dato simile scatenarsi in tutte le forme del pensiero, della volontà e della passione, dell’odio contro Gesù Cristo e la sua sacra religione. Tanto grande è stata la sacrilega strage cui soggiacque la Chiesa di Spagna, che il Delegato dei rossi spagnoli inviato al Congresso dei “Senza Dio” a Mosca, poté dire: “La Spagna ha superato di molto l’opera dei Soviet, poiché la Chiesa in Spagna è stata completamente annientata”». Così i presuli ispanici. Che fanno capire chiaramente che non si tratta di una guerra tra partiti rivali, tipo progressisti contro conservatori, in cui ognuno può posizionarsi come meglio crede. Di una sola parte, quella sostenuta da Mosca e dagli pseudo intellettuali progressisti, i vescovi scrivono queste severe parole di condanna: «L’odio a Gesù Cristo ed alla Vergine è giunto al parossismo e nelle centinaia di crocifissi pugnalati, nelle immagini della Vergine bestialmente profanate, nelle pasquinate di Bilbao ove si bestemmiava sacrilegamente contro la Madre di Dio, nell’infame letteratura delle trincee rosse, che metteva in ridicolo i divini misteri, nella ripetuta profanazione delle Sacre Specie, possiamo scorgere la rabbia dell’inferno, incarnato nei nostri infelici comunisti».

Il 1° aprile 1939, giorno stesso della vittoria di Franco, Pio XII invia un telegramma al Caudillo, salutando la pace e la vittoria.

In neppure 3 anni, furono trucidati, in nome del comunismo e del progresso, 12 vescovi, 4.184 sacerdoti e seminaristi, 2.365 religiosi, 283 religiose e alcune migliaia di cattolici laici (catechisti, membri dell’Azione cattolica, padri di famiglia, bambini innocenti, ecc.).

Giovanni Paolo II (1978-2005), Benedetto XVI (2005-2012) e papa Francesco (2012-2022) hanno beatificato e canonizzato centinaia di questi martiri, tutti uccisi in odio a Cristo e alla Chiesa.

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